Stafilococco: cos’è, sintomi e terapia
Lo stafilococco è un batterio diffuso: vediamo quali sono i batteri di questa famiglia, quelli patogeni e che tipo di infezioni possono causare.
Fonte immagine: Laboratory via Pixabay
Gli stafilococchi, ovvero gli Staphylococcus, sono batteri Gram-positivi che appartengono alla famiglia delle Staphylococcaceae. Si tratta di batteri immobili, ossia sprovvisti di flagelli e privi di capsula. Il nome deriva dalla forma e dalla disposizione che assumono nello spazio, infatti l’etimologia del termine descrive entrambi: staphyle, a grappolo, e coccus, sfera.
I batteri di questa famiglia sono naturali colonizzatori soprattutto della pelle, delle ghiandole della stessa e delle mucose, sia nell’uomo che negli altri mammiferi a sangue caldo. Si trovano anche in una vasta gamma di alimenti, come ad esempio la carne, il latte e il formaggio, oltre che nell’aria e nelle acque naturali.
Nel complesso, i batteri del genere Staphylococcus comprende 47 specie, delle quali solo 7 sono patogene per gli esseri umani:
- Staphylococcus aureus;
- Staphylococcus epidermidis;
- Staphylococcus haemolyticus;
- Staphylococcus hominis;
- Staphylococcus lugdunensis;
- Staphylococcus saprophyticus;
- Staphylococcus warneri.
Tra le specie patogene, la più nota e spesso coinvolta in infezioni – anche gravi e talvolta letali – è quella dello Staphylococcus aureus. Le forme più gravi sono quelle che si contraggono in ospedale, ossia le “infezioni nosocomiali”. Si tratta di malattie infettive che rappresentano la complicanza più frequente e grave dell’assistenza e del ricovero in ospedale: spesso sono difficili da trattare, soprattutto perché sostenute da microrganismi che hanno acquisito resistenza agli antibiotici disponibili.
I batteri del genere Staphylococcus possono anche essere causa di intossicazione alimentare. Nella maggior parte dei casi i sintomi insorgono dopo l’ingestione di carne lavorata, alimenti ripieni di creme fresche e gelati contaminati. La tossinfezione sovente si risolve senza causare sintomi degni di rilievo, tuttavia la tossina, resistente al calore della cottura, può anche essere causa di sintomi gastrointestinali come vomito, diarrea, dolori addominali e nausea. Alcuni ceppi sono responsabili della più grave enterocolite.
Malattie associate all’infezione da stafilococco
Le più comuni infezioni sono dovute allo Staphylococcus aureus e si manifestano con:
- infezioni localizzate della pelle e delle mucose cha causano l’insorgenza di evidenti foruncoli e ascessi superficiali, che possono interessare anche i follicoli – come nel caso dell’orzaiolo – e le ghiandole sebacee;
- impetigine, infezione diffusa e acuta della pelle;
- infezioni più profonde come l’osteomielite, l’artrite settica, l’endocardite acuta e la setticemia, in cui spesso non è nota la sede del focolaio primario di infezione;
- polmonite, soprattutto nei pazienti affetti da fibrosi cistica e malattia polmonare cronica ostruttiva;
- infezioni nosocomiali in seguito a intervento chirurgico o infezione delle piaghe da decubito causate dal lungo periodo a letto;
- gastroenterite da intossicazione alimentare;
- sindrome della cute scottata, detta anche malattia di Ritter, una lacerazione massiva della pelle che si diffonde a tutto il corpo.
Altre patologie associate all’infezione da stafilococchi sono:
- l’endocardite da Stafilococco epidermidis nei pazienti che hanno subito un intervento per la sostituzione di una valvola cardiaca;
- cistite e infezioni urinarie da Stafilococco saprophyticus;
- infezione alle valvole cardiache da Staphylococcus lugdunensis.
Terapia
L’infezione da stafilococco oggi è sempre più di frequente sostenuta da ceppi resistenti alla terapia antibiotica con penicillina, quindi quando non è possibile impiegare questo farmaco la scelta ricade sulla vancomicina. I ceppi resistenti sono sempre più diffusi e, considerato il loro ampio numero e le notevoli varianti, non è possibile la vaccinazione.