Volpi, via libera alle uccisioni nella provincia di Prato
La Provincia di Prato rilancia la caccia alla volpe, annullando la sospensione precedentemente annunciata. Esclusi dall'uccisione gli esemplari da tana.
Dopo un tira e molla tra animalisti, associazioni e Provincia la caccia alla volpe torna con forza in primo piano. Viene così annullata la sospensione pronunciata dall’assessore provinciale, Antonio Napolitano, e da lui stesso avanzata. Settimana prossima si avrà una delibera di giunta o una nuova determina, che annullerà la precedente decisione di stop alla caccia della volpe in tana.
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Per aggirare il problema, cioè la caccia in tana e l’uccisione delle madri e dei cuccioli durante il periodo delle nascite, la scelta è stata ampliata e allargata. Saranno 100 gli esemplari di volpe da abbattere, senza l’ausilio dei cani, da ricercare e cacciare sul territorio.
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Animi in subbuglio per la nuova decisione, ampiamente osteggiata da molte associazioni animaliste e dai tanti amanti del piccolo mammifero dal pelo rosso. Da una parte la Provincia e Federcaccia in sostegno della riduzione e del contenimento del numero degli esemplari, secondo un censimento aumentati a dismisura. Dall’altra gli animalisti contrari all’abbattimento degli animali e favorevoli a metodi alternativi.
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Così si è espresso Francesco Bini, di Federcaccia:
Viene criticato il modo con cui vengono fatti i censimenti. Chi lo fa potrebbe partecipare attivamente a questa operazione, così capirebbe in che modo viene attuata.
Di diverso avviso Camilla Lattanzi della trasmissione Restiamo animali di Controradio, che ha dichiarato:
Ci sono metodi alternativi. E uno di questi è la cattura delle giovani femmine e la loro successiva sterilizzazione.