Sterilizzazione gatta: quando farla, costo, rischi
La decisione di sterilizzare la gatta di casa è una scelta importante che previene patologie: ecco quando farla, costo e rischi.
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La decisione di sterilizzare la gatta di casa va presa dopo una consultazione con il veterinario di fiducia: spesso si tratta di una scelta molto importante per la salute dell’animale domestico. Le continue gravidanze possono stressare il fisico della gatta e, con l’intervento, si preserva la sua salute dall’insorgenza di patologie tumorali, quindi il diffondersi di cucciolate non desiderate. La sterilizzazione è una scelta saggia che, se attuata nelle colonie di strada, può diminuire le cifre legate al randagismo e alla morte prematura.
Cos’è la sterilizzazione
La sterilizzazione della gatta è nota come ovariectomia e consiste nell’asportazione delle ovaie tramite un’incisione dell’addome: il tutto avviene in anestesia totale, con il supporto di un veterinario professionista. Un procedimento di routine ma delicato: in alcuni casi è possibile anche l’asportazione dell’utero, la gatta verrà riconsegnata al proprietario ancora addormentata, dopo un periodo di osservazione, così da proseguire il post operatorio tra le mura domestiche. L’animale viene operato dopo una visita preliminare e gli esami di rito, quindi consegnato allo studio dopo un periodo di digiuno stabilito dal medico, sottoposto a intervento solitamente in un orario tranquillo concordato con il proprietario. L’operazione maschile invece è nota come castrazione.
Età e post operatorio
La sterilizzazione può avvenire anche in giovane età: dopo i sei mesi e prima che la gatta entri in calore e abbia il primo estro. Il procedimento può avvenire anche successivamente in età adulta, in particolare se l’animale è stato adottato dalla strada. Sterilizzare è una scelta importante che potrebbe prevenire molte malattie e nascite incontrollate, basti pensare che una femmina può produrre tre cucciolate in un anno per una media di dodici micini a parto. Le figlie, se non sterilizzate, possono accoppiarsi e riprodursi a loro volta per un totale di 3.000 gatti in quattro anni. Il post operatorio procederà in casa in modo tranquillo: la gatta si risveglierà gradualmente dall’anestesia ma non andrà alimentata o idratata per almeno una giornata. Cuccia e lettera andranno posizionate in modo comodo così da evitare sforzi e salti, la micia indosserà il collare elisabettiano o l’apposita tutina per evitare che danneggi la sutura. Non dovrà affaticarsi o uscire e il medico eliminerà i punti dopo una settimana.
Prevenzione
Nonostante in molti risultino ancora contrari alla pratica, la sterilizzazione è in realtà una scelta utile e necessaria per il benessere dell’animale, così da prevenire cucciolate indesiderate e ridurre il rischio di patologie tumorali alla cervice, all’utero, alle ovaie e alle mammelle. La sterilizzazione è una potente forma di prevenzione. Inoltre, impedendo l’accoppiamento, si riduce la possibilità di contrarre malattie sessualmente trasmissibili come la FIV o conseguenti a morsi da parte di gatti infetti come la leucemia felina (FeLV). Si dimezza la necessità di uscire e scappare alla ricerca dell’accoppiamento e, nel caso dei maschi, l’atteggiamento risulta più calmo. L’animale tenderà ad ingrassare per questo è importante favorire attività ludiche casalinghe, del movimento e una dieta equilibrata.
Costi e rischi
Il costo della sterilizzazione può variare dai 150 ai 250 euro, ma alcune strutture possono praticarlo in modo gratuito o con cifre contenute, in particolare nei confronti dei gatti randagi. La cifra varia in base allo studio o al professionista di riferimento e al tipo di intervento, ma è sempre bene affidarsi a personale esperto e qualificato così da evitare problematiche. Gli unici rischi – oltre a quelli seppur rari dovuti dall’intervento e dall’anestesia, spiegati nel dettaglio dal veterinario – sono legati alla mancata sterilizzazione, che può favorire gravidanze non volute e la possibilità di sviluppare patologie tumorali.