Tartarughe d’acqua: caratteristiche, alimentazione e cure
Fra i rettili sono molto note le tartarughe d'acqua. Molte specie non possono essere detenute in Italia, ma altre sì: ecco nomi, habitat e alimentazione.
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- Classificazione scientifica
- Tartarughe d’acqua: quante specie esistono?
- Tartarughe d’acqua: caratteristiche principali
- Cosa mangiano le tartarughe d’acqua?
- Dove tenere le tartarughe d’acqua dolce?
- Malattie delle tartarughe d’acqua
- Curiosità sulle tartarughe d’acqua
- Tartarughe d’acqua come animali domestici
Le tartarughe d’acqua fanno parte della classe dei Rettili. Appartenenti all’ordine dei Cheloni, a livello colloquiale si tende a definire come “tartarughe” quelle d’acqua (sia dolce che salata), mentre come “testuggini” quelle di terra. In realtà il termine “tartaruga” lo si può applicare indifferentemente sia alle une che alle altre.
Esistono parecchie specie di tartarughe d’acqua e non tutte possono essere detenute legalmente qui da noi in Italia (alcune per via della loro pericolosità, altre perché ritenute specie infestanti che finiscono con l’occupare l’habitat delle tartarughe acquatiche autoctone).
Classificazione scientifica
Questa è la classificazione scientifica delle tartarughe in generale:
- Dominio: Eukaryota
- Regno: Animalia
- Sottoregno: Eumetazoa
- Superphylum: Deuterostomia
- Phylum: Chordata
- Subphylum: Vertebrata
- Infraphylum: Gnathostomata
- Superclasse: Tetrapoda
- Classe: Reptilia
- Sottoclasse: Anapsida
- Ordine: Testudines
Successivamente abbiamo il sottordine Cryptodira, con le Famiglie:
- Carettochelydae (le tartarughe naso di porcello)
- Cheloniidae (le tartarughe di mare)
- Chelydridae (le tartarughe alligatore)
- Dermatemydidae (le dermatemide di fiume)
- Dermochelyidae (la tartaruga liuto)
- Emydidae (le tartarughe d’acqua dolce, come la Trachemys scripta elegans)
- Geoemydidae (le tartarughe scatola asiatica)
- Kinosternidae (le tartarughe di muschio e di fango)
- Platysternidae (la tartaruga dalla testa grande)
- Testudinidae (le testudinide come le Geocheloni giganti)
- Trionychidae (le tartarughe dal guscio molle)
Poi abbiamo il sottordine Pleurodira, con le Famiglie:
- Chelidae (le tartarughe collo di serpente austro-americane)
- Pelomedusidae (le tartarughe collo di serpente afroa-americane)
- Podocnemididae (le tartarughe collo laterale del Madagascar)
Tartarughe d’acqua: quante specie esistono?
Come anticipavamo, esistono tantissime specie di tartarughe d’acqua. Nel corso degli anni la detenzione o l’allevamento di alcune di queste sono state vietate in Italia. È il caso, per esempio, della cosiddetta tartaruga dalle orecchie rosse o Trachemys scripta elegans. Molto diffusa anni fa, di recente la legislazione ne ha vietata la detenzione e la riproduzione in quanto considerata specie infestante.
In questo caso il problema è stato che, per molto tempo, le persone prendevano queste piccole tartarughine accorgendosi poi col passare del tempo che diventavano sempre più grandi e difficili da gestire. Così cosa facevano? Le liberavano nei fiumi e nei laghi.
Il problema è che queste tartarughe sono sempre state più aggressive rispetto a quelle autoctone come l’Emys orbicularis, presente nei nostri corsi d’acqua e poco a poco le hanno soppiantate, mettendole a rischio di scomparire. Per questo motivo si è deciso di bloccarne la vendita e la riproduzione.
Trachemys scripta
La Trachemys scripta è una tartaruga palustre originaria degli Stati Uniti e del Messico settentrionale, molto diffusa nelle paludi della Florida. Per i motivi descritti sopra, adesso la loro detenzione è vietata. Inizialmente nel 1997 venne vietata l’importazione nell’Unione Europea della Trachemys scripta elegans, la famosa tartaruga dalle orecchie rosse (ha due macchie rosse allungate sulla testa, nella posizione in cui si dovrebbero trovare i padiglioni auricolari, da qui il nome di fantasia).
Solo che i commercianti e gli allevatori, non potendo più importare la T. s. elegans, cominciarono ad importare le sue due sottospecie, la T. scripta scripta (tartaruga dalle orecchie gialle) e la T. scripta troostii (tartaruga dalle orecchie arancioni). Ma anche queste due incorsero negli stessi problemi di invasività ed ecco che adesso sia la T. s. elegans che le sue due sottospecie che gli ibridi sono considerate come IAS, specie aliene invasive.
Queste tartarughe da giovani tendono ad avere un carapace di un colore verde più brillante, che diventa marroncino con il passare del tempo. Essendo tartarughe acquatiche, hanno il corpo appiattito dorso-ventralmente e il piastrone piatto. Le zampe sono palmate e i maschi presentano artigli molto lunghi.
Sono tartarughe onnivore: mangiano di tutto. Da piccole tendono a essere maggiormente carnivore, prediligendo pesce di fiume, lago o insetti. Da adulte, invece, tendono a diventare maggiormente erbivore e a mangiare più vegetali.
Chrysemis picta
Di aspetto molto simile è la Crysemys picta. Ha quattro sottospecie:
- C. p. bellii
- C. p. dorsalis
- C. p. marginata
- C. p. picta
Originaria del Canada, Stati Uniti e Messico, è anche lei una tartaruga palustre. Il carapace è piatto con piastrone giallo (tranne nella bellii dove è rosso con disegno nero). È una specie onnivora, anche lei più carnivora da giovane e più erbivora da adulta. Si trova nell’Allegato B del regolamento CE, quindi può essere detenuta e venduta solamente con CITES o con attestato che certifichi che l’esemplare è nato in cattività in un paese dell’Unione Europea.
Emys orbicularis
L’Emys orbicularis è la tartaruga palustre europea. Le femmine sono più grandi dei maschi, ha carapace piatto e ovale con colore di fondo che va dal vere scuro al marrone oliva, arrivando fino al nero.
Le dita sono palmate e la coda è lunga sia nel maschio che nella femmina, con unghia terminale. È carnivora: mangia lumache, crostacei, insetti, larve, molluschi e girini. Può anche nutrirsi di carogne di animali o di erbe acquatiche come le ninfee o le lenticchie d’acqua. Tende a nutrirsi solo in acqua.
Clemmys guttata
La Clemmys guttata, nota anche come tartaruga punteggiata, arriva dal Canada e dagli Stati Uniti. Vittima del traffico illegale, ha un carapace nero-blu con punti gialli. Anche lei è onnivora.
Tartarughe d’acqua: caratteristiche principali
Le tartarughe d’acqua possono avere delle differenze significative per quanto riguarda la morfologia e alcune peculiarità anatomiche. In generale, però, tendono ad avere un carapace piatto, ovalare, con le femmine di maggiori dimensioni rispetto al maschio. Il colore è molto variabile, così come quello della pelle, anche se predominano i toni del verde, giallo e marrone.
Come tutte le tartarughe, ha uno scheletro formato da un endoscheletro (composto dalle ossa degli arti, della colonna vertebrale e del cranio) e da un esoscheletro (formato dal carapace dorsale e dal piastrone ventrale).
Non hanno denti o padiglioni auricolari. Al posto dei denti si trova la ranfoteca, cioè una sorta di “becco”. Non hanno neanche il diaframma: gli organi interni sono contenuti tutti insieme nella cavità celomatica, senza distinzione fra cavità toracica e cavità addominale. Cranialmente troviamo cuore, polmoni (disposti dorsalmente e lateralmente) e fegato, mentre caudalmente troviamo intestino, organi riproduttivi, vescica e cloaca.
La cloaca è un organo nel quale confluiscono i dotti degli apparati escretori e riproduttori. Quindi vuol dire che dal foro cloacale la tartaruga espellerà urine, feci, uova e estrofletterà il pene nei maschi.
Le zampe solitamente sono palmate e munite di artigli particolarmente lunghi nei maschi. Anche la coda tende a essere più lunga e voluminosa nei maschi.
Riproduzione delle tartarughe d’acqua
Anche le tartarughe d’acqua sono ovipare: depongono le uova. Come i volatili, le tartarughe acquatiche possono deporre le uova anche in assenza dell’accoppiamento: in questo caso non saranno uova fertili.
La maturità sessuale varia molto a seconda della specie: come in quelle terrestri molto dipende dal raggiungimento della giusta taglia e dal clima. Solitamente qui da noi l’accoppiamento, specie in cattività, avviene fra marzo e luglio, ma in alcuni casi si arriva anche a settembre se fa molto caldo.
L’accoppiamento tende ad avvenire di notte. Meglio sempre se è presente un solo maschio e più femmine a formare un harem. La gestazione dura più o meno 60 giorni e bisogna separare la femmina dal maschio.
Arrivati al momento dell’ovodeposizione, la femmina tende a deporre le uova nel terriccio morbido o nella sabbia. Attenzione: deporrà le uova solo se si trova in un ambiente tranquillo, altrimenti andrà incontro a problemi di ritenzione di uova.
Anche nelle tartarughe d’acqua è presente il fenomeno dell’anfigonia ritardata: le femmine possono immagazzinare gli spermatozoi anche per anni, deponendo magari uova fertili a distanza di parecchio tempo dall’ultimo accoppiamento.
Le uova si schiudono dopo un’incubazione di 2-3 mesi. Ricordati di non ruotare mai le uova delle tartarughe: sono sprovviste di calaze che proteggono e ancorano l’embrione. Ruotandole, danneggi l’embrione. Se le uova sono messe in incubatrice, potrebbero schiudere dopo 50-90 giorni. Anche qui il sesso delle baby tartarughe dipende dalla temperatura ambientale: se fa freddo, nascono maschi, se fa caldo nascono più femmine.
Quando le baby tartarughe nascono, devono rimanere nell’uovo almeno per un paio di giorni per finire di riassorbire il sacco vitellino. Come alimentazione i piccoli mangiano le stesse cose degli adulti, anche se sminuzzate più fini. È bene separare i piccoli dagli adulti.
Il letargo delle tartarughe d’acqua
Le tartarughe d’acqua vanno in letargo. In natura il letargo viene fatto immergendosi nelle vasche o sui fondali di fiumi e laghi. Ma in casa? Purtroppo molto spesso forme di ipotermia collegate a una cattiva gestione dell’habitat vengono confuse con un letargo.
In casa, con le temperature dei nostri ambienti, è impossibile che una tartaruga d’acqua vada in letargo. Se d’inverno noti che la tua tartaruga d’acqua è rallentata, mangia di meno ed è più apatica, controlla che la temperatura del termostato dell’acquario sia tarata correttamente e che le lampade riscaldanti e UVB funzionino.
È possibile, infatti, che la temperatura ambientale sia troppo bassa: sono tartarughe che vivono bene intorno ai 26 gradi, le temperature di casa di 19-20 gradi non sono sufficienti e se l’acquario non è fornito di lampada riscaldante o di termostato, ecco che vanno in ipotermia.
Cosa mangiano le tartarughe d’acqua?
L’alimentazione delle tartarughe d’acqua può variare leggermente a seconda delle specie. In generale le tartarughe d’acqua tendono ad essere onnivore: da piccole sono maggiormente carnivore, mentre da adulte tendono a diventare più erbivore. Le tartarughe d’acqua più comuni, fra cui annoveriamo le Trachemys, Graptemys, Pseudemys, Crysemys, Emus e altre ancora sono onnivore.
Nella dieta non devono mancare pesce (possibilmente di lago o fiume, non troppo pesce grasso), insetti e vegetali. In natura le tartarughe palustri tendono a mangiare un po’ di tutto: insetti, grilli, lumachine, vermi, anfibi, pesci, carcasse di altri animali e anche piante acquatiche. In cattività bisogna fornire una dieta il più varia possibile per evitare carenze nutrizionali.
Errori nell’alimentazione della tartaruga d’acqua
Il principale errore che si compie con l’alimentazione della tartaruga d’acqua è la cosiddetta “alimentazione monogamberetto”. Fornire come unica fonte di cibo mangimi commerciali composti da soli gamberetti provoca inevitabilmente forme di ipovitaminosi A. Da evitare anche i mangimi per cani e gatti, non bilanciati per le tartarughe.
Dove tenere le tartarughe d’acqua dolce?
L’habitat delle tartarughe d’acqua varia a seconda che le si tenga all’esterno o all’interno. Se tenute in giardino hanno bisogno di un bel laghetto, sufficientemente profondo da permettere il letargo in inverno. Il tutto ben recintato per evitare fughe.
In casa, invece, è necessario avere un acquario il più grande possibile. L’acquario deve essere accessoriato con termostato per l’acqua, lampada UVB e lampada riscaldante per creare un hot spot. Ricordiamo, infatti, che le tartarughe sono animali ectotermi, a sangue freddo: non sono in grado di mantenere da sé la temperatura corporea, ma la regolano basandosi su quella ambientale.
È importante creare un punto di basking in modo che la tartaruga possa modificare la temperatura spostandosi dal punto caldo al punto freddo e viceversa. Le tartarughe devono stare a una temperatura di 26 gradi, con punto caldo a 30-35 gradi. A temperature più basse vanno incontro a forme di ipotermia che possono condurle alla morte.
L’acquario deve disporre anche di un filtro adeguato per mantenere l’acqua pulita. Deve essere anche presente una zona emersa e un riparo. Come fondo dell’acquario, va evitata la ghiaia troppo fine o quella per i pesci: le tartarughe la mangerebbero rischiando un’occlusione intestinale. Meglio usare dei sassi più grossi.
Da evitare l’inserimento di piante vere (le tartarughe se le mangerebbero subito) o di pesci.
Malattie delle tartarughe d’acqua
Queste sono le principali malattie delle tartarughe d’acqua:
- ipovitaminosi A
- iperparatiroidismo secondario nutrizionale (con “guscio molle”)
- ipotermia
- ascessi (soprattutto auricolari)
- polmonite
- infezioni respiratorie
- gotta
- MOM (Malattia Osteo Metabolica)
- prolasso della cloaca
- SCUD
- ritenzione delle uova
- ostruzione intestinale da corpi estranei
- stipsi
- ferite e traumi
Curiosità sulle tartarughe d’acqua
Queste sono alcune piccole curiosità sulle tartarughe acquatiche:
- Difficile dire quanto tempo possono stare fuori dall’acqua le tartarughe d’acqua dolce. Una tartaruga marina, per esempio, può stare fuori dall’acqua un’ora, ma le tartarughe palustri possono passare anche diverse ore della giornata fuori dall’acqua
- Come capire se è morta una tartaruga d’acqua? Se la tartaruga galleggia abbandonata a se stessa, con tutti gli arti molli che penzolano fuori dal carapace, l’occhio infossato ed emana un odore di putrefazione, è probabile che sia morta. Prova a farle dei bagni tiepidi per capire se sia davvero morta o se non si trovi in uno stato di grave ipotermia. Nel dubbio, prima di dichiararne il decesso, contatta il tuo veterinario esperto di esotici
- In Italia è vietata la detenzione di alcune tartarughe considerate molto pericolose. È il caso della tartaruga azzannatrice o della tartaruga alligatore
- Il prezzo di una tartaruga d’acqua varia a seconda della specie. Quelle comuni che si trovano in vendita qui da noi costano sui 10-20 euro, ma esemplari di specie più esotiche possono costare molto di più
- La durata di vita media di una tartaruga d’acqua può superare anche i 30 anni in cattività, sui 15-16 anni in natura di solito
- Se ti stai chiedendo ogni quanto si cambia l’acqua alla tartaruga vuol dire che o lo stai facendo troppo poco o non hai un filtro adeguato
Tartarughe d’acqua come animali domestici
Prima di prendere delle tartarughe d’acqua, assicurati di avere in casa abbastanza spazio: la tartaruga crescerà col passare del tempo e avrà bisogno di acquari sempre più grandi. Molto importante è la gestione corretta dell’acquario e la cura dell’alimentazione: la maggior parte delle malattie delle tartarughe sono provocate proprio da una dieta scorretta o da una non perfetta gestione dell’alloggio.