Seguire la Dieta Plank per un mese: consigli utili
È possibile seguire la Dieta Plank per più di due settimane senza correre rischi? Le risposte ai dubbi più comuni e i consigli per dimagrire in salute.
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Perdere nove chili in quattordici giorni: promettendo il raggiungimento di questo risultato, la Dieta Plank è uno dei regimi dimagranti più chiacchierati ma anche più seguiti degli ultimi anni, caratterizzato da molta ristrettezza ma anche da una durata limitata che probabilmente la rende abbastanza attrattiva. È una dieta iperproteica e sbilanciata che si basa sulla pressoché totale eliminazione di alcuni nutrienti, come i carboidrati, favorendo invece un elevato consumo di proteine provenienti dalla carne, dal pesce e dalle uova.
La Dieta Plank, inoltre, non prevede dosi o porzioni di cibo caratterizzate da quantitativi precisi e, contrariamente a quanto prevedono le linee guida condivise dai nutrizionisti, non consiglia la pratica di una regolare attività fisica che dovrebbe sempre affiancare un regime alimentare dimagrante. Uno dei nodi più discussi della Dieta Plank, inoltre, riguarda proprio il rapporto tra la sua durata e il calo di peso previsto.
Durata della dieta
L’obiettivo di ogni dieta dovrebbe essere quello di favorire una perdita di peso duratura salvaguardando la salute e, soprattutto evitando carenze nutrizionali. Affinché questo avvenga è fondamentale che il calo ponderale sia spalmato nel tempo, non superando la perdita di circa un chilogrammo a settimana. Nell’arco delle due settimane di Dieta Plank, invece, sembrerebbe possibile perdere fino a nove chili, superando notevolmente la soglia consigliata. Estendere questo regime alimentare oltre il numero di giorni consigliato e prolungandolo per un mese, quindi, non è assolutamente consigliato e potrebbe causare danni alla salute.
Rischi per la salute
I nutrienti principali dovrebbero essere assunti secondo percentuali differenti ogni giorno, evitando di privarsi totalmente di una di queste componenti anche se si decide di iniziare una dieta finalizzata al dimagrimento. Eliminare i carboidrati, ad esempio, rischia di far mancare all’organismo l’energia necessaria per svolgere le attività quotidiane. Una dieta iperproteica protratta a lungo, inoltre, può causare danni ai reni dovuti alla formazione in elevate quantità dell’acido urico, favorendo la formazione dei calcoli renali. Un altro aspetto da considerare, infine, riguarda l’elevato contenuto di colesterolo che caratterizza molti degli alimenti proposti dalla dieta.
Regime di mantenimento
Fermo restando che la Dieta Plank non dovrebbe essere seguita per più di due settimane, per evitare di recuperare in breve tempo tutti i chili persi – un calo dovuto spesso alla perdita di liquidi più che di massa grassa – è fondamentale controllare l’alimentazione e seguire alcune regole base. La Dieta Plank non prevede alcun regime di mantenimento, tuttavia è importante introdurre gradualmente gli alimenti messi al bando durante le due settimane: via libera ai carboidrati secondo dosi calcolate in base alle caratteristiche individuali, ma anche alle proteine vegetali sacrificate durante questo regime dietetico. Da consumare con moderazione, invece, sono i grassi, i fritti, le bibite zuccherate e i dolciumi, in generale tutti gli alimenti che contengono zuccheri aggiunti responsabili dell’aumento di peso. Altrettanto fondamentale, sia prima sia dopo la dieta, è rivolgersi a un esperto nutrizionista per ricevere indicazioni e consigli precisi che tengano conto dello stato di salute individuale.