Greenstyle Alimentazione Alimenti Tilapia: cosa sapere sul pesce più mangiato al mondo

Tilapia: cosa sapere sul pesce più mangiato al mondo

La tilapia è il pesce più venduto e allevato al mondo, apprezzato per il suo sapore delicato e per l’elevato apporto di proteine, ma ci sono delle insidie e controversie che è bene conoscere, per essere certi di portare in tavola degli alimenti che siano davvero sani e benefici.

Tilapia: cosa sapere sul pesce più mangiato al mondo

Fonte immagine: Pixabay

La tilapia è uno dei pesci più famosi e consumati al mondo, ed è anche uno dei più comunemente allevati, dopo la carpa. Molte persone apprezzano questo pesce per via del sapore delicato e del costo molto basso. Tuttavia si tratta di un alimento che nasconde non poche insidie, problematiche che è bene conoscere, per portare in tavola dei cibi che siano davvero benefici per la salute.

In questo articolo, vedremo che sapore ha la tilapia, quali sono i benefici e i rischi di questo alimento, quali requisiti dovrebbe rispettare il pesce per poter essere considerato effettivamente “sano”.

Cosa è la Tilapia? L’identikit del pesce più venduto al mondo

Tilapia
Fonte: Pixabay

Se dovessero domandarti qual è il pesce più venduto al mondo, potresti rispondere senza ombra di dubbio che si tratta della tilapia. Da diversi anni, dal 2004 per l’esattezza, questa particolare varietà ha infatti rubato il primato a trote e salmoni.

Il termine “tilapia” viene utilizzato per indicare un’ampia varietà di pesci, tutti appartenenti alla famiglia dei Ciclidi.

Se inizialmente questi animali vivevano perlopiù in acque africane, oggi sono diffusi in gran parte del mondo. Ad oggi la tilapia viene allevata in 140 Paesi, uno dei quali ha il primato mondiale di maggior produttore. La Cina, con 1,6 milioni di tonnellate circa all’anno, rifornisce quasi tutto il mercato internazionale.

Tante persone apprezzano questo pesce perché non ha un sapore molto forte. In più, si tratta di una varietà economica, a basso contenuto di calorie e grassi, e ricca di vitamine. Ma allora perché abbiamo detto che questo alimento nasconde delle insidie?

Diverse ricerche scientifiche hanno esaminato le caratteristiche nutrizionali della tilapia, mentre altri studi ne hanno messo in luce le controversie inerenti le modalità di allevamento. Il quadro che ne è emerso, spesso non è molto rincuorante.

Prima di analizzare la questione, diamo però uno sguardo ai valori nutrizionali della tilapia.

Tilapia: proprietà nutrizionali

La tilapia è un pesce a basso contenuto di calorie e ad elevato apporto di proteine. In una porzione da 100 grammi sono contenuti circa 26 grammi di proteine, 128 calorie e solo 3 grammi di grassi. Inoltre, questo pesce è considerato una fonte di vitamine, soprattutto vitamina B12 e minerali, in particolar modo:

A suo vantaggio, la tilapia può contare anche il sapore, che essendo molto delicato, quasi neutro, la rende la scelta ideale per chi non ama particolarmente il pesce. Quanto detto può portare a pensare che la tilapia sia il pesce ideale per tutti, ma c’è un rovescio della medaglia, o forse ben più di uno, da considerare.

Un pesce dalla fama controversa

Fonte: Pixabay

Dato il profilo nutrizionale e il bassissimo apporto di calorie, verrebbe da credere che la tilapia sia il pesce adatto per adulti e bambini. In realtà, questo alimento suscita non poche perplessità sia dal punto di vista dei nutrienti che dal punto di vista della sostenibilità ambientale.

E allora, vediamo perché la tilapia fa tanto discutere.

Questione di Omega

Abbiamo visto che questo pesce apporta pochissime quantità di grassi, ma che dire degli acidi grassi Omega 3?

Da sempre, uno dei motivi per cui medici e nutrizionisti consigliano di consumare regolarmente il pesce è proprio la grande quantità di Omega-3 che questo alimento è in grado di offrire. Gli Omega 3 sono grassi sani necessari per ridurre l’infiammazione del corpo, abbassare i livelli dei trigliceridi ed evitare di sviluppare malattie cardiache e altre patologie.

Mentre gran parte dei pesci che consumiamo sono ricchi di Omega-3, lo stesso non possiamo dire per la tilapia. Non solo questa varietà contiene trascurabili quantità di Omega-3 per porzione, circa 10 volte in meno rispetto a quelle contenute nel salmone, ma è anche una fonte di acidi grassi omega-6. Se assunti in eccesso, questi ultimi possono comportare maggiori livelli di infiammazione.

Consumare pesce ricco di Omega 3 aiuta a mantenere un rapporto equilibrato con gli acidi grassi Omega-6, tuttavia la tilapia non può offrire questo importante effetto, in quanto apporta solo in minima parte questi acidi grassi benefici.

Pratiche di allevamento preoccupanti

Probabilmente ti sarà capitato di trovare o acquistare della tilapia surgelata al supermercato. Ma sappiamo da dove proviene questo pesce? Una delle più importanti controversie relative alla tilapia, oltre a quella legata alla carenza di Omega-3, riguarda proprio le modalità di allevamento.

La tilapia è capace di crescere molto velocemente, può essere allevata nelle vasche, anche in condizioni di sovraffollamento, proprio per via della facilità di allevamento ha un costo molto basso. Ma allora per quale motivo gli ambientalisti lo annoverano fra i pesci meno sostenibili e meno salutari per il Pianeta?

Per rispondere a questa domanda, bisogna capire come e dove vive il pesce tilapia d’allevamento. Alcune modalità di gestione di questi pesci rappresentano un grande problema dal punto di vista ambientale.

Numerosi rapporti hanno infatti evidenziato come le pratiche di allevamento della tilapia, in particolar modo quelle adottate negli allevamenti in Cina, siano dannose non solo per i pesci e per l’ecosistema, ma anche per la salute dei consumatori. Spesso, questo alimento arriva infatti a contenere circa 10 volte più sostanze inquinanti rispetto ai pesci selvatici.

Se allo stato selvatico il pesce si nutre di alghe e piante, in alcuni allevamenti ittici le tilapie vengono alimentate in modo da risparmiare più denaro possibile e massimizzare i profitti. Ciò vuol dire che questi pesci vengono alimentati con mangimi contenenti pollame, bestiame e persino feci, inoltre vivono nella sporcizia generale.

Secondo un rapporto stilato dalla Food and Drug Administration americana, i pesci allevati in Cina verrebbero spesso nutriti con le feci di animali da allevamento, perlopiù con letame di maiale. Ciò provoca una proliferazione di batteri, come quello della salmonella, pericolosa per la salute.

Pro e contro della tilapia

Fonte: Pixabay

Ma allora la tilapia è un pesce da scartare del tutto? Non esattamente. Come abbiamo anticipato, questo pesce apporta pochissime calorie e molte proteine. Inoltre, si tratta di un animale molto resistente, che può essere allevato con costi molto contenuti.

A suo vantaggio, dobbiamo anche ricordare che la tilapia contiene basse quantità di mercurio, in quanto la dieta seguita in natura, cioè vegetariana, permette di evitare l’accumulo di questo metallo. In ambito manifatturiero, inoltre, anche la pelle della tilapia si rivela utile, in quanto viene impiegata per la realizzazione di rivestimenti per mobili, guanti e accessori di pelletteria.

Svantaggi da considerare

Se allevato in modo adeguato, o ancor meglio, se pescato allo stato selvatico, il pesce può essere considerato sicuro per la salute. La stragrande maggioranza del pesce tilapia che arriva nei supermercati è tuttavia d’allevamento, con provenienza perlopiù dalla Cina, dove le condizioni e la gestione delle vasche lasciano molto a desiderare.

Per favorire la sopravvivenza dei pesci anche in condizioni non ottimali, questi animali vengono imbottiti di antibiotici, mentre le acque vengono trattate con pesticidi, che irrimediabilmente finiscono per inquinare i mari e danneggiare la nostra salute. Non bisogna inoltre dimenticare che, a differenza di molti altri pesci, questo in particolare apporta irrisorie quantità di acidi grassi Omega-3.

Quale tilapia comprare?

Fonte: Pixabay

Se hai voglia di assaggiare questo tipo di pesce, sarà bene evitare quello proveniente dalla Cina, ma scegliere invece un pesce catturato in natura o allevato in modo sostenibile ed etico. Nel mondo esistono infatti molti allevamenti ittici che soddisfano i criteri necessari per una maggiore sostenibilità e salubrità del pesce.

Portare in tavola un pesce di origine certificata e responsabile può infatti ridurre i rischi per la salute.

Quanto costa la Tilapia?

Fra i punti a favore di questo alimento rientra proprio il prezzo. La tilapia è un pesce molto economico, costa circa 5 euro al kg.

Meglio la tilapia o il pangasio?

Proprio come la tilapia, anche il pangasio rientra nella lista dei pesci più venduti al mondo. Anche questo pesce, proveniente dal Vietnam, ha un sapore delicato, ha poche spine ed è molto economico. Tuttavia, anche in questo caso c’è un rovescio della medaglia da considerare.

l pangasio, diversamente dalla tilapia, apporta poche proteine e ancor minori quantità di omega-3, contiene anche elevati livelli di mercurio. Non a caso, questo pesce proviene dal fiume Mekong, uno dei più inquinati al mondo a causa delle centinaia di scarichi industriali.

Ciò comporta potenziali rischi per la salute. Per sicurezza, acquista prodotti con provenienza certificata, che rispettino gli essenziali standard di benessere per la salute dei pesci e la sostenibilità ambientale. In alternativa, potresti scegliere di acquistare altri tipi di pesce, come la trota, il salmone, lo sgombro e le aringhe.

 

Fonti

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Ingegneria genetica alimentare: cosa sapere sugli OGM
Alimentazione

La sicurezza alimentare e il benessere del pianeta vedono spesso nell’ingegneria genetica un problema. Ma gli OGM non vanno demonizzati in ogni ambito, se anche in campo alimentare siano causa di domande a cui non è sempre semplice rispondere. Le incertezze sono all’ordine del giorno, ma il mondo degli organismi geneticamente modificati non è solo ombre, come si pensa.