Vivisezione, 5 cose da sapere su questa pratica disumana
Quando si parla di vivisezione siamo tutti d'accordo che sia una pratica disumana. Ma bisogna fare attenzione alla terminologia utilizzata perché altrimenti si rischia di fare confusione. Andiamo dunque a scoprire cinque fatti sulla questione vivisezione, con particolare riferimento all'Italia
Quando si parla di vivisezione si entra in un ambito delicatissimo. Questo perché in molti considerano come sinonimo le parole vivisezione, dissezione e sperimentazione animale. Ma non si tratta di sinonimi: indicano pratiche ben differenti. Siamo tutti concordi, comunque, sul fatto che la vivisezione sia una pratica disumana e che la ricerca scientifica, almeno là dove possibile, debba cercare di smarcarsi il più possibile dalla sperimentazione animale. Ma quali sono le cose da sapere sulla vivisezione?
1. Vivisezione, significato e sinonimi
Facciamo chiarezza, perché vivisezione, dissezione e sperimentazione animale non sono sinonimi. Lo sappiamo, solitamente le organizzazioni che, giustamente, si oppongono a tale pratica, tendono a usare impropriamente questi termini come sinonimi, ma dobbiamo imparare a usarli correttamente. Ecco dunque le differenze:
- vivisezione: tutte le pratiche chirurgiche, siano esse sperimentali o meno, che sono effettuate su animali vivi e che cagionano loro sofferenze
- dissezione: pratica di sezionamento di un organimo per analizzarne la struttura interna
- sperimentazione animale: indica l’uso scientifico a scopo di studio e di ricerca di animali
Come capirete bene dal significato di questi termini, non si tratta di sinonimi. In passato la vivisezione consisteva anche di operazioni di dissezione su animali vivi? Purtroppo sì, agli albori della medicina era pratica comune fare dissezioni su cani, rane e altri animali vivi e coscienti. Pratica barbara e brutale.
Attualmente il termine di dissezione è riservato al sezionamento di un organismo morto, come per esempio avviene in sede di autopsia o di necroscopia.
Per quanto riguarda la sperimentazione animale, la maggior parte dei medici e scienziati ritiene ad oggi imprescindibile l’uso degli animali per quanto riguarda determinate ricerche scientifiche. Tuttavia la tendenza è quella di cercare di ridurre sempre di più la necessità dell’uso di animali, almeno là dove sia possibile.
2. Cosa dice la legge in Italia? Ecco le cose da sapere
Diverse leggi parlano della sperimentazione animale e della sua regolamentazione. Fermo restando che la vivisezione è sempre vietata, nel caso della sperimentazione abbiamo:
- Direttiva 2010/63/UE, “Protezione degli animali utilizzati a fini scientifici”: incorpora la regola delle 3R del 1959 per ridurre l’impatto della sperimentazione animale tramite il Rimpiazzamento (Replacement), cioè sostituzione degli animali con metodi alternativi; Riduzione (Reduction), cioè riduzione del numero di animali usati; Raffinamento (Refinement), cioè miglioramento delle condizioni animali. Sempre in questa direttiva viene vietato l’uso dei primati (tranne specifiche deroghe), si stabilisce che il progetto che richieda sperimentazione sia prima valutato e autorizzato dalle autorità competenti che dovranno attestarne la reale necessarietà e che potranno autorizzarlo solamente se non esistano metodi validi alternativi, che il progetto sia reso pubblico, che le strutture che usano animali siano ispezionate annualmente e che non possano essere usati randagi e animali catturati in natura
- Decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 116: questo è il decreto vigente in Italia, ancora più restrittivo. Il decreto pne dei limiti molto stretti, oltrepassati i quali si incorre in illeciti amministrativi e penali
- Legge 12 ottobre 1993, n. 413 “Norme sull’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale”: parla dell’obiezione ci coscienza
- in Europa sono vietati dal 2009 i test sugli animali per i prodotti cosmetici e dal 2013 è vietato vendere in Europa prodotti che contengono ingredienti sviluppati per la cosmesi e che siano stati testati su animali
3. Quali animali sono stati usati?
Per la sperimentazione animale sono stati usati tantissime specie animali, fra cui cani, gatti, conigli, porcellini d’India, topi, criceti, furetti, ma anche primati, bocini, pecore, pesci, rane e tanti altri ancora.
4. Esiste la sperimentazione su umani?
Tecnicamente sì, esiste la sperimentazione su esseri umani, ma su base volontaria. Ospedali e case farmaceutiche possono mettere a punto programmi, con le previste autorizzazioni ovviamente, per cui chiedono volontari per testare questo o quel farmaco. Ovviamente si tratta di volontari che vengono retribuiti a tale scopo.
5. Cosa prevede il futuro della sperimentazione?
Difficile dire in che direzione si stia andando. Da un lato abbiamo parte della comunità scientifica che ritiene come sia indispensabile la sperimentazione animale, soprattutto per quanto riguarda farmaci.
Va bene testare i farmaci con prove in provetta o al computer, ma per avere delle prove in vivo e capire quali possano essere possibili effetti sull’uomo, è necessario usare gli animali. Una frangia più moderata, però, si ispira alle 3R, cercando di ridurre al minimo indispensabile l’utilizzo di animali, garantendo loro il maggior benessere possibile.
Sull’altro fronte c’è la frangia animalista che ritiene debba essere eliminata del tutto la sperimentazione animale (senza però fornire delle alternative valide e attuabili). Questo perché il modello animale non sarebbe sovrapponibile a quello umano.
Fonti: