Tra gli alberi più ornamentali e scenografici, il salice piangente appartiene alla famiglia delle Salicaceae e si coltiva spesso sia nei grandi parchi pubblici sia nei giardini delle abitazioni private. La varietà più comune è la Salix babylonica insieme alla Salix x chrysocoma, tuttavia esistono numerose tipologie anche ibride come il Salix x sepulcralis e il Salix x pendulina.
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Albero caduceo, il salice piangente è in grado di raggiungere i dieci metri di altezza e si caratterizza per un fusto particolarmente grosso e solido, così come da una chioma molto folta ricca di rami penduli che conferiscono alla pianta il tipico effetto “cadente”. Le foglie del salice sono allungate e lanceolate, lunghe fino a quindici centimetri e soggette a cambiamenti cromatici stagionali, passando dal verde intenso al giallo dorato nei mesi autunnali e prima della caduta.
Il salice fiorisce in primavera producendo fiori spesso di entrambi i sessi, raggruppati in amenti. I frutti sono invece costituiti da capsule contenenti semi ricoperti di peluria bianca. Prima di scegliere di coltivare un salice è necessario conoscere bene alcune sue caratteristiche, evitando così di limitarne lo sviluppo e di collocarlo in una zona che non garantisce la necessaria fonte di luce e umidità:
Per quanto riguarda le cure periodiche, il salice non necessita di potatura se non in casi eccezionali e dovuti alla presenza di agenti infestanti specifici, oppure se i rami vengono spezzati da vento e tempeste o se sono stati eccessivamente danneggiati dalle gelate invernali. La concimazione, invece, deve avvenire al momento dell’impianto oppure ogni due o tre anni al massimo, preferendo la fine dell’inverno.
La riproduzione del salice avviene per talea semilegnosa o legnosa, pertanto per ottenere una nuova pianta è necessario procurarsi una stecca di legno che sia lunga una cinquantina di centimetri, avendo cura di prelevarla usando cesoie affilate e igienizzate. La talea deve essere inizialmente inserita in un po’ di terriccio universale e, dopo circa un mese, collocata direttamente sul terreno tenendo fuori una porzione corrispondente a circa dieci centimetri. È preferibile dedicarsi a questa operazione nel mese di aprile, ma l’accrescimento della pianta è molto rapido.
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Il salice piangente può subire gli attacchi indesiderati di alcune tipologie di parassiti, come afidi e pidocchi, in grado di danneggiare la pianta che presenta rami sottili e un legno abbastanza delicato. Molto comuni nel salice sono anche i rodilegno, particolari bruchi che se lasciati agire liberamente possono arrecare molti danni alla pianta fino a portarla alla morte. Per quanto riguarda le malattie, le più comuni sono la ruggine e il cancro.