Sistemi di accumulo: nel 2015 traineranno la ripresa del settore elettrico
Soprattutto grazie alla crescita dei sistemi di accumulo, il settore delle rinnovabili elettriche conoscerà una nuova crescita nel 2015
Il 2015 sarà l’anno sistemi di accumulo che riusciranno a risollevare il settore elettrico italiano. A prevederlo è l’associazione ANIE Energia, che si aspetta un aumento del fatturato del 20% rispetto al 2013, dopo un 2014 ancora a due marce: una prima metà faticosa e una seconda metà nella quale si intravedono segnali di ripresa.
Le previsione si basano un una indagine svolta dalla stessa ANIE su un campione rappresentativo di imprese del settore. La ricerca ha analizzato le prospettive e i trend del mercato italiano di sistemi di accumulo, degli inverter fotovoltaici (connessi alla rete e integrati con sistemi di accumulo) e delle colonnine di ricarica delle auto elettriche. Commenta Matteo Marini, Presidente di ANIE Energia:
Negli ultimi anni il settore dell’energia è stato caratterizzato da un importante percorso di trasformazione tecnologica che ha portato alla messa a punto e all’ingresso nel mercato di soluzioni innovative, più efficienti e sostenibili. In altri termini, l’innovazione tecnologica ha aperto nuove frontiere del mercato, rendendo possibili applicazioni e impieghi inediti fino a pochi anni prima.
È questo, ad esempio, il caso della mobilità elettrica che sta modificando il paesaggio urbano o dei sistemi di accumulo che offrono un contributo importante all’efficientamento dei flussi energetici nella rete, nell’ottica di implementazione delle smart grid. In questi ambiti le imprese italiane rappresentate da ANIE sono già da tempo espressione di un’offerta ad alto contenuto innovativo e tecnologico.
Per quanto riguarda le colonnine di ricarica la situazione è quella più complessa, secondo lo studio infatti:
Le stime al rialzo, comunque, non cancellano la difficile congiuntura nel mercato nazionale. ANIE sottolinea che la crisi e la conseguente debolezza della domanda interna stanno avendo ripercussioni gravi anche sull’eccellenza del Made in Italy tecnologico.
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