
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, non sembra intenzionato a tollerare ulteriori ritardi nella gestione delle liste di attesa nel Servizio Sanitario Nazionale. A distanza di cinque mesi da un primo avvertimento, ha nuovamente richiamato le Regioni a un comportamento più responsabile e conforme alle normative. In una lettera indirizzata a Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni, Schillaci ha evidenziato che il 27% delle strutture sanitarie presenta ancora problematiche gravi, come agende chiuse senza giustificazione e liste di attesa gonfiate. “Situazioni indegne che non possono più essere tollerate”, ha affermato, richiedendo un’azione immediata da parte delle Regioni.
Il richiamo del ministro
Il richiamo di Schillaci non è certo una novità. Già lo scorso ottobre, il ministro aveva sollecitato Fedriga a intervenire per porre fine a pratiche considerate “immotivate e illegali”. Tuttavia, a giudicare dai dati forniti dai Nas, sembra che poco sia cambiato. Le irregolarità continuano a persistere, con il ministro che sottolinea come la questione delle liste di attesa rappresenti una battaglia cruciale per garantire il diritto alla salute dei cittadini. “Ho lavorato per oltre 30 anni nel sistema sanitario pubblico e conosco le difficoltà quotidiane”, ha dichiarato, ma ha anche messo in guardia: “Questi problemi non possono giustificare comportamenti che compromettono il diritto alla salute”.
Pratiche inaccettabili
Schillaci ha evidenziato che le irregolarità vanno dalle liste di attesa artificialmente gonfiate alle agende chiuse arbitrariamente, fino a sistemi di prenotazione obsoleti, gestiti con elenchi cartacei. “Queste pratiche minano la credibilità del nostro Servizio Sanitario Nazionale”, ha affermato. Il caso del Lazio è stato citato come esempio positivo: “L’applicazione rigorosa delle norme ha ridotto i tempi di attesa da 42 giorni nel 2023 a soli 9 nei primi mesi del 2025“, ha sottolineato, dimostrando che è possibile garantire prestazioni sanitarie tempestive seguendo le normative esistenti.
Poteri sostitutivi e vigilanza
Un’altra questione critica riguarda i poteri sostitutivi. Schillaci ha espresso rammarico per il fatto che non sia stata ancora calendarizzata la discussione del decreto attuativo sulle liste di attesa in Conferenza Stato-Regioni. Questo decreto prevede che, in caso di inadempienza da parte delle Regioni, possano essere attivati poteri ministeriali sostitutivi. “La vigilanza deve rimanere in capo a ogni Regione, ma la negligenza non può più essere tollerata”, ha affermato, chiedendo che la discussione avvenga al più presto.
Il caso Lombardia
Nel frattempo, un altro fronte di tensione si sta aprendo: la Regione Lombardia ha presentato ricorso al Tar del Lazio contro il governo e l’Aifa, contestando un decreto ministeriale sul payback sanitario. Questo provvedimento, risalente a febbraio, prevede una retroattività che potrebbe gravare pesantemente sulle finanze regionali, con una stima di riduzione di oltre 130 milioni di euro. La situazione si fa sempre più complessa, con le Regioni che si trovano a dover gestire non solo le liste di attesa, ma anche le ripercussioni economiche delle decisioni governative.