Smog: anche a livelli bassi danneggia cuore e polmoni
Smog, anche l'esposizione a livelli bassi può danneggiare cuore e polmoni: lo rivela uno studio condotto negli Stati Uniti.
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Anche l’esposizione a bassi livelli di smog può comportare un danno per cuore e polmoni. È quanto rivela un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Circulation e condotto dall’American Heart Association. Vivere in ambienti anche solo leggermente inquinanti aumenta sensibilmente il rischio di soffrire di patologie cardiache o respiratorie.
Lo studio evidenzia quindi la necessità di accelerare i processi per raggiungere la neutralità nelle emissioni ambientali, contrastando i cambiamenti climatici anche per questioni di salute.
Smog, cuore e polmoni
I ricercatori hanno analizzato il tasso di ricoveri in ospedale per oltre 63 milioni di cittadini statunitensi, su un campione di dati raccolti tra il 2000 e il 2016. Hanno quindi analizzato i livelli di inquinamento nelle zone di residenza, confrontandoli con rilevazioni satellitari e la rilevazione di particolato sottile (PM 2.5), ozono e diossido di azoto.
Dallo studio è emerso come una porzione rilevante di attacchi cardiaci, infarti, fibrillazione atriale e ictus sia proprio dovuta all’inquinamento da smog. Nel dettaglio, a ogni aumento di PM2.5 di un ug/m3 corrisponde una crescita annuale di 2.536 casi d’infarto. Si tratta di concentrazioni lievi, tali da non avvicinarsi minimamente ai livelli massimi d’inquinamento definiti per legge, eppure più che sufficienti per determinare alterazioni all’interno dell’organismo. Mahdieh Danesh Yazdi, ricercatrice alla base dello studio, ha così commentato:
Poiché il nostro studio ha rivelato effetti dannosi anche a livelli inferiori di smog rispetto a quelli stabiliti dagli stati uniti, l’inquinamento dell’aria dovrebbe essere considerato dai medici un fattore di rischio per le malattie cardiache e respiratorie. I politici dovrebbero invece riconsiderare i livelli attuali per la qualità dell’aria. […] Abbiamo concentrato le nostre analisi sugli individui che risultavano esposti solo a ridotte concentrazioni di inquinanti nell’aria, eppure abbiamo comunque rinvenuto un rischio aumentato di ricovero in ospedale per disturbi cardiaci e respiratori.
A oggi, le conseguenze maggiori si registrano nelle grandi città, dove risulta più probabile essere esposti a particolato e metalli pesanti dovuti al traffico stradale, ai riscaldamenti e alla produzione industriale.
Fonte: AirQualityNews