Spreco di cibo: ecco come il social greenApes aiuta a combatterlo
greenApes è un social network e un'app che consente di premiare stili di vita sostenibili, anche in tema di alimentazione, ecco come collaborerà con il Barilla Center for Food and Nutrition.
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Una dieta sana e sostenibile potrebbe aiutare enormemente il nostro Pianeta. Bastano infatti piccoli gesti quotidiani legati al nostro modo di mangiare per contribuire a ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera. Non è solo la convizione di qualche sparuto ambientalista, è dello stesso avviso anche la Commissione Europea che con il progetto Su-Eatable Life intende andare a colpire tutti queli sprechi che si annidano nel consumo errato (e insostenibile) di cibo, in particolare nelle mense aziendali e universitarie. A fare da capofila a Su-Eatable Life nel vecchio continente sarà la Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) che opererà insieme al social Greenapes, alla Wageninen University e alla Sustainable Restaurant Association per correggere le proprie diete, al fine di apportare vantaggi per il nostro ambiente e la nostra salute. La Fondazione Barilla inoltre, proprio sui temi alimentari, porterà la prossima settimana a Milano una serie di dibattiti che vedranno alcuni tra i maggiori esperti confrontarsi nella due giorni del Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione, che prenderà il via il 27 novembre. Tra gli esperti ci sarà anche Gregory Eve, CEO e co-fondatore di greenApes, un social network dedicato alla sostenibilità che punta a premiare i comportamenti virtuosi dei suoi utenti.
Abbiamo rivolto alcune domande a Eve per capire meglio le peculiarità di greenApes e come, in concreto, si integrerà nel progetto Su-Eatable Life.
Come è nata l’idea di greenApes?
L’idea alla base è quella di promuovere stili vita eco-sostenibili, rendendo questo percorso divertente e gratificante per ognuno di noi. L’emergenza di cambiamenti climatici deve essere affrontata urgentemente, ma questa ricerca di un miglior equilibrio con il nostro pianeta (da cui il nome greenApes, ovvero i “primati verdi”) può essere affrontata con un tono positivo.
Ci può spiegare quali sono le caratteristiche principali che rendono GreenApes un social network differente da tutti quelli sul mercato?
Molte cose. Sebbene “social network” sia una definizione immediata che noi stessi spesso usiamo, forse non è neanche il modo più corretto di definire greenApes. Anzitutto è una app tematica dove le persone possono scambiare idee, domande ed esperienze legate specificamente al tema eco-sostenibilità. Ma greenApes è anche una piattaforma premiante: usando greenApes infatti si accumulano punti (chiamati BankoNuts) da utilizzare per accedere a premi offerti da partner e aziende legate al mondo della sostenibilità, come produttori biologici, ristoranti vegetariani, servizi di sharing, ma anche cultura e attività all’aperto. I punti si accumulano certificando le proprie azioni sostenibili tramite il collegamento con altre app: ad esempio collegando greenApes ad Apple Health e Google Fit si possono premiare automaticamente tutti gli spostamenti a piedi o in bici (ma la lista di app integrate sta aumentando e siamo sempre molto felici di integrarci con app e servizi esterni). Punti bonus si ottengono anche condividendo buone idee, che vengono premiate in base al numero di persone ispirate all’interno della community. Infine, ed è una differenza a cui teniamo molto, la differenza di business model: greenApes non vende i dati a nessuno e cerca di rispettare la privacy il più possibile.
Quanti sono ad oggi gli utenti della vostra piattaforma e che trend sta avendo da quando l’avete lanciata?
La community è ancora piccola ma molto vivace e amichevole. Abbiamo fatto le prime esperienze pilota tramite progettazioni sostenute dall’unione Europea nelle città di Firenze ed Essen (in Germania), quindi senza un vero budget di marketing, ma comunque ci sono già stati più di 20.000 downloads. Ora gli iscritti iniziano ad arrivare da tutta Italia e anche i premi sono ormai disponibili in tutte le regioni, ma il numero a cui teniamo di più è 72%, ovvero il numero di persone che ha dichiarato di aver adottato nuovi comportamenti sostenibili tramite la app. E siamo molto contenti anche dell’attenzione crescente di città e aziende verso la nostra realtà.
Oltre al mercato italiano avete pensato di allargare la piattaforma anche all’estero?
greenApes è nata con l’obiettivo di essere una piattaforma internazionale. Per questo da subito abbiamo avviato esperienze parallele in Italia e Germania. Le aziende con cui lavoriamo (tipicamente per progetti di ingaggio dei dipendenti in comportamenti eco-sostenibili all’interno dei programmi di Responsabilità Sociale d’Impresa) sono già internazionali. Poi abbiamo i progetti verticali sulle città, che possono personalizzare la piattaforma a livello locale per dare spazio alle proprie priorità e realtà del territorio. Ad inizio 2019 greenApes arriverà in veste per personalizzata per la città di Milano per SharingMi, un’iniziativa all’interno del progetto Sharing Cities che Milano sta portando avanti con Londra e Lisbona. Sempre a inizio 2019 lanceremo anche a Monaco e per il tardo 2019 arriveremo a Torino, per un progetto di Mobilità Sostenibile con l’istituto Superiore Mario Boella, chiamato GOEASY. Ma proprio in queste settimane stiamo approfondendo la discussione con varie città in nord-europa, mentre adesso sto rispondendo da Parigi, dove abbiamo vinto una challenge di Philips-Signify per le Smart Cities insieme a un’altra realtà innovativa, FLOUD.
Siete una delle realtà coinvolte nel progetto SU-EATABLE LIFE, in cosa consiste questo progetto?
L’idea è immediata: promuovere la scelta di pasti sostenibili nelle mense aziendali e universitarie, luoghi in cui ogni giorno si consuma un numero enorme di pasti e spazi in cui l’educazione alimentare può davvero giocare un ruolo importante. È un progetto di cui siamo felicissimi, coordinato dalla Fondazione Barilla (che sta portando avanti un lavoro molto bello di ricerca su diete sostenibili e corretta alimentazione) insieme alla Sustainable Restaurant Association nel Regno Unito e l’Università di Wageningen in Olanda.
Che cosa può fare concretamente un social come GreenApes per contribuire a ridurre l’impatto ambientale del nostro modo di mangiare?
Tramite la tecnologia in corso di sviluppo sarà possibile certificare la scelta di “piatti” a ridotto impatto ambientale e premiare nel tempo questa scelta con sorprese per i partecipanti. È un progetto ambizioso e l’obiettivo è di raggiungere migliaia di mense nel giro di pochi anni. Ma già adesso su greenApes le persone hanno l’opportunità di condividere informazioni e ricette eco-sostenibili in modo spontaneo, oltre a informazioni su mercati locali e prodotti di stagione. Alla fine dei conti comunque la vera differenza la fa sempre la scelta di ogni individuo: dall’acquisto e consumo di prodotti sostenibili, alla riduzione degli sprechi… una quota molto importante del nostro impatto ambientale è legata all’alimentazione. greenApes prova soltanto a dare il suo contributo, incentivando questo cammino e favorendo la condivisione di buone idee. Per questo il nostro claim è “you’re not alone in the jungle”: sono sempre di più le persone che agiscono pensando al pianeta e non c’è più motivo di sentirsi isolati.