Smog: la Cina rottamerà quasi 6 milioni di auto entro l’anno
La Cina prende provvedimenti contro lo smog e annuncia un piano di rottamazione di massa che riguarderà circa 6 milioni di auto.
Il problema dello smog in Cina è sempre più sentito e sempre più un tema d’attualità, tanto da portare il Governo di Pechino a prendere decisioni drastiche. L’ultima novità in tal senso è l’annuncio di una rottamazione di massa che interesserà circa 6 milioni di autovetture entro l’anno, prendendo di mira tutti quei veicoli inquinanti e dagli alti consumi che non sono in linea con i parametri minimi stabiliti dal Ministero della Protezione ambientale.
Lo scopo delle autorità cinesi è quello di ridurre i consumi energetici e la concentrazioni di agenti inquinanti nell’atmosfera, fino a tagliare del 2% le emissioni di biossido di zolfo e del 5% i livelli di ossidi di azoto. Per questa ragione il piano non si fermerà alla rottamazione prevista per l’anno in corso, ma arriverà a mettere fuori uso 11 milioni di auto entro il 2016.
Il 7,8% dell’intero parco auto circolante in Cina (che ammonta a 137 milioni di veicoli) è considerato pericoloso per l’ambiente, in quanto presenta un livello di consumi e di emissioni molto elevato. Ad essere coinvolte dal problema dello smog sono pressoché tutte le aree del paese, con maggior riguardo per le zone più sviluppate del Nord.
Nella sola Pechino si stima che le auto siano responsabili per il 31% dell’inquinamento da PM 2.5, superando addirittura l’impatto ambientale prodotto dal carbone, che si ferma al 22,4%. Per questo nella capitale cinese saranno messe fuori uso 333.000 vetture, mentre nella provincia di Hebei saranno rottamate 660.000 auto e a Shanghai si scenderà a 160.000.
Già da tempo la Cina attua una politica di limitazione alle immatricolazioni di nuovi veicoli, così da minimizzare per quanto possibile le conseguenze di una eccessiva motorizzazione di massa sulla qualità dell’aria. A Pechino, ad esempio, quest’anno ci saranno a disposizione dei cittadini solo 5,6 milioni di nuove targhe, un numero destinato a salire a 6 milioni entro i prossimi tre anni.
Non è ancora chiaro se i cinesi in possesso di questi veicoli riceveranno un indennizzo per la perdita del loro mezzo di trasporto, anche se in precedenza l’amministrazione cittadina di Pechino ha offerto delle somme a titolo di incentivo per chi decidesse liberamente di rottamare la propria vettura inquinante.