Ribes nero
Si è già parlato delle numerose proprietà curative del ribes nero, una pianta utile come antistaminico naturale, grazie alla stimolazione delle ghiandole surrenali per la produzione di cortisolo. Ottimo anche come diuretico o per il superamento dei raffreddori invernali, come ogni rimedio naturale può avere controindicazioni ed effetti collaterali.
Di seguito, uno sguardo generale ai principali problemi che l’assunzione di ribes nero – soprattutto gli estratti di gemme, foglie e bacche – può procurare in soggetti ipersensibili. Di conseguenza, è sempre d’obbligo avvisare il proprio medico curante prima di procedere a una somministrazione casalinga, in particolare per verificarne la compatibilità con altre terapie a base di medicinali classici.
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Il Ribes nigrum, questo il nome scientifico della pianta, è solitamente ben tollerato dal corpo: diversi studi di laboratorio, infatti, svelano come non sia possibile determinare la dose letale nel ratto, segno della scarsissima tossicità del prodotto. Detto questo, l’assunzione può comportare tuttavia delle problematiche varie. Innanzitutto può aumentare la pressione sanguigna, proprio perché la stimolazione del cortisolo – oltre antinfiammatorio, anche ormone dello stress – porta a un’accelerazione del metabolismo. Poi, pare cpossa incidere negativamente su quelle patologie gravi del sistema nervoso, andando ad accentuare sintomi pregressi, innescando convulsioni o semplicemente causando nervosismo. Va sottolineato, però, come questi effetti si verifichino in soggetti che già soffrono di alcune patologie – spiegate nel prossimo paragrafo – e non in consumatori del tutto sani.
Spiegati i principali effetti avversi dell’assunzione di ribes nero, è utile stilare una categoria di pazienti che dovrebbero evitarne la somministrazione o, in alternativa, optare per il più stretto dei controlli medici: