Stop agli allevamenti da pelliccia: Elisabetta Canalis scrive a Conte
Stop agli allevamenti da pelliccia: Elisabetta Canalis scrive una lettera aperta al Premier Conte per chiedere la chiusura delle strutture.
Fonte immagine: Instagram
Elisabetta Canalis rinnova il suo grande impegno per la protezione degli animali e scende in campo contro gli allevamenti da pelliccia. L’attrice e modella ha infatti deciso di scrivere a Giuseppe Conte, l’attuale Presidente del Consiglio, per chiedere uno stop immediato a questi impianti. A darne notizia è il Corriere della Sera, la lettera aperta sarebbe stata recapitata in questi giorni a Palazzo Chigi.
La questione degli allevamenti da pelliccia è divenuta di stringente attualità negli ultimi giorni, con la conferma di numerosi casi di coronavirus fra i visoni allevati in tutta europa. Contagiati direttamente dall’uomo, questi animali purtroppo sono vittime di una trasmissione molto veloce del virus. E in Danimarca è stata identificata anche una mutazione del pericoloso agente, dovuta proprio al rapido contagio degli animali nelle strutture.
Allevamenti da pelliccia: la lettera di Elisabetta Canalis
La questione dei visoni contagiati dal coronavirus, e soppressi a milioni in particolare negli allevamenti della Danimarca, ha sollevato le comprensibili proteste delle associazioni animaliste. Si tratterebbe infatti dell’ennesima dimostrazione dei danni causati dall’uomo sull’universo animale, soprattutto in un’epoca storica in cui il genere umano non ha più bisogno di ricorrere a pelle e pellicce per il proprio vestiario.
Negli scorsi giorni l’associazione Peta ha avviato una campagna per richiedere l’immediata chiusura degli allevamenti, con una petizione già firmata da 30.000 persone. Elisabetta Canalis, da anni impegnata a sostenere iniziative di tutela nei confronti degli animali, ha deciso di dare il proprio contributo scrivendo una lettera aperta al Premier Conte. Un estratto della missiva è stato pubblicato dal Corriere della Sera:
Finché saranno autorizzati a restare aperti, gli allevamenti di animali da pelliccia costituiranno un rischio per la salute pubblica. Gli animali vengono tenuti in gabbie una accanto all’altra e persino una sopra l’altra negli allevamenti di questo tipo, le loro deiezioni e il sangue possono facilmente contaminare le gabbie adiacenti e potenzialmente diffondere malattie infettive. […] Questo è anche un problema di ordine morale. Negli allevamenti di animali da pelliccia, in Italia e altrove, i visoni sono ammassati in gabbie piccolissime, di rete metallica, che taglia le loro zampe. Non hanno accesso all’erba per farsi un giaciglio e neppure all’acqua per nuotare. Molti di loro lentamente impazziscono e arrivano ad automutilarsi come conseguenza dello stress derivante da questa reclusione permanente, prima di essere uccisi in modo violento. I visoni vengono spesso abbattuti con il gas, un metodo sempre inumano, ma in particolare per i visoni che, essendo animali semi-acquatici, hanno la capacità di trattenere a lungo il respiro e pertanto soffrono atrocemente.
Elisabetta ha inoltre spiegato le ragioni della sua presa di posizione in una diretta organizzata su Instagram dove, oltre a ribadire come oggi esistano alternative ecologiche e cruelty-free alle pellicce, ha ricordato come gli allevamenti di questo tipo rimangano dei luoghi a rischio per le infezioni, poiché non dissimili dai wet-market asiatici che tutti hanno imparato a conoscere durante la pandemia da coronavirus.
Già da anni la moda si sta abbandonando il ricorso alle pellicce animali, ormai dismessa da molti atelier e anche grandi marchi dell’universo consumer. Proprio data la pandemia in corso, le associazioni chiedono quindi che questi allevamenti vengano definitivamente chiusi anche in Italia, così come accaduto in gran parte del resto d’Europa.
Fonte: Corriere della Sera