Ricci e gufi spesso vittime della caccia
Piccola strage di gufi e ricci per la caccia nel bresciano e nella bergamasca, lo svela il Centro recupero animali selvatici dell'Oasi WWF di Valpredina.
Con la riapertura della stagione della caccia, molti animali cadono vittima della crudeltà umana: tanti quelli condotti presso il Centro recupero animali selvatici dell’Oasi del WWF di Valpredina, in provincia di Bergamo. La struttura si occupa del recupero degli esemplari di natura selvatica, in particolare uccelli perforati dai pallini di piombo. I più interessati dalla stagione venatoria sono i rapaci, ad esempio i gufi: recentemente un esemplare di Aviatico è stato consegnato alla struttura dalla Polizia provinciale.
Moltissimi esemplari, intercettati nelle zone limitrofe fino alla provincia di Brescia, vengono accolti dall’Oasi del WWF in condizioni disperate. Alcuni recuperati già morti, come il gheppio trovato nella provincia bresciana, altri di provenienza anomala. Ad esempio il riccio albino salvato da una famiglia presso un prato a Scanzorosciate: questa tipologia, conosciuta anche come riccio africano, è nota per essere un animale del tutto domestico. A differenza del riccio comune europeo di cui è vietata la detenzione, perché razza selvatica e patrimonio dello Stato.
Su questo ingresso particolare Anna Maria Gibellini, naturalista presso la struttura, ha spiegato:
È il primo con questa particolarità che abbiamo mai accolto. Il riccio si presenta completamente bianco e con gli occhi rossi, tipici della mancanza del pigmento. Un fenomeno raro, ma possibile in tutte le specie animali.
Molti esemplari sono stati coinvolti e colpiti nel primo periodo della stagione venatoria, riportando sul loro corpo ferite anche mortali. Specie spesso delicate, bisognose di riparo per affrontare l’inverno, che si ritrovano al centro di una pratica barbara e pericolosa anche per gli stessi cacciatori. Tra gli animali recuperati e soccorsi presso la struttura anche un astore e un giovane sparviero maschio, ovvero due rappresentanti della famiglia dei rapaci.
Quindi due pipistrelli, un Plecotus auritus o pipistrello orecchione, noto proprio per il formato maxi delle sue orecchie molto più grandi rispetto al corpo. Quindi un Molosso del Cestoni, o Tadarida teniotis Rafinesque, esemplare abbastanza comune dal pelo corto. L’oasi di Valpredina è molto attiva per quanto riguarda il primo soccorso, ma organizza anche visite guidate scolastiche per educare alla conoscenza e al rispetto di tutte le specie animali.