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Tamarindo: coltivazione della pianta tropicale

Tutto sulla coltivazione del tamarindo. Come prendersi cura della pianta tropicale popolare in India e quanto ci mette a crescere e a dare i suoi frutti.

Tamarindo: coltivazione della pianta tropicale

Fonte immagine: Pixabay

Il tamarindo è una pianta tropicale la cui coltivazione – anche in Italia – può essere effettuata a determinate condizioni ma senza difficoltà. Il frutto che viene fuori dall’albero di tamarindo è ricco di proprietà e vanta diversi usi in cucina, si può gustare sia nella relativa bevanda che sotto forma di sciroppo.

Forse non tutti lo sanno, ma il nome della pianta deriva da una parola di origine araba che significa “dattero indiano”. Ciò a causa della somiglianza con il dattero che tutti conosciamo. Ma quanto ci mette a crescere un tamarindo? E quanto impiega per fare i suoi frutti? Andiamo nel dettaglio.

Tamarindo, origine

L’albero di tamarindoTamarindus indica – originario dell’Africa tropicale, appartiene alla famiglia delle Fabaceae e cresce selvatico in tutto il Sudan ma anche in India, dove è stato introdotto e adottato molto tempo fa e che si conferma come primo produttore e consumatore del frutto. Nonché in Pakistan e molte altre regioni tropicali.

Probabilmente è grazie agli arabi che è stato possibile conoscerlo in Europa durante il Medioevo. In tutte le aree tropicali e quasi tropicali viene coltivato come albero da ombra e da frutto, lungo i bordi delle strade, nei cortili e nei parchi.

Caratteristiche della pianta

Quello di tamarindo è un albero massiccio a crescita lenta che può raggiungere, nel corso degli anni, un’altezza di 24-30 m. È un arbusto che vanta rami forti e flessibili e dalla corteccia di colore grigio scuro. È particolarmente resistente al vento. Le foglie sono di colore verde brillante, fini e piumate e tendenzialmente sempreverdi.

I fiori invece sono poco appariscenti a 5 petali di colore giallo con striature arancioni o rosse. Il tamarindo frutto è un legume che si presenta come baccelli piatti, all’esterno sono di un colore scuro tendente al marrone o bruno. Sono lunghi da 10 a 15 cm ed i loro semi, da 4 a 12 per baccello, costituiscono il 34% del frutto. Si trovano all’interno di una polpa di colore giallastro o marrone dal sapore molto aspro ma dolce e gradevole al palato.

Tamarindo: coltivazione della pianta tropicale
Fonte: Pixabay

Tamarindo: proprietà

A cosa serve il tamarindo? Il frutto contiene vitamine, minerali, aminoacidi e composti vegetali benefici. Aiuta a proteggere dalle malattie cardiache e dal danno ossidativo, a combattere diversi microbi, batteri, virus, funghi e parassiti. Utilizzato come condimento in molti piatti, può avere proprietà medicinali.

Si può gustare in pietanze dolci e salate o essere consumato direttamente dal baccello. Apprezzata è la bevanda di tamarindo, rinfrescante e piacevole al palato. Viene utilizzato anche in dolci, salse, gelati e marmellate.

Tra le controindicazioni del tamarindo si annoverano l’effetto lassativo e la possibile interazione con l’assunzione dei farmaci anticoagulanti in quanto può abbassare la pressione sanguigna. Il consumo di tamarindo non è raccomandato inoltre in concomitanza con l’assunzione di farmaci per il diabete, perché provoca ipoglicemia.

Varietà di tamarindo

Esistono diversi tipi di varietà di tamarindo, che differiscono per dimensioni, portamento e caratteristiche del frutto. Tra quelli più conosciuti si possono annoverare:

  • Tamarindo dolce
  • Tamarindo australiano
  • Tamarindo di Manila
  • Tamarindo di velluto
  • Tamarindo spagnolo

Ognuna di queste specie vanta delle differenti peculiarità. Restano più o meno uguali, invece, le esigenze di coltivazione.

Coltivazione del tamarindo

Il tamarindo predilige un clima tropicale e subtropicale, secco e ventoso. Quando è giovane – ma anche quando la pianta è adulta – non tollera bene il freddo. La temperatura minima a cui può essere esposto è di 4ºC, purché in presenza di clima asciutto. La migliore posizione nella quale piantarlo è in pieno sole.

Tuttavia non tollera la siccità totale, è preferibile mantenerne sempre il terreno umido, senza esagerare. Per quanto riguarda il caldo, può sopportare tranquillamente temperature fino a 35ºC. Ciò premesso, l’albero non prevede particolari esigenze o accorgimenti.

In quanto alla coltivazione del tamarindo in Italia c’è da sottolineare come, temendo molto il freddo, non potrebbe crescere rigoglioso nei climi molto rigidi ed a temperature al di sotto dello zero. Nella nostra penisola, tuttavia, è diffuso più come frutto che come pianta.

Semina

Essendo una pianta che si riproduce per seme, la coltivazione del tamarindo può avvenire tramite questi ultimi, o per innesto. I semi germinano facilmente mantenendoli inizialmente umidi. Le piantine germogliano nel giro di poco più di una settimana. Tuttavia, i primi anni non cresce particolarmente: il primo potrebbe superare appena mezzo metro.

Se vi state chiedendo quanto costa una pianta di tamarindo, il suo prezzo dipende dalla grandezza della stessa. In via generale basti sapere che una piantina in vaso di 16 cm di altezza pari a 80/100 cm costa intorno ai 30 euro. Questo è il prezzo di una pianta di tamarindo.

Terreno

La sua coltivazione deve essere fatta in terreni misti, con contenuto argilloso e sabbioso. Deve essere ben drenato e deve contenere una buona quantità di fertilizzanti. Tuttavia, vive bene anche in terreni neutri, granulosi e salini. In quanto al pH deve essere ben equilibrato, i valori ottimali sono compresi tra 6,5 ​​e 7,5.

Irrigazione

Le piante giovani vanno innaffiate in profondità quando il terreno si presenta asciutto. Successivamente, gli alberi di tamarindo possono resistere a periodi di siccità estrema senza conseguenze negative per la loro crescita.

Raccolta dei frutti

Il suo periodo di raccolta varia, a seconda della regione e dell’esemplare, tra gennaio ed aprile. Una curiosità riguarda il sapore dei frutti di ogni albero: tutti vantano un gusto diverso. Pertanto è possibile assaporare tamarindi più o meno dolci e saporiti.

Tamarindo: coltivazione della pianta tropicale
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Tamarindo, cura e manutenzione

È un albero rustico che non necessita di grandi cure per dare buoni raccolti. Essendo un albero alto, può essere utilizzato per offrire ombra ad altri alberi da frutto o altre colture del giardino che necessitano di mezz’ombra.

Concimazione

Ogni anno, all’inizio della primavera, il terreno di coltivazione andrebbe arricchito con un concime ternario a base delle sostanze indispensabili per la vita della pianta. Ossia azoto, potassio, fosforo. In un terreno povero di nutrienti, difatti, l’albero stenta a crescere e a svilupparsi.

Potatura

Il tamarindo si pota solo per eliminare i rami improduttivi, quelli secchi o troppo vecchi. Oppure anche quelli che sono stati colpiti da malattie. Per evitare infezioni, è consigliabile disinfettare le cesoie.

Malattie

Uno dei principali parassiti dell’albero di tamarindo è la cocciniglia, che causa la caduta delle foglie e talvolta lo spargimento di giovani frutti. Una malattia che può attaccare tale pianta è lo oidio, un fungo che colpisce anche altre varietà e che può essere combattuto con l’applicazione di fungicidi di tipo protettivo a base di zolfo.

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Come coltivare il tamarindo in vaso?

Sebbene un albero di tamarindo sia destinato a diventare un albero enorme piantato nel terreno, nulla vieta di coltivarlo, almeno inizialmente, in vaso. Scegliete un vaso grande e leggero e riempitelo per il 25% di ghiaia, servirà a mantenere fresche le radici.

Coprite un altro 25% con torba di cocco e completate con sabbia di fiume, compost e letame biologico. La germinazione del seme di tamarindo è molto semplice, dopo una breve idratazione in acqua per una notte, trasferitelo nella terra e prendetevene cura.

Quanto impiega per crescere?

Per quanto riguarda la germinazione ci vogliono circa 10 giorni, la crescita di nuovi rami ne impiega invece 40. Per crescere di circa 25 cm necessita dai 2 ai 3 mesi. Invece, se vi state chiedendo quanto ci mette un tamarindo a fare i frutti dovrete avere pazienza. Per iniziare a produrli l’albero ha bisogno di almeno 10 anni se è stato piantato per seme.

In caso di riproduzione vegetativa, può iniziare a dare i suoi frutti dopo 3 o 4 anni. La raccolta dei frutti può essere quindi velocizzata piantando una pianta di tamarindo in vendita e già sviluppata. La produzione del tamarindo è ciclica, permette abbondanti raccolti ogni 2 o 3 anni.

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