Sale nero: usi e benefici
Il sale nero è una tipologia di sale proveniente dall'Himalaya: è apprezzato per il suo uso in cucina e i suoi potenziali benefici. Vanta un minore contenuto di sodio rispetto al sale comune ed è quindi indicato per chi vuole ridurne il consumo o per chi soffre di pressione alta. Il suo sapore distintivo, leggermente sulfureo, lo rende un ingrediente popolare nella cucina vegana per replicare il sapore delle uova.
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Il sale nero, non troppo comune nella nostra penisola, è un condimento sicuramente affascinante che merita un approfondimento, non solo per i suoi benefici, ma anche per i suoi usi in cucina. Da dove viene? E perché è nero? Di seguito approfondiamo questi ed altri aspetti di tale alimento, non senza fare un cenno alla sua produzione.
Cos’è il sale nero
Noto come kala namak o sale nero dell’Himalaya, proviene dalle miniere di sale situate in diverse regioni di tale sistema montuoso tra cui India, Pakistan, Bangladesh e Nepal. Inizialmente utilizzato nella medicina ayurvedica per le sue proprietà olistiche e terapeutiche, il sale nero è diventato un ingrediente comune delle cucine locali. Questa particolare tipologia di sale si distingue per la sua origine vulcanica: è composto da composti solforati che conferiscono il suo distintivo odore e sapore. Tra i suoi componenti si annoverano il cloruro di ferro e potassio.
Esistono tre principali tipi di sale nero: quello nero dell’Himalaya, il black lava salt e il sale nero utilizzato a scopo rituale. Il primo è impiegato a scopo alimentare, soprattutto nella cucina asiatica e indiana: ha un sapore pungente e umami. Viene anche utilizzato nell’ambito della cucina vegana per conferire un sapore simile a quello delle uova grazie al suo aroma sulfureo. Il sale nero lava, o sale nero hawaiano, ha un colore nero ed un sapore terroso. Viene generalmente spolverato sui piatti a fine cottura ed aggiunge un leggero sapore affumicato. Il sale nero rituale, conosciuto anche come sale delle streghe, è una miscela di ceneri, sale marino, carbone e talvolta colorante nero: non è destinato al consumo alimentare.
Come si produce il sale nero?
Nel metodo di produzione tradizionale, il sale naturale, inizialmente quasi privo di colore, subisce un processo di cottura ad alta temperatura all’interno di contenitori di ceramica ermeticamente chiusi all’interno dei quali sono stati inseriti anche carbone vegetale e semi e cortecce. Durante questa fase, il sale si scioglie completamente e, una volta raffreddato e solidificato, si frantuma in cristalli di colore nero. Dopo la macinazione, assume invece una sfumatura grigio-violacea.
Benefici del sale nero
Il sale nero offre diversi possibili benefici per la salute. Innanzitutto vanta un contenuto di sodio inferiore rispetto al sale bianco. È quindi un ottimo ingrediente per chi desidera ridurre l’apporto di sodio o per chi soffre di pressione alta. Inoltre, considerato come subisca una lavorazione minima, generalmente contiene meno additivi rispetto al sale bianco. Ancora, vanta proprietà antiossidanti e contiene importanti minerali come ferro, calcio e magnesio, essenziali per la salute. Stimolando la produzione di bile nel fegato, contrasta il bruciore di stomaco riducendo il reflusso ed il gonfiore e favorisce la digestione.
Usi del sale nero
Gli usi del sale nero in cucina sono diversi e, come dicevamo, particolarmente apprezzati nell’ambito della cucina vegana in quanto il suo sapore ricorda quello dell’uovo. Pertanto, si rivela essere un condimento ideale per piatti come il tofu strapazzato. Si può unire alle salse, alle insalate e a piatti a base di verdure semplicemente spolverandolo sopra. È anche un ingrediente chiave in molte pietanze indiane, come il chaat, un popolare street food, e piatti a base di legumi come le lenticchie. Unito alle pietanze a base di riso ne ravviva il sapore.
In conclusione, il sale nero è una affascinante tipologia di sale al quale sono legati benefici per la salute da approfondire e usi in cucina che possono fare la differenza per chi segue un’alimentazione vegana.
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