Tesla: stabilimento riaperto nonostante il Covid, 450 contagiati
Riapertura degli impianti Tesla, 450 contagi da Coronavirus: polemiche intorno alla decisione del CEO Elon Musk di forzare la mano.
Fonte immagine: Daniel Oberhaus via Wikipedia
È polemica intorno alla riapertura forzata dello stabilimento Tesla di Freemont, avvenuta lo scorso maggio. Secondo fonti USA ha portato a 450 contagi tra i lavoratori della struttura. Queste le informazioni riportate dal sito PlainSite, relative alla diffusione del Coronavirus tra i dipendenti di Elon Musk. Un bilancio parziale, che riassume il periodo tra maggio e dicembre 2020, a cui il portale statunitense ha avuto accesso solo di recente.
Come riportato dal Washington Post durante questo fine settimana, la riapertura dello stabilimento Tesla da parte di Elon Musk è stata tutt’altro che priva di conseguenze. Riassumiamo di seguito quanto accaduto negli scorsi mesi, a cominciare dalle dichiarazioni di Musk diffuse lo scorso maggio.
Contro ogni normativa approvata dalla Contea di Alameda, Elon Musk forzò la riapertura dello stabilimento Tesla affermando che la produzione delle proprie auto elettriche non poteva interrompersi. Lo stesso CEO affermò, con un tweet pubblicato lo scorso 11 maggio, di essere disposto anche a farsi arrestare piuttosto che permettere lo stop degli impianti:
Tesla sta riavviando la produzione oggi contro le regole stabilite dalla Contea di Alameda. Resteremo al passo con tutti gli altri. Se qualcuno dovrà essere arrestato, chiedo che sia soltanto io.
Tempo un mese e venne trovato l’accordo tra le parti. La riapertura dello stabilimento Tesla di Freemont è stata autorizzata purché l’Alameda County Public Health Department venisse aggiornata costantemente in merito all’andamento dei contagi in fabbrica.
Dati ai quali i media USA hanno avuto accesso soltanto sabato. Si parla di un totale di 450 contagi tra maggio e dicembre. Circa 10 contagiati sarebbero stati registrati nel primo mese, mentre intorno ai 125 risulterebbero quelli relativi al solo ultimo mese dell’anno (19 a giugno e 58 a luglio). Un piccolo focolaio, sottolineano i quotidiani USA, considerando che il totale dei dipendenti è vicino alle 10mila unità.
Fonte: The Washington Post