Simboli del riciclo
Recuperare quanti più rifiuti possibili è fondamentale per proteggere il nostro Pianeta e, allo scopo di provvedere a un corretto smaltimento, da tempo sono disponibili dei comodi simboli del riciclo.
Sulle confezioni di vari prodotti o direttamente sui materiali di produzione, sono presenti delle piccole icone che ci permettono di cogliere utili informazioni. Dalla possibilità effettiva di riciclo fino alle modalità corrette di smaltimento, questi simboli si moltiplicano di anno in anno. Ma come riconoscere i più importanti e, soprattutto, come interpretarli?
Per fortuna, la maggior parte dei simboli del riciclo sono regolamentati a livello europeo: questo significa che, in ogni Paese dell’Unione Europa, ci troveremo con le medesime indicazioni in etichetta. Una comodità in più, di conseguenza, anche quando siamo in viaggio. Di seguito, uno sguardo a quelli più diffusi.
Per simboli di riciclo – meglio conosciuti come codici di riciclaggio – si intendono delle icone riportate su materiali ed etichette di prodotti di consumo, allo scopo di agevolarne il corretto smaltimento. Questi nascono non solo per identificare la tipologia di materiale, ma anche la sua effettiva possibilità di recupero.
Se assenti, il rifiuto in proprio possesso dovrà essere inserito nell’indifferenziata oppure smaltito secondo i consigli riportati in etichetta.
A livello mondiale, ogni Paese tende ad adottare dei propri codici di riciclaggio. Così come già accennato, l’Europa ha voluto far di più adottando un approccio ancora più ambientale: dal 28 gennaio 1997, la Commissione Europea ha infatti deciso di unificare i simboli per tutti i suoi Stati membri.
Sono moltissimi i materiali che possono essere riciclati, molti di più di quanto comunemente si possa pensare. E ognuno conserva un proprio simbolo di riciclo. Naturalmente, al consumatore medio non serve conoscerli tutti, bensì riconoscere quelli per i materiali più diffusi a livello domestico. Fra questi vi rientrano:
Spesso i simboli del riciclo per questi materiali sono accompagnati da altre indicazioni, come ad esempio quella di appiattire la confezione prima di gettarla, la necessità di risciacquare il contenitore prima dello smaltimento o, ancora, dei piccoli numerini. Questi identificano la sostanza contenuta nel contenitore o impiegata per produrlo e, in genere, sottolineano alcune necessità aggiuntive per il riciclo.
Partiamo innanzitutto con uno dei simboli più diffusi, quello del triangolo a tre frecce. È considerato un vero e proprio simbolo “universale”, poiché quasi tutto il mondo lo adotta. Eppure, per quanto diffuso, potrebbe trarre in inganno: dalla sua forma e dal suo colore, infatti, derivano forme di riciclo diverse.
La plastica è uno dei materiali più diffusi a livello mondiale e, purtroppo, anche uno dei più inquinanti. Per questa ragione, è fondamentale che venga riciclata il più possibile. Ma quali sono i simboli della plastica riciclabile?
La plastica riciclabile è innanzitutto identificata con il triangolo a tre frecce nere, il quale conserva però delle informazioni aggiuntive rispetto ad altri materiali:
Fra le sette tipologie, è possibile trovare PET, HDPE, PVC, LDPE, PP, PS e PI. Il PET è sicuramente la plastica più diffusa, perché quella con cui vengono fabbricate le bottiglie. Le altre sigle identificano varianti del polietiline a densità diversa e destinazione d’uso diversa – ad esempio, per gli alimenti o i contenitori d’asporto. PI invece identifica i poliaccoppiati, ovvero realizzati in materiali diversi ma non facilmente separabili, come il Tetrapak.
Attenzione, però, poiché sulle confezioni di plastica potrebbe essere riportato anche un esagono dai contorni neri, vuoto al suo interno. Si utilizza per oggetti in PET, PE, PP, PS e PVC che, al loro interno, conservano liquidi sia a uso alimentare che per altri scopi.
È sempre molto semplice riconoscere il vetro, un materiale che può essere riciclato all’infinito. Questo perché facile da identificare anche semplicemente con lo sguardo, nonché con il tatto. Tuttavia, potrebbero esservi degli oggetti non così palesi da riconoscere e, per questo, dobbiamo vagliarne i simboli.
Sul vetro potrebbe essere disponibile il classico triangolo a tre frecce nere, spesso accompagnato al centro da un omino stilizzato che getta una bottiglia nell’apposito raccoglitore di strada. Molto più frequentemente è disponibile invece un cerchio nero, con la sigla VE al centro. Ancora, potrebbero essere presenti i numeri 70, 71 e 72, usati per identificare diverse tipologie di vetro tutte riciclabili e, di norma, tutte accettate dalle campane di raccolta di strada.
Anche la carta e i suoi derivati, come ad esempio il cartone, sono molto facili da riconoscere. Innanzitutto, gli oggetti realizzati in questo materiale potrebbero riportare sia la freccia verde di Moebius che il più classico triangolo nero, accompagnato da altre indicazioni. La freccia di Moebius può essere anche monocromatica, iscritta all’interno di un cerchio. In questo caso:
Osservando attentamente i materiali da smaltire disponibili all’interno della propria casa, si noterà come sulle etichette siano presenti anche delle icone diverse rispetto a quelle già elencate.
L’icona di un cestino, spesso accompagnata da un omino stilizzato che vi getta all’interno un rifiuto, indica che il materiale non può essere disperso nell’ambiente.
L’immagine di una mano che schiaccia una confezione indica semplicemente di appiattire il contenitore dopo l’uso, per agevolare le operazioni di raccolta e smaltimento del rifiuto. È generalmente presente sul Tetrapack, come confezioni di succhi di frutta, latte, vino in cartone e via dicendo.
La dicitura Ecolabel è un marchio voluto a livello europeo e indica prodotti che rispettano le normative europee sul minore impatto ambientale, lungo tutto il ciclo di vita del prodotto, dalla produzione allo smaltimento.
Un barattolo aperto, spesso accompagnato da un numero, identifica invece la PAO, il numero di mesi garantiti prima che il prodotto perda le sue proprietà dopo l’apertura. Molto diffuso sui cosmetici, se ad esempio è presente il simbolo con la sigla “5M”, significa che quel belletto potrà essere usato cinque mesi dalla prima apertura senza temere deterioramenti.
Un bidone della spazzatura barrato indica la presenza di un rifiuto RAEE, quindi elettronico – come smartphone, componenti di computer e via dicendo – che deve essere quindi smaltito presso gli appositi centri di raccolta.
Il logo di un bicchiere e di una forchetta indica semplicemente che il materiale, spesso plastico, è idoneo al contatto con gli alimenti.
Infine, alcuni segnali di pericolo. La croce evidenzia un prodotto nocivo per la salute, il fuoco un materiale ovviamente infiammabile e il teschio una sostanza tossica se inalata, ingerita o assorbita attraverso la pelle.