Vitamina D3: a cosa serve?
Cosa provoca un deficit di vitamina D3, quali sono le fonti naturali e quando correre ai ripari individuando alcuni importanti campanelli d’allarme.
La vitamina D3 è molto preziosa per l’organismo e soddisfare il suo fabbisogno quotidiano significa scongiurare il rischio di andare incontro a gravi disturbi di salute, a qualunque età. Detta anche colecalciferolo, appartiene alla famiglia delle vitamine del gruppo D e riveste un ruolo fondamentale per il metabolismo del calcio e il suo assorbimento a livello gastro-intestinale.
Per garantirsi un corretto apporto di vitamina D3 è importante non trascurare la fonte principale di questo elemento, vale a dire la luce solare. L’esposizione ai raggi del sole, infatti, attiva un processo interno all’organismo che consente di sintetizzare il colecalciferolo e assorbirne tutti i principi benefici. Per soddisfare le necessità giornaliere è sufficiente esporsi al sole circa 15 o 20 minuti, accumulando riserve fino a coprire l’80% di tutto il fabbisogno: per il restante 20%, tuttavia, ci si può affidare ad alcuni prodotti alimentari che contengono questa vitamina.
Benefici della vitamina D3
La vitamina D3 permette la crescita, lo sviluppo e il rafforzamento della struttura ossea, prevenendo eventuali fratture provocate proprio da un indebolimento delle ossa del corpo. Si rivela inoltre preziosa per il sistema immunitario e per prevenire il tumore al colon-retto, così come per favorire il buon funzionamento del sistema nervoso e limitare il rischio di soffrire di depressione e altri malesseri legati anche al ricambio stagionale.
A cosa serve la vitamina D3 negli adulti
Altri benefici riguardano il potenziamento della massa muscolare, la protezione da malattie dermatologiche come psoriasi, dermatite atopica, vitiligine, cheratosi attinica, ma anche la cura dei dolori mestruali e la stessa regolarizzazione del ciclo. Questa vitamina, inoltre, previene alcune patologie come l’osteite fibrosa e l’artrite reumatoide.
Vitamina D3 bassa
Una carenza di vitamina D3 può essere dovuta a una pluralità di cause: tra queste, tuttavia, la scarsa esposizione alla luce solare è senza dubbio la più comune. A creare deficit vitaminico potrebbe essere anche un problema di malassorbimento o una patologia che riguarda la sintesi cutanea, mentre in alcuni casi l’assorbimento di questo elemento può essere limitato in caso di iper-pigmentazione cutanea.
Sintomi carenziali
Una severa ipovitaminosi D3 può provocare una serie di conseguenze generalmente inerenti lo sviluppo della struttura ossea: nei più piccoli si parla di rachitismo mentre negli adulti il rischio è quello di soffrire di osteomalacia. Quest’ultima patologia può colpire anche le donne che hanno portato avanti gravidanze ravvicinate con lunghi periodi di allattamento.
I sintomi più comuni sono un evidente indebolimento delle ossa e una maggiore fragilità, che porta sia a deformazioni sia a fratture frequenti. In fase di crescita, inoltre, le ossa possono deformarsi a livello del cranio, della colonna vertebrale e di alcune articolazioni (polso, ginocchio, anca). Anche i muscoli possono risentire del deficit ed essere caratterizzati da uno scarso sviluppo, mentre in alcuni casi un campanello d’allarme può essere anche una certa irritabilità nervosa.
Vitamina D3: dove si trova
Come abbiamo vista la vitamina D3, il colecalciferolo, è la forma della D che si trova negli alimenti di origine animale. Tra questi i più ricchi sono il fegato, gli oli di pesce, l’aringa, il salmone, la sardina, e, infine, le uova, il burro e il latte. Qui elenco completo degli alimenti ricchi di vitamina D3.
Anche in presenza di una corretta alimentazione, è necessaria una adeguata esposizione alla luce: condurre una vita eccessivamente ritirata, come spesso accade agli anziani, comporta l’insorgenza di uno stato di carenza della vitamina D3.