Sesso in gravidanza: quando lo si può fare
Quando i rapporti sessuali in gravidanza non creano pericolo e quando invece è necessario astenersi: ecco tutti i consigli utili.
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Si possono avere rapporti sessuali durante la gravidanza? Ci sono rischi per il feto? Probabilmente la maggior parte delle donne in attesa ha manifestato questi dubbi al proprio medico durante una delle numerose visite che caratterizzano la gestazione, spesso alla ricerca di chiarimenti e informazioni relative a un argomento che – da sempre – è protagonista di una serie di teorie, alcune delle quali poco veritiere.
È lo stesso Istituto Superiore della Sanità, attraverso le “Linee guida della gravidanza fisiologia” pubblicate dal Ministero della Salute, a intervenire sul tema e sottolineare come i professionisti debbano informare le future mamme che il sesso praticato in gravidanza non è assolutamente associato a eventi avversi. In generale, è sempre preferibile chiedere consiglio al proprio ginecologo e seguire le sue indicazioni che possono variare a seconda dello stato di salute di mamma e feto e di altri fattori, quali la presenza di contrazioni o di una concreta una minaccia di aborto.
Primo, secondo e terzo trimestre
Prendendo in considerazione tutti i trimestri che suddividono la gestazione, durante i primi tre mesi si verificano cambiamenti importanti a livello ormonale nel corpo femminile e, spesso, a farne le spese è proprio l’umore e la sensibilità delle future mamme alle prese con nausea e malessere. Una conseguenza di questo stato non ottimale è talvolta il calo del desiderio, che tuttavia non si manifesta nel corso dei successivi tre mesi.
Un cambiamento percepibile nel secondo trimestre riguarda anche gli stessi genitali femminili, con un aumento della sensibilità e della probabilità di raggiungere l’orgasmo: a tal proposito, leggere contrazioni che seguono questo momento non devono destare preoccupazione in assenza di specifiche problematiche.
Durante il terzo trimestre, infine, i rapporti sessuali non sono sconsigliati e nelle ultime settimane, dalla 38esima alla 40esima e oltre, possono favorire l’avvio del travaglio, grazie alle prostaglandine rilasciate dal liquido seminale.
Quando il sesso non crea pericoli
Via libera, salvo particolari limiti segnalati dal medico, al sesso nel corso di una gravidanza gemellare purché non ci sia il rischio di parto prematuro, così come in caso di lievi contrazioni considerate del tutto fisiologiche. Anche le piccole perdite non devono spaventare, tuttavia in casi come questi il parere del ginecologo è fondamentale.
Quando il sesso è rischioso
Se le condizioni di salute sono ottimali per la mamma e il feto non ci sono controindicazioni al sesso durante la gravidanza, così come è totalmente assente il pericolo di danneggiare l’utero con la penetrazione. Esistono alcune condizioni, tuttavia, che richiedono una maggiore attenzione e che potrebbero rendere i rapporti completi pericolosi:
- minaccia d’aborto: in questo caso l’utero non deve subire sollecitazioni e pressioni;
- rischio di parto prematuro: come accennato, il sesso può indurre il parto pertanto in presenza di un rischio certificato di nascita pretermine, vale a dire prima della 37a settimana, è indispensabile evitare rapporti completi;
- infezioni vaginali: in casi come questi il sesso è sconsigliato ed è necessario seguire le indicazioni del medico per risolvere il problema in tempi limitati;
- perdita di liquido amniotico: se il sacco amniotico non è sigillato il feto è esposto a infezioni e batteri, veicolati anche tramite il rapporto sessuale che diventa quindi proibito;
- distacco di placenta: anche in questo caso è meglio evitare i rapporti sessuali completi almeno fino a che il distacco non venga totalmente riassorbito.