Il sambuco comune è una pianta che appartiene alla famiglia delle Caprofoliaceae. Sebbene il più noto sia il sambuco nero, ne esistono diverse specie. Di ognuna si usano i fiori e le bacche, frutto dagli interessanti benefici utilizzato come ingrediente in alcuni rimedi naturali grazie alle interessanti proprietà (anche se non è privo di controindicazioni, può essere infatti velenoso).
Il suo utilizzo a scopo medicinale risale a millenni fa: a cosa fa bene il sambuco, qual è quello tossico? Capiamo meglio.
Il sambuco, Sambucus Nigra, è una pianta molto comune nella nostra penisola, solitamente ascritta alla famiglia delle siepi. Le piccole dimensioni, infatti, fanno di questo alberello un vegetale che si adatta bene e numerosi luoghi: lo si trova nei boschi di montagna, nei parchi cittadini, ma anche a ridosso di strade e aree urbane.
In Veneto cresce spontaneamente, dal piano alla montagna, specie nei terreni fertili e nelle posizioni più ombrose. È comune, più in generale, nelle siepi di pianura, negli incolti, nelle fasce boscate lungo i fiumi, nelle vallette e nei boschetti.
Oltre alla sua funzione prettamente ornamentale – il sambuco fiorisce tra aprile e giugno e presenta piccoli fiori bianchi e bacche violacee – da sempre è sfruttato nella medicina popolare. Quali sono le sue proprietà curative?
Del sambuco si utilizzano sia i fiori che le bacche, per scopi diversi per l’organismo. Attenzione, però, perché la varietà commestibile non deve essere confusa con il Sambucus ebulus. Quest’ultimo, alto fino a 1,5 metri, è velenoso per l’uomo.
Tra l’altro, mangiare le bacche di sambuco ancora acerbe è fortemente sconsigliato in quanto, se non sono giunte al loro ottimale punto di maturazione, sono tossiche. Solo quando il frutto è scuro può essere utilizzato per il consumo umano.
Fatta eccezione per fiori e bacche, il resto della pianta contiene una molecola dagli effetti tossici, sambunigrina. Per questo motivo, è sconsigliato ricorrere al fai da te nella raccolta, soprattutto qualora non si avesse dimestichezza con la botanica: ci si affidi all’erborista di propria fiducia.
Prima di passare alle proprietà del sambuco un cenno meritano i suoi valori nutrizionali. Dal punto di vista nutrizionale, il vegetale è ricco di vitamine A, B1, B2, B3, B5, B6 e C, a cui si aggiungono flavonoidi, triterpeni, glicosidi, zuccheri e tannini.
In particolare, 100 grammi di bacche di sambuco apportano circa 73 Calorie. Inoltre:
In definitiva, il sambuco è ricco di vitamine e minerali tra i quali spicca il potassio.
Della pianta di sambuco si sfruttano principalmente i fiori e le foglie. Dai fiori si ricava un infuso, noto per la sua capacità di aumentare la sudorazione corporea così da favorire l’eliminazione delle tossine e la contenzione della temperatura durante gli stati febbrili.
Le bacche di sambuco sono principalmente composte da acqua, ma al loro interno non mancano carboidrati, fibre e sali minerali come il potassio, il magnesio, lo zinco, il sodio e il calcio. Il loro impiego è quasi strettamente legato al benessere dell’apparato digerente, grazie alla loro unica capacità di risolvere anche le più grave condizioni di stitichezza.
La preparazione è solitamente in decotto o in tisane, l’assunzione ha un immediato effetto lassativo, quindi il ricorso è sconsigliato a chi soffre di dissenteria frequente o di infiammazioni croniche al colon o al retto.
Se abbinate alla corteccia, le bacche di sambuco possono avere anche effetti diuretici utili per il benessere di reni e vescica, mentre in impacco aiutano a ridurre il gonfiore e a contenere gli eccessi di sebo.
Come si usano i fiori di sambuco? Piccoli, bianchi e delicati, i fiori di sambuco si raccolgono generalmente nel periodo primaverile e rappresentano una vera e propria risorsa in ambito fitoterapico. Devono essere essiccati all’ombra e, solo successivamente, possono essere staccati dalle corolle e conservati.
I benefici che derivano dall’assunzione di sostanze ricavate da questi fiori sono notevoli, così come i possibili modi d’uso. Contengono alcune vitamine importanti come la A, la C e numerose del gruppo B. Le potenzialità riguardano soprattutto l’apparato respiratorio e digerente, ma non solo.
In particolare, sono numerose le qualità benefiche dal punto di vista della cura di malattie come il raffreddore, la bronchite, la tosse e la faringite ma anche per quanto concerne la risoluzione di disturbi legati alla stipsi, alle cistiti, ai reumatismi.
I principi contenuti nei fiori di sambuco si rivelano utili per depurare l’organismo in generale, agendo su intestino, stomaco, fegato e sistema immunitario in generale grazie alla presenza di sostanze in grado di far eliminare gli acidi urici.
I bioflavonoidi, inoltre, riescono a limitare i danni provocati dai radicali liberi in virtù del potenziale antiossidante. Altre componenti degne di nota sono i glucosidi, gli oli essenziali, i tannini e diversi oligoelementi. La presenza di tutte queste sostanze rende i fiori di sambuco una risorsa per il sistema immunitario.
Come accennato, i fiori di sambuco essiccati possono essere usati come infuso, decotto ma anche tintura madre o estratto. Molto dipende dalla finalità che si desidera conseguire. Le più importanti proprietà benefiche del sambuco possono essere così sintetizzate.
A cosa serve la tisana ai fiori di sambuco? Uniti alle foglie, i petali in infusione vengono impiegati per la creazione di tisane contro i problemi delle vie respiratorie – come asma, tosse e raffreddori – anche perché i flavoni della pianta hanno un effetto vasodilatatore che sblocca tutte le occlusioni dovute al muco in eccesso.
Per questo, fiori e foglie possono essere adoperati anche per migliorare la circolazione sanguigna, soprattutto quella periferica, sia con l’assunzione orale che con impacchi localizzati per limitare la rottura dei capillari o per un rapido sollievo alle scottature.
Sempre in impacco e sempre per le sue proprietà sulla circolazione, il sambuco è utile anche per lenire il dolore a gambe e articolazioni nelle donne, così come il gonfiore dovuto ad attività fisiche intense o a una giornata sui tacchi. Negli uomini, invece, la tisana è largamente utilizzata per contenere i fastidi del mal di schiena.
Per preparare lo sciroppo di fiori di sambuco in casa usate una decina di fiori freschi, 1 kg di zucchero, 5 limoni e 1 litro di acqua. Gli ingredienti devono essere amalgamati e lasciati riposare per un paio di giorni, mescolando in modo da far sciogliere lo zucchero completamente.
Il liquido si conserva in una bottiglia di vetro collocata in un luogo fresco e asciutto. A cosa serve lo sciroppo di sambuco? Se volete sapere come usarlo, sappiate che tra le sue funzioni principali vi è quella di favorire la sudorazione.
Abusare delle bevande a base di fiori di sambuco non è certamente consigliato a tutti, infatti proprio a causa delle proprietà diuretiche il consumo di tisane e sciroppi deve essere evitato da coloro che sono affetti da malattie renali o che riguardano il fegato.
Anche le donne in gravidanza e in allattamento devono evitare di assumere queste sostanze. Infine, il sambuco potrebbe influenzare l’attività di farmaci immunosoppressori. Ciò in quanto ha la capacità potenziale di aumentare l’attività del sistema immunitario. Assumetelo dietro consiglio medico.