Shinrin-yoku o bagno nella foresta: come si pratica
Lo shinrin-yoku, conosciuto anche come bagno nella foresta, è una pratica giapponese benefica per l'organismo, di recente riconosciuta dalla scienza.
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Una pratica proveniente dal Giappone, un vero e proprio metodo per il benessere psicofisico, sta conquistando sempre più appassionati: è lo shinrin-yoku, un’espressione che letteralmente significa “bagno nella foresta”. Secondo questa disciplina nippotica, di cui di recente è emersa anche una prima attendibilità scientifica, trascorrere del tempo nei boschi e a diretto contatto con la natura garantisce immediati benefici, sia a livello psicologico che incrementando le difese naturali dell’organismo. Ma quali sono le proprietà di questo metodo e, soprattutto, come praticarlo?
Come facile intendere, quella dello shinrin-yoku è una disciplina ben diversa dalla semplice passeggiata nei boschi oppure da un paio d’ore immersi nel verde di un parco cittadino, sebbene queste due esperienze siano certamente d’aiuto per il benessere personale. Di seguito, qualche indicazione generale.
Shinrin-yoku: origini, definizioni e benefici
Lo shinrin-yoku è un metodo che affonda le proprie radici nel lontano sapere popolare, facendo riferimento alla natura incontaminata, sebbene sia stato teorizzato e sviluppato in alcune specifiche pratiche solamente a partire dagli anni ’80 del secolo scorso. Originario del Giappone, lo shinrin-yoku – noto anche come “bagno nella foresta” o traducibile come “trarre beneficio dall’atmosfera della foresta” – si basa sulla convinzione che il contatto diretto con il verde possa aiutare la risoluzione di problematiche mentali e fisiche, dallo stress ai disturbi depressivi, passando per il rafforzamento del sistema immunitario e molto altro ancora.
Il benessere immediato che la natura può garantire all’uomo non è certamente una scoperta recente, considerato come sia da tempo studiato sia a livello medico che psicoterapico. In particolare, è stato dimostrato come immergersi nel verde garantisca una pressoché diminuzione immediata dello stress, nonché sia propedeutico al controllo di disturbi come l’ansia e la depressione, l’eliminazione delle tossine dopo l’esposizione all’inquinamento urbano, nonché fattore che riduce il rischio per malattie cardiovascolari, obesità, allergie e molto altro ancora.
A partire dal 2010, però, gli scienziati hanno voluto indagare se le pratiche consigliate dallo shinrin-yoku, peraltro molto simili a quelle normalmente indicate da medici e psicoterapeuti, potessero trovare una base scientifica. A quanto pare, trascorrere periodi di media o lunga durata in boschi e foreste avrebbe un effetto immediato sull’organismo, con concentrazioni minori dell’ormone dello stress cortisolo nel sangue, una riduzione della frequenza e della pressione sanguigna, nonché il rilascio di ormoni utili per il benessere mentale come serotonina, ossitocina ed endorfine. Secondo gli esperti, questi effetti positivi non sarebbero da attribuire unicamente all’atmosfera calmante dei luoghi incontaminati, ma anche ad alcune specifiche sostanze: gli alberi, infatti, rilasciano fitoncidi e terpeni per proteggersi da insetti e parassiti. Questi elementi, dispersi nell’aria, verrebbero assorbiti dall’uomo sia con la respirazione che con la traspirazione della pelle, aiutando così l’organismo.
Come si pratica
Sebbene qualsiasi occasione di passare del tempo nel verde sia sempre gradita e consigliata, anche in caso si dovesse trattare di una semplice camminata al parco, il “bagno nella foresta” richiede di seguire alcune indicazioni affinché possa essere davvero efficace. A partire dalle tempistiche: i risultati principali si manifesterebbero con permanenze superiori ai due giorni, sia soggiornando direttamente nel bosco – ad esempio con tende da campeggio – che in abitazioni avvolte dagli alberi o limitrofe alla foresta, dove recarsi per la notte dopo le escursioni quotidiane.
Lo shinrin-yoku richiede poi la capacità di osservazione e contemplazione delle bellezze della natura, per liberare la mente da preoccupazioni e tensioni, quindi si dovranno evitare tutte le fonti di distrazione. Non si dovrà portare con sé smartphone o altri dispositivi elettronici, comprese le macchine fotografiche, né riproduttori musicali. Il suono delle foreste, fatto di fruisci delle foglie e dai versi di animali e insetti, agirebbe su frequenze immediatamente rilassanti per l’udito umano. Anche per questa ragione, il “bagno nella foresta” richiede il massimo del silenzio. Utile è anche evitare di tenere l’orologio al polso, per aiutare il relax riducendo l’ansia dovuta alla cognizione del tempo, impostando magari un piccolo allarme o una sveglia quando giunge l’orario prescelto per ritornare alle tende o recarsi all’abitazione per la notte. Sul fronte dell’alimentazione, invece, è necessario portare con sé acqua, per garantire sempre una buona idratazione, nonché frutta e verdura per ricaricare l’organismo di energia e sali minerali durante l’esplorazione.
È ovviamente necessario seguire delle norme di sicurezza, per evitare danni a se stessi e agli altri. Innanzitutto, è doveroso affidarsi a una guida in caso non si conoscesse la zona, per evitare di perdersi. Ancora, non si dovranno assumere frutti, fiori, foglie o funghi rinvenuti nel bosco, poiché potrebbero risultare velenosi, né disturbare le attività degli animali selvatici presenti, alcuni dei quali molto pericolosi. È quindi necessario dotarsi di un kit di primo soccorso per medicare eventuali piccole ferite, nonché eventuali strumenti di segnalazione di posizione – anche GPS, considerato come oggi siano molto economici – in caso ci si dovesse perdere.