Vitamina K ai neonati: effetti collaterali e controindicazioni
Somministrare la vitamina K ai neonati è una profilassi piuttosto comune. Da tempo, è però oggetto di discussione, per i possibili effetti collaterali che potrebbe comportare. La vitamina K è infatti ben tollerata dall'organismo, tuttavia può accadere che l'assunzione di questa comporti per i neonati alcuni disturbi come stitichezza, dolori addominali ed eruzioni cutanee.
La somministrazione di vitamina K ai neonati è da tempo oggetto di discussione. Se da un lato la sua utilità è ben evidente, in virtù delle necessità che l’organismo umano ha di questo complesso vitaminico, dall’altro è acceso il dibattito sui possibili effetti collaterali nei più piccoli.
Cos’è la vitamina K
La vitamina K è di norma sintetizzata dallo stesso organismo, che la ricava dalle verdure nella sua forma denominata K1 o fillochinone, oppure a partire dai batteri intestinali in quella K2 o menachinone. Ne esiste infine una terza forma detta K3 o menadione idrosolubile, contenuta in diverse soluzioni farmacologiche.
Due gli utilizzi principali da parte dell’organismo della vitamina K. Il primo è legato alla salute delle ossa, con la K2 che svolge un’azione stimolante nel confronti dell’osteocalcina. Nel secondo caso vengono attivati dalla K1 alcuni fattori della coagulazione (VII, IX e X), oltre alle proteine plasmatiche C, M, S, Z e alla protrombina (fattore II).
Perché la vitamina K si somministra ai neonati?
L’utilizzo della vitamina K come profilassi post parto è ampiamente diffuso, seppure oggetto di alcune critiche e diversità di applicazione all’interno del panorama medico. Scopo principale del suo utilizzo è l’evitare che il piccolo appena nato possa incorrere nella MEN (Malattia Emorragica del Neonato), patologia connessa a una carenza di questo complesso vitaminico che può assumere anche carattere di particolare gravità.
La MEN può manifestarsi in forma precoce, classica o tardiva, a seconda del tempo trascorso dalla nascita al presentarsi della sintomatologia specifica. A provocarla un mancato o ridotto apporto di vitamina K durante la gravidanza, che può essere provocato ad esempio da terapie farmacologiche seguite dalla gestante o da uno scarso assorbimento per via placentare.
Esistono differenti approcci per quanto riguarda la profilassi post parto di vitamina K. In Italia viene somministrata una prima dose da 1 mg di Konakion, per via intramuscolare, nei momenti successivi alla nascita. Per le successiva 6-8 settimane vengono fatte seguire somministrazioni da 2 mg, da ripetere una volta a settimana.
In Italia è inoltre prassi somministrare un’ulteriore dose di Konakion, successivamente alla profilassi di base, qualora il neonato manifesti diarrea per una settimana consecutiva (per escludere possibili manifestazioni di MEN di tipo tardivo). Negli USA invece non viene fatta seguire, alla prima dose da 1 mg post parto, alcuna altra somministrazione.
Effetti collaterali e controindicazioni
La vitamina K è di solito ben tollerata dall’organismo, che la utilizza per le necessità sopracitate sintetizzandola in corrispondenza dell’Ileo (K1) o del colon (K2). Può accadere tuttavia che in caso di assunzione farmacologica si verifichino effetti collaterali legati a un’assunzione eccessiva.
Questo si traduce, sia per le gestanti che per i neonati, nella possibile manifestazione di alcuni disturbi più o meno gravi. Si tratta perlopiù di ittero, stitichezza, eruzioni cutanee e dolori addominali.
Possono presentarsi inoltre casi di malessere generale, ridotta funzionalità epatica, iperemie circoscritte e prurito. Nella maggior parte dei casi tali disturbi e la relativa sintomatologia tendono a recedere con l’interruzione della somministrazione farmacologica di vitamina K.