
Le preoccupazioni degli psichiatri(www.greenstyle.it)
La normativa italiana ha introdotto misure drastiche per affrontare il problema della guida sotto effetto di sostanze stupefacenti.
Questa tolleranza zero potrebbe avere conseguenze inaspettate e potenzialmente dannose per una vasta gamma di pazienti, in particolare quelli in trattamento per disturbi psichiatrici o neurologici.
Diversi farmaci comunemente prescritti, come ansiolitici, antidepressivi, antiepilettici e antistaminici, potrebbero generare falsi positivi nei test salivari effettuati dalle forze dell’ordine, lasciando gli automobilisti in una situazione di vulnerabilità e incertezza.
Un terreno minato per i pazienti
Il sindacato nazionale Farmacieunite ha espresso preoccupazione riguardo all’impatto di queste nuove normative sulla vita quotidiana di milioni di italiani. “Le persone che assumono determinati farmaci sono ora costrette a guidare su un terreno minato“, avverte il sindacato. Infatti, la legge equipara l’uso di alcuni medicinali alla guida sotto l’effetto di alcol o di sostanze stupefacenti, applicando sanzioni severe, incluso il ritiro della patente. Tuttavia, l’incertezza regna sovrana riguardo a quali farmaci possano effettivamente influenzare i risultati dei test.
Questa mancanza di chiarezza ha portato a un aumento delle domande da parte degli automobilisti, che si trovano in una posizione precaria e non sanno se i farmaci prescritti dal loro medico possano metterli a rischio. I farmacisti, che dovrebbero fungere da punto di riferimento per questi pazienti, si trovano impotenti di fronte a una normativa che non specifica quali siano i medicinali problematici. Per questo motivo, le farmacie hanno richiesto all’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) di fornire linee guida chiare e accessibili, affinché i cittadini possano informarsi in modo adeguato e non rischiare di essere penalizzati ingiustamente.
Anche la comunità medica, in particolare gli psichiatri, ha sollevato forti preoccupazioni riguardo a questa nuova legislazione. Il comitato esecutivo della Società Italiana di Psichiatria, guidato dalla presidente Liliana Dell’Osso, ha messo in evidenza come la riforma rischi di generare confusione per i milioni di italiani che seguono terapie psicofarmacologiche. Secondo gli esperti, farmaci come antidepressivi, ansiolitici e ipnoinducenti non dovrebbero essere considerati alla stregua di sostanze stupefacenti, poiché sono essenziali per il trattamento di disturbi mentali e il loro uso corretto non comporta un rischio maggiore rispetto a quello di conducenti non curati.
Gli psichiatri hanno chiesto un incontro urgente con i ministri competenti per discutere l’importanza di un approccio più differenziato alla questione. “Le cure psichiatriche non possono essere assimilate alle droghe”, hanno affermato, sottolineando che le evidenze cliniche dimostrano che una persona in trattamento con antidepressivi o sonniferi a dosaggio controllato è generalmente più sicura alla guida rispetto a qualcuno che affronta la strada dopo una notte insonne.

Un altro gruppo colpito da questa normativa è rappresentato dai pazienti affetti da epilessia. La Lega Italiana contro l’Epilessia (Lice) ha già contattato i ministeri competenti per richiedere chiarimenti e la partecipazione a un tavolo tecnico. Questa iniziativa mira a definire quali farmaci, assunti per scopi terapeutici, possano essere utilizzati senza violare il Codice della Strada. L’articolo di legge punisce chiunque guidi dopo aver assunto sostanze “stupefacenti o psicotrope”, ma non tiene conto che molti farmaci prescritti per trattare l’epilessia possono rientrare in queste categorie.
Carlo Andrea Galimberti, presidente della Lice, ha espresso preoccupazione per l’ambiguità della nuova normativa. “L’articolo è stato riformato in modo generico, senza alcuna precisazione riguardo a cosa si intenda per ‘sostanza psicotropa’”, ha dichiarato. Questa mancanza di chiarezza ha generato allarme tra i pazienti che assumono farmaci come barbiturici o benzodiazepine, i quali potrebbero trovarsi a rischio di sanzioni ingiuste.
Il dibattito su queste problematiche solleva questioni fondamentali riguardo alla salute pubblica e alla sicurezza stradale. È evidente che la legislazione deve trovare un equilibrio tra la necessità di proteggere la comunità da comportamenti di guida irresponsabili e il diritto dei pazienti di ricevere cure appropriate senza timore di conseguenze legali.