Sergio Marchionne: ecco le sue principali critiche alle auto elettriche
Sergio Marchionne aveva sempre espresso forti dubbi sulle auto elettriche, ma negli ultimi mesi aveva annunciato un cambio di rotta che porterà alla produzione della 500 elettrica e di altri modelli.
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In un mondo dell’auto sempre più votato alle zero emissioni e alla mobilità elettrica FIAT/FCA ha sempre costituito un’eccezione. Le auto elettriche, infatti, sono state sempre avversate da Sergio Marchionne, manager fondamentale per la crescita e l’internazionalizzazione di FIAT che però non ha mai nascosto i suoi dubbi sulla propulsione elettrica. Già nel 2010 Marchionne dichiarava:
“Il rischio è quello di spostare tutta l’enfasi dei regolamenti europei su questa unica tecnologia. La trazione elettrica può essere una delle più promettenti nel lungo termine, ma indirizzare tutto lo sforzo normativo nel promuovere questo tipo di trazione porterebbe solo ad un aumento dei costi, senza nessun beneficio immediato e concreto. Gli esperti internazionali concordano sul fatto che la quota di vetture elettriche non potrà superare il 5% del totale neppure tra dieci anni. Gli ostacoli ad un’ampia diffusione dell’elettrico sono ancora molti. Il prezzo è ancora troppo elevato, sia a causa dei bassi numeri di produzione sia a causa del costo della batteria”.
Quell’opinione era stata ribadita con ancor più forza nel 2017, in occasione della “lectio magistralis” tenuta da Marchionne in occasione del ricevimento della laurea ad honorem a Rovereto:
“Le auto elettriche possono sembrare una meraviglia tecnologica, soprattutto per abbattere i livelli di emissione nei centri urbani, ma si tratta di un’arma a doppio taglio. Forzare l’introduzione dell’elettrico su scala globale, senza prima risolvere il problema di come produrre l’energia da fonti pulite e rinnovabili, rappresenta una minaccia all’esistenza stessa del nostro Pianeta. Le auto elettriche possono sembrare una meraviglia tecnologica, soprattutto per abbattere i livelli di emissioni nei centri urbani, ma si tratta di un’arma a doppio taglio. Forzare l’introduzione dell’elettrico su scala globale, senza prima risolvere il problema di come produrre l’energia da fonti pulite e rinnovabili, rappresenta una minaccia all’esistenza stessa del nostro Pianeta”.
Qualcosa però stava iniziando a cambiare negli ultimi mesi. Nel giugno 2018 Marchionne, presentando il piano industriale al 2022 di FCA, aveva finalmente dato ampio spazio all’auto elettrica:
“Investiremo 9 miliardi di dollari per l’elettrificazione dei nuovi prodotti. Dobbiamo ridurre la nostra dipendenza dal petrolio, è una delle nostre priorità. Tutto il sistema deve lavorare insieme con il giusto realismo. La Fiat 500 diventerà una City Car elettrica perché è il veicolo ideale per una soluzione pienamente elettrica”.
E questa apertura all’elettrico di Marchionne aveva trovato nel ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio un valido sostegno. Di Maio, apprendendo dell’improvviso aggravarsi delle condizioni di salute del manager, aveva parlato di un dialogo proprio sulle auto elettriche:
“Mi addolora la notizia che Marchionne stia male e in un momento così difficile credo ci voglia rispetto per il dolore dei suoi familiari, dei suoi più cari amici e dei suoi collaboratori. Non l’ho incontrato ma i nostri staff erano in contatto da qualche settimana e mi dispiace di non aver avuto modo di confrontarmi con lui sul futuro dell’auto elettrica”.
La morte improvvisa di Marchionne, avvenuta oggi, e il passaggio della guida di FCA a Mike Manley, marcherà un cambio di rotta verso la realizzazione di modelli elettrici? In realtà non ci sarà un cambio di rotta, ma continuità con le scelte di Marchionne e dunque è verosimile che da qui al 2022 vi saranno modelli elettrici targati FCA.