
Obiettivi della riforma(www.greenstyle.it)
A partire dal 2 maggio 2025, una regione si appresta a introdurre una significativa riforma nel settore sanitario.
Questa iniziativa, comunicata dalla Regione, ha l’obiettivo di garantire la sostenibilità del servizio sanitario pubblico e di facilitare l’investimento in nuove terapie innovative. La decisione è stata presa dopo un attento confronto con le organizzazioni sindacali e rappresenta un passo cruciale per il bilancio della sanità regionale, messo a dura prova dai crescenti costi dei medicinali e dal sottofinanziamento statale.
Dal 2 maggio, i cittadini dell’Emilia-Romagna affronteranno un ticket di 2,20 euro per ogni confezione di medicinale, con un massimo di 4 euro per ricetta. È importante sottolineare che circa 1 milione e 650mila cittadini, ovvero un terzo della popolazione, rimarranno esenti da questo pagamento. Tra gli esentati figurano pazienti oncologici, persone con patologie croniche o rare, invalidi, disoccupati e chi vive situazioni di disagio economico.
Necessità della riforma
Questa riforma si rende necessaria non solo per far fronte all’aumento della spesa farmaceutica, attesa in crescita anche per il 2025, ma anche per rispondere a una domanda di salute in continua evoluzione. L’introduzione di farmaci innovativi, pur portando miglioramenti nelle terapie, ha comportato un aumento dei costi che il sistema sanitario deve affrontare. Inoltre, l’invecchiamento della popolazione richiede un adeguamento dei servizi sanitari, poiché cresce la necessità di trattamenti per malattie croniche e degenerative.
Il presidente della Regione, Michele de Pascale, e l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, hanno chiarito che l’obiettivo di questa riforma è garantire qualità e sostenibilità al servizio sanitario regionale. “Vogliamo continuare a garantire a tutti gli assistiti dell’Emilia-Romagna servizi e cure di qualità, ma anche rafforzarli grazie alle nuove risorse che entreranno”, affermano. La riforma è concepita per tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione, mantenendo l’impegno verso coloro che non possono sostenere spese sanitarie.
Tra le specifiche esenzioni, si annoverano:
- Cittadini affetti da patologie croniche e invalidanti.
- Malati oncologici e persone con malattie rare.
- Infortunati sul lavoro e chi segue trattamenti per il dolore cronico.
- Invalidi civili, di guerra, del lavoro, ciechi e sordomuti.
- Vittime di eventi traumatici come incidenti o atti di terrorismo.

Una novità importante riguarda le prime visite specialistiche: per le famiglie con almeno due figli a carico, queste rimarranno gratuite solo per i minori fino ai 14 anni compiuti, sollevando interrogativi e polemiche tra i cittadini e i rappresentanti politici. Molte famiglie si sono infatti dichiarate preoccupate per il costo delle cure sanitarie, specialmente per i giovani, che rappresentano il futuro della società e della forza lavoro.
Il dibattito politico è stato acceso. Emanuele Monti, responsabile Sanità della Lega, ha criticato la decisione della Giunta De Pascale, definendola una vera e propria “tassa sulla salute”. Monti ha evidenziato che i cittadini emiliano-romagnoli si troveranno a dover pagare per l’acquisto di medicinali, sottolineando l’impatto che tale misura avrà sulle famiglie, in particolare su quelle con figli a carico.
La Lega ha messo in evidenza l’importanza di preservare il diritto alla salute e alla prevenzione, ribadendo che le politiche fiscali non devono gravare sulle spalle dei cittadini, in un contesto già difficile a causa della crisi economica e sociale. La preoccupazione per il futuro dei giovani è un tema centrale, e la riforma dei ticket sanitari è vista da alcuni come un ulteriore ostacolo all’accesso alle cure.
Con l’entrata in vigore di queste nuove misure, il governo regionale ha promesso di monitorare attentamente l’impatto della riforma per valutarne l’efficacia e apportare eventuali modifiche necessarie. La sfida è trovare un equilibrio tra la sostenibilità economica del servizio sanitario e il diritto alla salute di tutti i cittadini, in un contesto in cui le risorse sono sempre più limitate.