Ribes nero: controindicazioni ed effetti collaterali
I principali effetti collaterali del ribes nero o ribes nigrum, così come i pazienti e le patologie la cui somministrazione risulta sempre sconsigliata.
Si è già parlato delle numerose proprietà curative del ribes nero, una pianta utile come antistaminico naturale, grazie alla stimolazione delle ghiandole surrenali per la produzione di cortisolo. Ottimo anche come diuretico o per il superamento dei raffreddori invernali, come ogni rimedio naturale può avere controindicazioni ed effetti collaterali.
Di seguito, uno sguardo generale ai principali problemi che l’assunzione di ribes nero – soprattutto gli estratti di gemme, foglie e bacche – può procurare in soggetti ipersensibili. Di conseguenza, è sempre d’obbligo avvisare il proprio medico curante prima di procedere a una somministrazione casalinga, in particolare per verificarne la compatibilità con altre terapie a base di medicinali classici.
Effetti collaterali
Il Ribes nigrum, questo il nome scientifico della pianta, è solitamente ben tollerato dal corpo: diversi studi di laboratorio, infatti, svelano come non sia possibile determinare la dose letale nel ratto, segno della scarsissima tossicità del prodotto. Detto questo, l’assunzione può comportare tuttavia delle problematiche varie. Innanzitutto può aumentare la pressione sanguigna, proprio perché la stimolazione del cortisolo – oltre antinfiammatorio, anche ormone dello stress – porta a un’accelerazione del metabolismo. Poi, pare cpossa incidere negativamente su quelle patologie gravi del sistema nervoso, andando ad accentuare sintomi pregressi, innescando convulsioni o semplicemente causando nervosismo. Va sottolineato, però, come questi effetti si verifichino in soggetti che già soffrono di alcune patologie – spiegate nel prossimo paragrafo – e non in consumatori del tutto sani.
Controindicazioni
Spiegati i principali effetti avversi dell’assunzione di ribes nero, è utile stilare una categoria di pazienti che dovrebbero evitarne la somministrazione o, in alternativa, optare per il più stretto dei controlli medici:
- Ipertesi: i soggetti affetti da pressione alta, acuta o cronica, dovrebbero evitare di curarsi con il Ribes nigrum. La somministrazione, soprattutto se prolungata del tempo, può aumentare ulteriormente l’ipertensione, con tutto quello che ne consegue per la salute di vene, arterie e cuore;
- Patologie renali: fra le tante proprietà della pianta, quella di essere un ottimo diuretico e depurante. Chi fosse affetto da malattie che compromettono la normale funzionalità dei reni, dai semplici calcoli a patologie ben più complesse, ne dovrebbe evitare il ricorso. Questo perché si affaticherebbe ulteriormente l’apparato urinario, costringendo i reni a un lavoro che non sono in grado di sopportare;
- Epilessia e patologie nervose: la stimolazione del cortisolo può interagire direttamente con le patologie nervose e psicologiche. Nei soggetti epilettici è in via precauzionale sconsigliato il ribes nero, perché a livello teorico potrebbe rendere più frequenti gli stati convulsivi. Inoltre, è generalmente poco affine agli stati ansiosi, di stress, di nervosismo, perché l’effetto tutt’altro che sedativo sul sistema nervoso potrebbe aumentarne i sintomi mentali e fisici;
- Anticoagulanti: i pazienti che si devono sottoporre a terapie con anticoagulanti non dovrebbero assumere ribes nero. L’acido gamma-linolenico contenuto nella pianta e nel frutto ne aumenta gli effetti, con tutti i rischi che ne conseguono;