Una riserva per i gatti più pelosi del mondo
Una riserva per la protezione del gatto di Pallas, il felino più peloso al mondo, tipico dell'Asia centrale e oggi a rischio d'estinzione.
Fonte immagine: Beautiful cat, cat Pallas', Otocolobus manul via Shutterstock
I gatti più irsuti del mondo potrebbero presto trovare una casa, affinché questa loro particolarità venga preservata nel tempo. È questa l’ultima iniziativa volta alla protezione del Felis manul, noto anche come gatto di Pallas, un felino tipico dell’Asia centrale. Di dimensioni del tutto analoghe ai comuni gatti domestici, questo esemplare si caratterizza per un corpo riccamente ricoperto di folto pelo, tanto da non avere eguali fra i suoi simili. Da tempo minacciato, nonché molto raro, la comunità internazionale lavora per evitare giunga all’estinzione.
In occasione di una recente conferenza sulla protezione delle specie a rischio, avvenuta nella città russa di Novosibirsk, diversi rappresentanti internazionali avrebbero optato per la creazione di una riserva atta alla salvaguardia del gatto di Pallas. Sarebbe stata quindi già individuata un’area, grande più di 36 chilometri quadrati, nei pressi dello Sailyugemsky Nature Park, una zona incontaminata a ridosso dei monti Altai, al confine tra Russia, Cina e Kazakistan.
Amante dei climi molto rigidi, il gatto di Pallas si caratterizza per un corpo lungo circa 60 centimetri, a cui si aggiunge la coda di 25, e per un muso non molto dissimile dal comune felino domestico. Dalle zampe corte e dalle orecchie rivolte verso il basso, questo esemplare presenza un lunghissimo pelo di colore grigio, che ne ricopre quasi completamente il corpo per garantire una perfetta sopravvivenza anche in zone dove la temperatura scende ben al di sotto degli zero gradi. Sebbene in gran parte delle nazioni dell’Asia centrale questo animale sia legalmente protetto, il gatto di Pallas è spesso vittima della caccia e del bracconaggio, proprio per il suo irsuto e morbido manto. Al momento, non è dato sapere con precisione quanti esemplari esistano effettivamente in libertà, poiché i dati a disposizione dei ricercatori risalgono a qualche decennio fa: molto difficile, infatti, è incontrare questa specie in natura, poiché molto abile a nascondersi nonché raramente affine al contatto con l’uomo.