Stop alle trivellazioni in Italia respinto? Critiche le associazioni
Stop alle trivellazioni in Italia, bloccato il testo presentato dal Ministero dello Sviluppo Economico: critiche dalle associazioni.
Fonte immagine: Trivelle in mare / Pixabay
Forti critiche da parte delle associazioni ambientaliste dopo le indiscrezioni sul parere negativo ricevuto dallo stop alle trivellazioni in Italia. Oggetto della discussione la norma proposta dal Ministero dello Sviluppo Economico, come ricordato in un comunicato congiunto da Greenpeace, Legambiente e WWF.
Se confermato, il no allo stop alle trivellazioni in Italia risulterebbe non soltanto negativo per il Bel Paese, ma anche contrario alle indicazioni provenienti dall’Unione Europea:
Respingere la norma sull’abbandono delle trivellazioni (possibilità di cui parlano alcune indiscrezioni di stampa) sarebbe una scelta non coerente con gli impegni assunti con l’Europa.
La norma sul progressivo abbandono delle trivellazioni di gas e petrolio in Italia, a cominciare da quelle nei nostri mari, proposta dal Ministero dello Sviluppo Economico va nella giusta direzione della decarbonizzazione della nostra economia richiesta dall’Europa con l’European Green Deal e soprattutto con lo strumento Next Generation EU che assegna all’Italia nel suo complesso 209 miliardi di euro (il 37% da destinare ad azioni per il clima) e respingerla in Consiglio de Ministri vorrebbe dire contraddire le scelte green del Governo concordate con l’Europa.
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La necessità di vietare le trivelle nei mari italiani è stata ribadita più volte dalle tre associazioni. Già dal 2019 è stato chiesto di varare una moratoria al riguardo, analogamente a quanto previsto in Francia dal 2017. Piattaforme che minacciano l’ambiente e coloro che vivono delle risorse naturali presenti. Hanno concluso Greenpeace, Legambiente e WWF:
Greenpeace, Legambiente e WWF ricordano che il settore dell’estrazione di gas e petrolio sul territorio nazionale (tutte le riserve petrolifere nei nostri mari coprirebbero il fabbisogno nazionale solo per 7 settimane – dati MiSE) sopravvive artificiosamente per i numerosi incentivi, sovvenzioni e esenzioni che lo tengono forzosamente in vita: una per tutte l’esenzione dal pagamento dell’aliquota, al netto delle produzioni, per le estrazioni che arrivino sino 20 milioni di Smc di gas e 20.000 tonnellate di olio prodotti annualmente in terraferma, e i primi 50 milioni di Smc di gas e 50.000 tonnellate di olio prodotti annualmente in mare.
Un vero e proprio sussidio ambientalmente dannoso che sottrae alle casse dello Stato e alla comunità nazionale almeno 40 milioni di euro ogni anno (Catalogo dei Sussidi Ambientalmente Dannosi e Favorevoli – 2018).