Animali a righe
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Zebre, api e tigri sono i più famosi. Ma il mondo degli animali a righe è vastissimo e comprende tanti esemplari. Alcuni sono molto conosciuti, come il Gatto Soriano, ovvero il comune gatto domestico, altri sono diventati famosi grazie a celebri film di animazione – dal pesce pagliaccio Nemo ai lemuri di Madagascar -, altri ancora sono poco noti o quasi sconosciuti: hai mai sentito parlare del tenrek a strisce? Ad accomunarli tutti, una qualità: il manto striato.
Scopriamo insieme caratteristiche e curiosità di questo universo variegato e variopinto: quali sono gli animali a righe, dove vivono, cosa mangiano, quali animali a strisce sono in via di estinzione, quali sono pericolosi e quali possono essere domestici e vivere tranquillamente nelle nostre case.
Animali a righe: definizione
Gli animali a righe sono animali che hanno come caratteristica peculiare il manto striato. Possono essere sempre a strisce, come la zebra, oppure averle solo in alcune razze, come nel caso del Gatto Europeo, che è spesso tigrato, ma non necessariamente.
Le strisce possono coprire tutto il corpo, come nel caso della tigre, oppure solo alcune zone, come succede ai lemuri, che hanno solo la coda striata.
Infine, i colori: ci sono animali a strisce gialle e nere, come le api, bianche e nere, come le zebre, arancioni e bianche, come il famoso pesce pagliaccio, per citare alcuni degli animali a righe più famosi. Ma le combinazioni tra colore del mantello e colore delle strisce sono davvero infinite. Anche perché gli animali rigati sono tantissimi.
Animali a righe: quali sono
Come avrai intuito, avere il manto striato non è tipico di una singola specie o razza ma è un tratto trasversale a tante classi di animali, dai mammiferi come tigre e scoiattolo, ai rettili come il serpente fino agli insetti come le api.
Ci sono animali a righe molto diffusi e conosciuti, come le zebre, altri meno famosi, strani o bizzarri, come l’okapi, che ha le righe come una zebra ma in realtà fa parte della stessa famiglia delle giraffe.
Data la grande varietà di animali striati che esistono, anche le loro caratteristiche sono estremamente eterogenee, dall’alimentazione all’habitat. Possono essere carnivori, fruttivori o onnivori, vivere nelle foreste o in pianura, nel mare o nei fiumi. Alcuni animali a righe ci fanno compagnia come animali domestici – basti pensare ai cani, ai gatti, in alcuni paesi anche alle moffette -. In altri casi, come quello del serpente corallo che è velenoso, la detenzione è, ovviamente, vietata.
Moltissimi animali a righe sono, purtroppo, a rischio estinzione. Tra i più minacciati ci sono le tigri, i lemuri e le api.
Vediamo allora quali sono gli animali a righe e le loro caratteristiche, a cominciare dai più famosi.
La zebra
La zebra è l’animale a righe per eccellenza. E’ un mammifero perissodattilo (ha, cioè, dita dei piedi in numero dispari) erbivoro e, come il cavallo, fa parte della famiglia degli Equidi.
Esistono diverse specie e sottospecie di zebra, ma tutte hanno una caratteristica comune che le rende l’animale a strisce più famoso: un mantello bianco con striature verticali nere o bruno-rossicce. Ogni esemplare ha un mantello striato in modo unico: non esistono due zebre che abbiano strisce simili.
A cosa servono le strisce? Hanno tante finalità, ma per lo più sono un’arma di difesa:
- aiutano le zebre a mimetizzarsi nell’erba alta
- confondono i predatori durante gli inseguimenti
- tengono lontani mosche tse-tse e insetti
- rappresentano un elemento di riconoscimento e coesione sociale tra le diverse zebre.
La specie più numerosa e diffusa è la Equus quagga, o zebra di pianura, nota anche come zebra comune o di Burchell. E’ la specie più piccola e vive in Etiopia del Sud, in Angola, nelle zone orientali del Sudafrica e nell’Africa orientale. Attualmente non è un animale a rischio di estinzione, anche se alcune delle sue sottospecie, come la Equus quagga quagga, sono già estinte.
Ci sono poi la Equus zebra, o zebra di montagna, originaria dell’Angola sud-occidentale, del Sudafrica e della Namibia, e la zebra di Grevy o Equus grevyi, che è la più grande tra tutte le zebre e vive nel Kenya settentrionale e in Etiopia. Entrambe queste specie sono a rischio di estinzione, anzi, la zebra di Grevy, che prima viveva anche in Somalia, in quello stato dell’Africa si è ormai estinta.
Nel nostro articolo “Zebra: l’identikit completo dell’animale più chic della Savana” ti sveliamo tutto sul più celebre tra gli animali a strisce.
Lo scoiattolo
Lo scoiattolo fa parte della famiglia degli Sciuridae (o Sciuridi). Si tratta di una numerosa famiglia di roditori di piccole o medie dimensioni che, oltre agli scoiattoli, comprende anche:
- tamia
- cani della prateria
- marmotte
- scoiattoli volanti.
Fra le specie di scoiattoli più conosciute c’è lo Sciurus vulgaris. Noto anche come scoiattolo comune, scoiattolo europeo o scoiattolo rosso, è una specie autoctona dell’Europa, dove è molto diffusa. E’ lungo 25 cm, pesa dai 250 ai 340 grammi ed ha un mantello dalla colorazione uniforme, dal marrone rossiccio al marrone scuro.
In Italia è facile imbattersi anche nello Sciurus carolinensis, lo scoiattolo grigio nordamericano o scoiattolo grigio orientale, una specie autoctona dell’America Settentrionale che è stata importata a danno dello scoiattolo rosso, più piccolo, a cui ruba habitat e risorse. Può arrivare a pesare mezzo chilo e, come suggerisce il nome, ha un manto grigio chiaro.
Ma anche tra gli scoiattoli, anzi, tra gli Sciuridi, ci sono esemplari a righe. Sono i tamia, alcuni dei quali hanno il manto striato. Tra questi, il Tamias striatus o chipmunk o tamia striato e il Tamias sibiricus o borunduk o tamia siberiana, lo scoiattolo giapponese.
Il tamia striato è uno scoiattolo che vive nella parte orientale del Nord America, nel Canada meridionale, in Siberia e in Cina.
Ha un mantello di colore marrone-grigio caratterizzato da cinque striature scure sulla schiena e una linea bianca contornata da due linee nere sul fianco.
Il tamia siberiana, o scoiattolo giapponese, ha come habitat originario il Giappone nella zona dell’Hokkaido, la Cina centro-settentrionale e la Russia a est degli Urali, ma è arrivato anche in Europa e in Italia.
Ha pelo corto marrone sul dorso, con due bande grigie sui fianchi e cinque strisce scure (nere o marrone-rossicce) sulla schiena.
Insomma, anche nella famiglia degli scoiattoli ci sono esemplari che fanno parte a pieno titolo della categoria degli animali a righe.
Vuoi saperne di più su queste specie e sulle loro caratteristiche, dall’habitat all’alimentazione? Leggi il nostro articolo “Scoiattolo: dove e come vive e le info da conoscere”.
Il lemure
I lemuri sono primati che vivono esclusivamente in Madagascar e nelle vicine isole Comore. Ne esistono ben 4 famiglie (3 sono quelle già estinte), anche se il lemure più famoso è quello protagonista del film di animazione “Madagascar”: il famoso Re Julien XIII. Si tratta del lemure catta, anche noto come lemure dalla coda ad anelli o lemure katta. Ha una lunga coda ricoperta da una pelliccia che alterna bande bianche e nere: una caratteristica che fa sì che possa essere classificato tra gli animali a righe.
Al di là delle differenze tra le varie famiglie, i lemuri possono avere dimensioni e peso variabili, dai 30 grammi del piccolissimo lemure topo pigmeo ai 10 kg dell’Indri indri.
Vivono in gruppi, in prevalenza sugli alberi, anche se il lemure catta tende a passare molto tempo a terra. Si nutrono per lo più di frutti e, oltre alla lunga coda, hanno un’altra caratteristica che li distingue: i grandi occhi rotondi che assicurano loro una vista perfetta anche di notte. I lemuri, infatti, sono per lo più animali notturni – fanno eccezione i catta, che sono diurni. Proprio a questa particolarità si deve il loro nome: la parola latina “lemures” indica gli spiriti della notte nella mitologia romana.
Molte specie di lemuri sono inclusi nell’Appendice I della Convenzione di Washington (CITES) come animali a forte rischio di estinzione a causa del bracconaggio e della perdita dell’habitat. Ne è quindi vietato il commercio internazionale. In Italia non è possibile tenere un lemure come animale domestico.
Vuoi saperne di più? Leggi il nostro articolo e scopri “A quale famiglia appartiene il Lemure e le curiosità su questo animale”.
La tigre
La tigre, nome ufficiale Panthera tigris, è il più grande fra i grandi felini del genere Panthera. Elegante e imponente – i maschi possono pesare tra i 90 e i 310 kg, le femmine tra i 65 e i 180 kg -, ha tra le sue caratteristiche peculiari il manto striato.
Il classico colore del mantello, dal giallo pallido al rosso scuro con strisce nere, è presente in diverse varianti, alcune più rare, altre più diffuse. Molte di queste tigri vivono solo in cattività, non in natura. In questa categoria rientrano:
- le tigri bianche: hanno manto bianco a strisce nere e marroni. Una peculiarità dovuta a una mutazione genetica che inibisce la pigmentazione gialla del mantello e cambia il colore delle striature.
- Tigri blu o tigri maltesi: hanno un mantello blu scuro con righe grigie.
- Tigri arancioni o Golden: sempre a causa di una mutazione genetica, hanno il mantello color oro chiaro e strisce arancioni di debole intensità.
Esistono anche tigri bianche senza strisce, ma sono una curiosa eccezione. La tigre è a tutti gli effetti un membro della tribù degli animali rigati, purtroppo in via di estinzione: secondo i dati del WWF, in natura ne sono rimasti meno di 3mila esemplari.
Scopri di più su questo predatore notturno, su cosa mangia, dove vive e quali sono le sue abitudini nel nostro articolo “che animale è la tigre e curiosità su questo felino”.
La puzzola
Degli animali a strisce fa parte anche la puzzola. Tutti la conosciamo perché ha una particolarità che non passa certo inosservata: per marcare il territorio, quando è eccitata o spaventata spruzza un liquido maleodorante dalle ghiandole anali. Eppure il mondo delle puzzole è molto più variegato di quello che pensiamo. Facciamo un po’ di chiarezza.
Il termine “puzzola” può riferirsi sia alla puzzola europea, della famiglia dei Mustelidae, sia alla puzzola americana, o puzzola striata, della famiglia dei Mephitidae, che si chiama puzzola, ma in realtà è una moffetta. Che differenza c’è?
I Mustelidi sono carnivori caniformi. Di questa famiglia fanno parte le puzzole propriamente dette, le lontre, i tassi, i visoni, le donnole, i furetti, la faina e la martora comune. In genere i Mustelidi hanno corpo allungato e snello e un mantello marrone e nero, che in alcune specie può essere coperto di macchie o strisce. I tassi eurasiatici, per esempio, hanno un motivo a bande bianche e nere sulla faccia, mentre la puzzola marmorizzata e la zorilla della Libia hanno strisce su tutto il corpo.
Anche i Mefitidi sono una famiglia di carnivori a cui appartengono le moffette, oltre ai tassi fetidi. Le moffette sono bianche e nere, tutte striate fin dalla nascita, quindi rientrano perfettamente nella categoria degli animali a righe. Possono avere una striscia unica dal dorso alla coda, una striscia doppia o una serie di strisce e macchie. Alcune specie hanno strisce anche sulle zampe.
Tra le moffette, una delle più note è la moffetta comune, o moffetta striata o puzzola americana. Si tratta di un carnivoro molto diffuso, quindi a basso rischio di estinzione. Vive soprattutto negli Stati Uniti, nel Canada meridionale e nel Messico settentrionale e, con la puzzola vera e propria, ha in comune l’abitudine di emettere un liquido maleodorante dall’ano. E’ un animale facilmente addomesticabile, tanto che molte persone, nel Nord America, hanno una moffetta americana come animale da compagnia.
Vuoi saperne di più sul variopinto universo delle puzzole e dei loro “parenti”? Leggi l’articolo “Puzzola: caratteristiche, razze e stranezze che la riguardano”.
Le api
Le api sono insetti della famiglia delle Apidae, dell’ordine degli Imenotteri, con un corpo giallo striato di nero. Al mondo esistono ben 27 specie di api, anche se quelle allevate dall’uomo sono due: l’Apis mellifera, che è la specie più diffusa e vive anche in Europa, e l’Apis cerana, che si trova in in Giappone, Cina, India, Siberia, Pakistan e Afghanistan.
Preziose impollinatrici e guardiane della biodiversità, le api giocano un ruolo importantissimo per l’uomo e per l’ambiente. Grazie al loro lavoro di impollinazione, infatti, ci assicurano buona parte del cibo che mangiamo e che nutre i nostri animali da fattoria.
Purtroppo oggi tantissime specie di api sono a rischio di estinzione e la colpa è in gran parte dell’attività umana, in particolare del cambiamento dell’habitat e dell’inquinamento ambientale causati da un’agricoltura sempre più intensiva e dall’utilizzo diffuso di pesticidi. Una tendenza che deve essere invertita: senza api, infatti, perderemmo il 35% della produzione mondiale di cibo e il nostro stesso futuro sarebbe in pericolo. Per questo è importante proteggere questi laboriosi insetti così vitali per l’ecosistema.
Nel nostro articolo “Api: cosa sapete su questi insetti impollinatori?” ti raccontiamo tutto su di loro, su dove vivono, su cosa mangiano, su come si riproducono e su come distinguerle da altri insetti apparentemente simili, ovvero vespe e bombi.
Il serpente corallo
Il serpente corallo, anche noto come serpente corallo orientale e serpente corallo arlecchino, è un serpente a strisce, piccolo ma molto velenoso, diffuso nelle zone sud orientali degli Stati Uniti e nelle zone nord orientali del Messico.
E’ lungo 120 cm, ma a dispetto delle dimensioni ridotte è un grande predatore. La sua peculiarità è la colorazione, detta aposematica, ovvero molto accesa per avvisare le potenziali prede della sua pericolosità. La livrea ha strisce alternate gialle, rosse e nere, con anelli distribuiti dalla testa alla coda. Anche la coda ha le righe, ma solo nere e gialle, non rosse. La testa è nera, ma ha dietro gli occhi una grande striscia gialla. Insomma, il serpente corallo rientra a pieno titolo tra gli animali a righe, anche se ci sono esemplari che, a causa di una mutazione, hanno strisce gialle poco evidenti o del tutto assenti. Esistono anche serpenti corallo completamente neri o albini.
Si tratta di un serpente molto temuto, tanto che altri serpenti non velenosi ne mimano l’aspetto e i colori per difendersi. E’ il caso del serpente reale scarlatto, a strisce nere, rosse e bianche, che è un finto serpente corallo. Proprio perché non è pericoloso, può anche essere tenuto come animale domestico. La detenzione del serpente corallo vero, invece, in Italia è vietata.
Vuoi conoscere più da vicino questo rettile a righe? Leggi il nostro articolo “Cosa sapere sul serpente corallo, dall’alimentazione al prezzo”.
Gli altri animali a righe
Ti abbiamo guidato tra gli animali a righe più comuni e diffusi, che possono sempre fregiarsi di righe di varie forme e colori sul corpo. Ma il mondo degli animali striati non finisce qui. Ce ne sono molti altri: alcuni sono poco conosciuti, strani o addirittura bizzarri, altri possono avere un mantello striato, ma non in tutte le razze o famiglie. E allora scopriamo più da vicino gli altri animali a righe.
I gatti a righe
Nella categoria degli “animali a righe, ma non sempre” rientrano alcuni gatti. Tra loro il Gatto Soriano, ovvero il gatto meticcio comune che troviamo in tantissime case. Si tratta di un gattino di taglia media (dai 3 ai 7 kg a seconda del sesso), col pelo corto e il mantello che può avere colori variabili: monocolore nero, bianco, rosso, arancione o grigio e, appunto, con striature di varia forma e dimensione. Anzi, i soriani più diffusi sono proprio quelli tigrati. Le striature possono essere molto evidenti oppure quasi impercettibili e di solito si accompagnano al classico disegno a M sulla fronte.
Può essere striato, ma non sempre, anche il Gatto Europeo. Questa denominazione viene spesso usata per indicare il Gatto Soriano comune, ma in realtà il Gatto Europeo è una razza ufficiale di gatto a pelo corto riconosciuta dalla FIFe dal 1982-1983. Ha taglia medio-grande e un mantello a pelo corto e folto che può essere nero, bianco, rosso, blu, crema, tigrato o monocolore, con o senza macchie bianche.
I cani a righe
Tra gli amici a quattro zampe che comunemente ci fanno compagnia nelle nostre case, anche i cani possono essere tigrati, cioè avere un mantello di colore marrone con strisce da marrone scuro a nero. Tra i più comuni cani a righe ci sono:
- cane corso: è un cane di taglia grande (i maschi possono pesare anche 50-60 kg), dal manto albicocca, fulvo e tigrato.
- Alano: è una delle razze di cane più grandi al mondo (fino a 90 kg di peso), dal mantello di diversi colori e motivi, compreso il tigrato.
- Boxer: cane di taglia media dal manto in due possibili varianti, marrone e tigrato.
- Akita: reso famoso dal film “Hachiko” con Richard Gere, l’Akita è un cane di taglia media disponibile in diversi colori, comprese alcune combinazioni di tigratura.
- Pit bull terrier: questa razza di cani può avere il manto di ben 13 colori diversi ed è disponibile anche in versione tigrata.
- Levriero: anche questa razza di cane può, occasionalmente, avere un mantello tigrato di diversi colori, tra cui nero, rosso, fulvo e loro combinazioni.
- Whippet: questo cane di taglia media, “parente” del levriero, è disponibile in 18 diversi modelli di colore, dal bianco al nero, 6 dei quali hanno il manto almeno in parte tigrato.
- Welsh Corgi: noti per essere i cani della Regina Elisabetta, questi cani di taglia piccola possono essere di un’ampia varietà di colori, compreso il tigrato.
- Boston Terrier: anche il Boston Terrier è un cane di piccola taglia disponibile in cinque diverse forme di colore, tra cui tre diverse variazioni tigrate.
Gli altri mammiferi a righe
Oltre a cani e gatti, ci sono molti altri mammiferi, meno diffusi o in alcuni casi poco conosciuti, che possono avere il manto striato, completamente o in parte, sempre o solo in alcuni specie.
E’ il caso del procione, noto anche come orsetto lavatore per la sua abitudine di lavare il cibo prima di mangiarlo, immergendolo nell’acqua o sfregandolo nell’erba. Una delle caratteristiche principali di questo mammifero onnivoro nativo del Nord America è proprio la coda a strisce, dagli anelli chiari e scuri alternati. Inconfondibile anche la mascherina di pelo nero intorno agli occhi, simile a quella di un bandito, che spicca sul bianco del musetto.
Anche le manguste, piccoli carnivori dal corpo allungato e dalle zampe corte che vivono in Asia e Africa, possono avere mantelli di vari colori, dal rosso al marrone al nero. Le manguste striate, diffuse nella savana africana, e i suricati (che appartengono alla stessa famiglia delle manguste, gli Erpestidi, e vivono in Africa meridionale), hanno strisce scure sulla schiena e nella parte posteriore del corpo.
Tra i mammiferi a righe meno noti c’è l’okapi, che insieme alla giraffa è l’unica specie vivente della famiglia delle Giraffidae. Questo mammifero, originario della Repubblica Democratica del Congo, ha il manto di colore variabile dal cioccolato al bruno rossastro, caviglie bianche e caratteristiche strisce orizzontali e anelli bianchi intorno alle zampe.
Come molti animali a righe, anche l’okapi è stato classificato come animale a rischio dall’IUNC (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). La distruzione del suo habitat, le foreste, da parte dell’industria del legname e la caccia per la carne e la pelle, infatti, minacciano la sua sopravvivenza.
Tra gli animali rigati poco conosciuti c’è anche il tenrek a strisce, mammifero diffuso in Madagascar che ha il pelo cespuglioso bicolore coperto da spine chiare e strisce bianche, gialle o marroni.
L’antilope è un altro mammifero che può, in alcuni esemplari, essere a strisce: è il caso del bongo, un’antilope originaria dell’Africa che vive nelle foreste pluviali e ha un mantello bruno-rossastro con macchie bianche e nere e strisce bianco-gialle, e dell’antilope del Gembosk, un animale da lana con righe diagonali bianche su fondo nero sul muso, all’altezza degli occhi.
Infine, esiste la iena striata, una specie di iena originaria di Africa, Medio Oriente, Caucaso, Asia centrale e subcontinente indiano. E’ la più piccola delle iene ed ha quattro strisce verticali sui fianchi e 3-4 distinte fasce verticali o oblique sulle cosce che sfumano nelle strisce trasversali delle zampe anteriori. Si tratta di un animale classificato dall’IUNC come prossimo alla minaccia, ovvero a rischio di forte diminuzione nel corso delle prossime generazioni.
Gli uccelli a righe
Anche gli uccelli hanno un esemplare a righe. E’ il gufo a strisce, un rapace notturno originario dell’America Meridionale e Centrale noto anche con il nome di Asio urlatore. Si tratta di un gufo di medie dimensioni con grandi ciuffi auricolari e la faccia biancastra bordata di nero. La parte superiore del corpo, color cannella, e quella inferiore, color fulvo pallido, sono coperte da striature scure.
Gli insetti a righe
Tra gli insetti, oltre alle già citate api sono a strisce anche vespa e calabrone. Al di là di questa analogia, che spesso porta a confonderli, vespa e calabrone sono animali che appartengono a una famiglia diversa – quella dei Vespidi, sempre dell’ordine degli Imenotteri – e hanno caratteristiche diverse da quelle delle api.
Le vespe hanno un corpo a righe nere e gialle come quello delle api, ma più slanciato e senza peluria. In più, il pungiglione delle vespe resta attaccato al corpo dopo che hanno punto, quindi questi insetti non muoiono subito dopo e, anzi, possono pungere più volte.
I calabroni, invece, sono il più grande vespide europeo, quindi rispetto alle vespe hanno dimensioni maggiori, fino a 5 cm di lunghezza.
Sul fronte del comportamento, in genere l’ape punge per difesa, come reazione a un’azione o a un gesto che considera una minaccia. Vespe e calabroni, invece, sono più aggressivi e possono pungere anche senza essere stati provocati.
I rettili a righe
Anche tra i rettili, oltre al serpente corallo c’è un altro serpente rigato: il crotalo tigre o serpente a sonagli tigre. Il suo nome deriva proprio dalla presenza di numerose strisce sul dorso che creano un disegno verticale simile al mantello della tigre.
Si tratta di un serpente velenoso piuttosto piccolo, di lunghezza media tra i 45 e i 60 cm. Può essere grigio, bluastro, color lavanda o rosa, con striature di colore marrone o verde oliva. E’ diffuso in Arizona e in Messico. Predilige le pareti e le zone rocciose con vegetazione bassa e spinosa, ma può anche vivere nei canyon nel deserto, in scarpate e burroni, nelle praterie, nei boschi di querce e nelle foreste di latifoglie tropicali.
Gli animali di mare e gli animali da fiume a righe
Tra gli animali marini striati, il più famoso è il pesce pagliaccio, o pesce anemone, reso celebre dal film di animazione “Alla ricerca di Nemo”, che ha per protagonista un piccolo pesce pagliaccio a righe bianche e arancioni. Questi pesci sono lunghi dai 7 ai 15 cm e, a seconda delle specie, possono avere anche altre colorazioni. Ci sono, per esempio, pesci pagliaccio di colore giallo o rosso, ma sempre con motivi a macchie e strisce. Nemo è un Amphiprion ocellaris, di colore arancione brillante con tre strisce bianche trasversali e un bordo nero intorno alle pinne.
I pesci pagliaccio sono diffusi in quasi tutte le calde barriere coralline tropicali, tranne sulle coste caraibiche.
Un altro pesce marino a strisce è il marlin striato, un pesce osseo della famiglia degli Istiophoridae. E’ lungo in media 3 metri e ha un corpo argenteo su fianchi e ventre, blu scuro sul dorso. Sui fianchi sono presenti fino a 15 strisce verticali di colore blu intenso. Vive nelle fasce tropicali, subtropicali e temperate calde degli oceani Indiano e Pacifico.
Tra gli animali da fiume a righe, il più comune è la rana. E non ce n’è una sola con il corpo striato. Tra i tanti esemplari di rana a strisce c’è la rana arlecchino, velenosa e dal corpo giallo o arancio con macchie nere ondulate e strisce, ancora diffusa a Panama ma a forte rischio di estinzione.
Tra le altre rane velenose a righe, ci sono la rana di Amarakeri, scoperta nel 2017 in Amazzonia, dal corpo nero con strisce blu o rosse sui fianchi, la rana di Lehman, che vive in Colombia, con un corpo a grandi strisce nere e piccole strisce arancioni o rosso vivo, e la rana di Summers, diffusa in Perù, dal corpo coperto da grandi strisce nere e gialle. Tutte e tre queste rane sono a forte rischio di estinzione.
Da segnalare anche la rana dorata, o rana freccia, un piccolo anfibio diffuso nelle foreste pluviali delle Ande colombiane. Il suo nome scientifico, Phyllobates terribilis, la dice lunga su quanto sia velenosa. E’ una rana dai colori brillanti, di solito giallo uniforme, talvolta con macchie nere vicino agli occhi, ma gli esemplari giovani sono neri con strisce color oro sul dorso.