Cosa causa lo spreco alimentare e come ridurlo
Lo spreco alimentare è un problema globale dalle conseguenze fin troppo spesso sottovalutate. Gettare cibo in ottime condizioni non è solo un comportamento scorretto dal punto di vista etico. Si ripercuote anche sulle nostre finanze e, non ultimo, sul nostro Pianeta. Ma in che modo lo spreco alimentare aggrava i cambiamenti climatici?
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Ieri si è celebrata la Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, una ricorrenza che si celebra il 5 Febbraio di ogni anno, e che mira a dimezzare la quantità di rifiuti alimentari prodotti a livello globale. Dovrebbe essere un’impresa piuttosto semplice, giusto? Eppure, in realtà riuscire a combattere lo spreco di cibo è più complicato di quanto possiamo immaginare.
Pur prestando più attenzione a ciò che acquistiamo e alle date di scadenza, possiamo ritrovarci di fronte al frigo e scoprire che pere, latte, arance e zucchine sono ormai da gettar via.
E questo è un grande, un grandissimo peccato. In primo luogo perché quel cibo lo abbiamo acquistato con i nostri soldi, e in secondo luogo perché si tratta di uno spreco di risorse con un grande impatto a livello globale.
Secondo i dati Eurostat aggiornati al 2023, solo nei Paesi membri dell’UE ogni anno si producono la bellezza di 58 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari. A livello globale, circa un terzo del cibo prodotto viene gettato via.
Alimenti che entrano nelle nostre case per poi finire direttamente nell’immondizia.
Questo è un fatto che dovrebbe far riflettere, specialmente se si considera che milioni di persone – specialmente nei Paesi meno fortunati del nostro – vivono in condizioni di malnutrizione o denutrizione.
Che cosa causa lo spreco alimentare?
Quando sentiamo parlare di spreco alimentare, ci vengono subito in mente le decine di prodotti che buttiamo nella spazzatura ogni mese. Alimenti scaduti, frutta marcia, verdure ormai non più fresche, latte e uova che hanno superato da tempo la data di scadenza.
Naturalmente, il cosiddetto “food waste” non è tutta opera nostra in quanto consumatori, ma di certo una buona parte è causata dalle nostre abitudini scorrette. Ma quali saranno le altre possibili cause? Insomma, perché così tanto cibo va a finire in discarica anziché nei nostri piatti?
In realtà, gli sprechi di cibo avvengono praticamente in ogni tratto della filiera alimentare, dalla semina al raccolto, dalla lavorazione e trasformazione degli alimenti fino al loro arrivo sugli scaffali del supermercato, e poi nei nostri carrelli e nelle nostre case. L’ultima tappa di questa filiera, più spesso di quanto vogliamo ammettere è il bidone dell’umido.
Le cause dello spreco alimentare, dunque, possono variare molto a seconda del settore coinvolto.
Per quanto ci riguarda, sembra che dilaghi nelle nostre cucine una scarsa conoscenza del valore del cibo, un valore che non riguarda solamente l’aspetto economico, ma anche l’impatto etico e ambientale.
Perché avviene lo spreco alimentare?
Possibili cause dell’enorme spreco di cibo sono:
- Tendenza ad acquistare prodotti in maniera impulsiva, senza prima pianificare i pasti settimanali. Talvolta le stesse promozioni dei supermercati ci spingono ad acquistare più di quanto serva, con l’epilogo che ben conosciamo;
- Scarsa comprensione delle etichette: spesso prodotti perfettamente commestibili finiscono nell’immondizia perché non distinguiamo le diverse indicazioni di scadenza e le diciture “da consumare preferibilmente entro” o “da consumarsi entro“;
- Tendenza ad acquistare solamente frutta e verdura esteticamente perfetti (il che non è sempre sinonimo di buona qualità), lasciando sul banco quelle anche solo leggermente ammaccate;
- Etichettature scorrette, che portano spesso al richiamo di prodotti non conformi a quanto dichiarato sulla confezione;
- Trasporto o modalità di lavorazione scorrette;
- Modalità di conservazione degli alimenti scorrette: spesso, per evitare di gettare prodotti in buone condizioni, è sufficiente congelarli in modo corretto. Purtroppo però non tutti lo sanno o lo fanno, ed ecco perché tanti cibi finiscono nel bidone dell’umido.
A cosa porta nel tempo lo spreco alimentare?
Buttare nella spazzatura del cibo perfettamente commestibile non è un problema solo da un punto di vista economico ed etico. Questa azione ha dei risvolti negativi anche da un punto di vista ambientale, sociale e climatico.
Per chi si chiedesse perché bisogna ridurre lo spreco alimentare nel mondo, uno dei principali aspetti da considerare riguarda l’impatto sull’ambiente.
Uno spreco di risorse
Per produrre qualsiasi tipo di alimento, vengono impiegate risorse e materie prime, come la terra, l’acqua, l’energia. Tutte queste risorse, lo sappiamo ormai bene, non sono infinite. Anzi, possiamo affermare senza indugi che le risorse della Terra si stanno pian piano sempre più esaurendo.
Quando gettiamo il cibo, dunque, stiamo contribuendo a sprecare quelle risorse.
Emissione di gas inquinanti
Durante la produzione alimentare vengono rilasciate in atmosfera elevate quantità di gas serra e sostanze inquinanti, e lo stesso avviene quando questi alimenti vengono gettati nell’immondizia e poi smaltiti. Quando finiscono nelle discariche, gli alimenti producono ulteriori gas inquinanti.
Spreco di cibo e cambiamenti climatici
Ciò contribuisce ulteriormente al pandemonio climatico che stiamo vivendo, con eventi meteo estremi, desertificazione, erosione del suolo e altre problematiche che andranno a danneggiare inevitabilmente il terreno e, quindi, i raccolti.
Instabilità alimentare
Da tutto ciò, ne consegue un’ulteriore perdita di risorse naturali e un maggiore impoverimento della Terra.
Sembra tutto estremo ed esagerato, vero? Eppure nei prossimi anni questo è ciò che potrebbe accadere se non provvederemo a cambiare modificare il nostro modo di “pensare al cibo”.
Cosa possiamo fare per ridurre lo spreco di cibo?
In accordo con l’obiettivo 12 sullo spreco alimentare dell’agenda ONU 2030, quello che dovremmo fare è imparare ad adottare dei modelli di produzione e di consumo sostenibili.
Dal canto nostro, come consumatori possiamo iniziare seguendo una dieta sostenibile, pianificare i pasti della settimana in modo da acquistare solo ciò di cui abbiamo effettivamente bisogno, e conservare il cibo in maniera corretta, sfruttando anche il nostro fidato congelatore.
Come società, invece, è essenziale cambiare il modo di intendere il sistema alimentare, e considerare il cibo non come qualcosa di scontato, bensì come un bene essenziale e prezioso per tutti.
Fonti