Greenstyle Sostenibilità Consumi Sacchetti frutta a pagamento: etichetta rischia di comprometterli

Sacchetti frutta a pagamento: etichetta rischia di comprometterli

Dall'1 gennaio è scattato l'obbligo dei sacchetti compostabili per frutta e verdura, ma rimane il problema dell'etichetta non compostabile.

Sacchetti frutta a pagamento: etichetta rischia di comprometterli

Fonte immagine: Pixabay

Con l’introduzione dei sacchetti compostabili per la spesa rimane attualmente un altro problema, quello dell’etichetta che viene attaccata sui bioshopper. Queste etichette rendono di fatto inutili le buste per un riutilizzo per la raccolta dell’umido.

Negli ultimi giorni molti consumatori attenti alle tematiche ambientali stanno cercando delle possibili soluzioni a questo problema, attaccando le etichette adesive non compostabili su un foglio di carta oppure sul manico delle buste. Tutto questo per evitare di staccarle in seguito dal sacchetto e rischiare quindi di rovinarlo, rendendolo inutilizzabile per altri usi.

Eppure esisterebbe la possibilità di realizzare delle etichette prodotte in materiali compostabili. È un materiale che costa di più rispetto a quello che viene utilizzato normalmente. Alcune catene di supermercati spiegano che non hanno ricevuto delle indicazioni sulle caratteristiche che le etichette dovrebbero rispettare. Esselunga utilizza delle etichette in materiali compostabili. Alcuni supermercati, come Lidl, risolvono il problema in altri modi, visto che la frutta e la verdura vengono pesate alla cassa e il costo viene aggiunto direttamente sullo scontrino, senza passare per le etichette.

Il Consorzio Italiano Compostatori ha ricordato a questo proposito alcune regole molto semplici per effettuare una raccolta corretta dell’organico, partendo proprio dalla scelta dei sacchetti compostabili. Il CIC ha ribadito anche la necessità che le etichette vengano rese compostabili. Massimo Centemero, direttore del CIC, ha affermato:

L’introduzione dell’obbligo dell’uso di sacchi per ortofrutta compostabili ci consente ancora una volta di tornare sul tema dei sacchetti biodegradabili e compostabili, sulla qualità delle raccolte differenziate e sul compostaggio dei rifiuti organici. Tuttavia, la mancanza di una comunicazione adeguata nei confronti dei cittadini e degli organi di stampa ha creato fraintendimenti e la diffusione di informazioni a nostro avviso non corrette, soprattutto per quanto riguarda la raccolta differenziata dell’umido e gli impianti di compostaggio.

Lo stesso CIC ha poi diffuso un elenco in cui chiarisce alcuni punti chiave relativi ai nuovi sacchetti compostabili da utilizzare per l’acquisto di frutta e verdura:

  • I sacchetti utilizzati per frutta e verdura dall’1 gennaio 2018 possono essere usati anche per conferire l’umido domestico.
  • Si dovrebbe prestare molta attenzione alle etichette, anche a quelle che vengono applicate su alcuni tipi di frutta. Gli utenti dovrebbero apporle sul manico dei sacchetti compostabili, in modo da rimuoverle prima del riutilizzo delle buste.
  • Un sacchetto che viene strappato può essere smaltito attraverso la raccolta dell’organico dedicata al compostaggio.
  • Per la raccolta dell’organico devono essere utilizzati solo sacchetti certificati a NORMA UNI EN 13432 realizzati in carta o in bioplastica.
  • Un sacchetto compostabile dovrebbe riportare la dicitura “biodegradabile e compostabile”.
  • La presenza di plastica nei rifiuti organici è un problema molto grave, perché la rimozione di questi elementi richiede interventi impegnativi per l’energia da investire e i costi.

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Comprendere e ridurre la carbon footprint: le strategie pratiche per un impatto ambientale sostenibile
Ambiente

La nostra impronta di carbonio, anche detta carbon footprint, misura quanto impattiamo a livello ambientale. Si parla di emissioni di gas serra derivate dalle nostre attività quotidiane, come gli spostamenti o le nostre scelte alimentari. Ma con qualche utile consiglio possiamo rendere i nostri stili di vita più sostenibili, per sostenere l’inversione del temuto cambiamento climatico.