Rinnovabili al 32% del fabbisogno elettrico in Italia a dicembre
Rinnovabili al 32% del fabbisogno energetico italiano di dicembre, i dati forniti da Terna con il confronto tra il mese scorso e quello 2019.
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Le energie rinnovabili si sono attestate al 32% del fabbisogno energetico italiano a dicembre. A darne comunicazione è Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale ad alta e altissima tensione. Un dato che emerge all’interno del report appena pubblicato, nel quale si evidenzia anche la crescita dell’1,1% dei consumi energetici (25,9 miliardi di kWh) rispetto a dicembre 2019.
Secondo i dati forniti da Terna si è registrata una crescita, seppure più contenuta, anche rispetto al mese di novembre 2020 (+0,3%). Incremento nel fabbisogno energetico evidenziato anche a livello territoriale, con un +0,8% a CentroNord e +1,9% per quanto riguarda il Sud e le Isole.
Provenienza dell’energia: rinnovabili in calo
L’87,3% dell’energia utilizzata è stata prodotta entro i confini nazionali, mentre il restante 12,7% dal “saldo dell’energia scambiata con l’estero”. Limitandosi alla produzione interna si registra (confronto dicembre 2020-dicembre 2019) la crescita delle fonti termiche (+14%) e da geotermia (+3%). In flessione nello stesso periodo l’idroelettrico (-23,1%), l’eolico (-17,1%) e il fotovoltaico (-16.2%). In crescita, conclude Terna, anche i consumi inseriti all’interno dell’indice IMCEI:
L’indice IMCEI elaborato da Terna – che prende in esame e monitora in maniera diretta i consumi industriali di circa 530 clienti cosiddetti energivori connessi alla rete di trasmissione elettrica nazionale (grandi industrie dei settori ‘cemento, calce e gesso’, ‘siderurgia’, ‘chimica’, ‘meccanica’, ‘mezzi di trasporto’, ‘alimentari’, ‘cartaria’, ‘ceramica e vetraria’, ‘metalli non ferrosi’) – ha fatto registrare un variazione tendenziale positiva dell’11,4% rispetto a dicembre 2019.
In particolar modo, la crescita è stata trainata dai comparti della siderurgia (+23,2%) e meccanica (+7%). Unico settore negativo quello dei materiali da costruzione (-2,1%). Analizzando separatamente i cosiddetti Clienti Puri (quelli che esclusivamente prelevano dalla rete) e gli Autoproduttori, la variazione tendenziale mostra un aumento rispettivamente dell’11,1% e del 13,7%.