Uolly: il fotovoltaico italiano “trasportabile”
Un'azienda italiana, la Comea, produce due interessanti soluzioni di fotovoltaico trasportabile.
Un’azienda italiana prova a piazzarsi nel mondo del fotovoltaico in un settore diverso da quello solito. Non si tratta di produrre impianti solari particolarmente efficienti, ma di puntare su una portabilità estrema. In che senso portabilità? In due sensi diversi, visto che i due prodotti della Cooperativa Comea ci appaiono abbastanza differenti l’uno dall’altro.
Uolly 1 è un kit fotovoltaico fornito di pannello, batterie e inverter. La potenza è relativamente poca, 250 Watt e le pile sono due da 100Ah a 12V. Il tutto per un peso complessivo di circa 90 kg. A cosa può servire? A molto: immaginate una baita montana non raggiunta dal gestore energetico. Difficilmente un impianto solare può essere trasportato in loco, almeno non un impianto classico, a prezzi sostenibili. Ed elettrificare l’edificio con un gruppo elettrogeno con motore a scoppio, non solo ti costringe a inquinare, ma anche a dipendere da forniture di gasolio, non proprio semplici da reperire.
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Uolly 1, al contrario, può essere trasportato agevolmente o quasi, svolgendo bene il proprio lavoro nelle giornate di sole e mantenendo, grazie alle batterie la capacità di fornire energia anche quando il sole non c’è. Un altro uso possibile potrebbe essere a bordo di qualche imbarcazione turistica.
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Ancora più interessante e decisamente più portabile è Uolly 2. Il principio è lo stesso, solo che, come vedrete dall’immagine, la struttura è pensata per assumere da chiusa una forma a valigetta. Il peso totale è di appena 24 kg, con la batteria più potente, che scende a 19 se ci si accontenta della pila più piccola. La potenza dei pannelli è certo notevolmente minore: 50 W.
Se l’estrema portabilità offre potenzialità incredibili al prodotto, dall’uso in imbarcazioni ad altri immaginabili o inventabili, la potenza bassa ci sembra però un collo di bottiglia importante. Persino l’uso di elettrodomestici semplici come un aspirapolvere costringerebbe a usare l’energia delle batterie, visto che 50W bastano appena ad accendere una lampadina a incandescenza di medie dimensioni. Per questo prodotto, di certo avveniristico, la nostra opinione è quindi che forse non è ancor del tutto maturo. Non mancano però situazioni in cui può essere, comunque, molto utile.