Il Regno Unito assicura: diritti animali anche con la Brexit
Il Regno Unito rassicura dopo le polemiche sull'EU Withdrawal Bill: i diritti degli animali saranno inclusi in un'apposita legge, più severa delle attuali.
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Il Regno Unito ci ripensa sulla possibilità di considerare gli animali come esseri senzienti, quindi riconoscendo la loro capacità di provare dolore ed emozioni. È quanto assicura Michael Gove, portavoce dei conservatori inglesi, a seguito delle polemiche internazionali dovute all’approvazione delle prime norme per l’EU Withdrawal Bill, con la preliminare eliminazione di tali diritti per le specie animali.
La questione è ormai ben nota. In questi giorni, il parlamento inglese sta approvando le norme che comporranno l’EU Withdrawal Bill, ovvero quel corpo di leggi che andrà progressivamente a sostituire direttive europee nel Regno Unito, dopo la fase finale della Brexit nel marzo del 2019. Con un voto a maggioranza conservatore, il parlamento ha deciso di non incorporare alcuni dei principi del Trattato di Lisbona all’intero delle nuove leggi, di fatto non riconoscendo agli animali la capacità di provare dolore ed emozioni. Una scelta, quest’ultima, che ha generato fitte proteste sia fra i cittadini britannici che a livello internazionale, con numerose campagne e petizioni aperte in tutto il mondo.
A seguito delle proteste, così come riferisce il Guardian, Gove ha promesso di effettuare “qualsiasi cambiamento necessario” affinché le leggi del Regno Unito riconoscano gli animali come esseri senzienti, con una speciale normativa:
Il Primo Ministro ha chiarificato l’intenzione di voler rafforzare le nostre leggi sul welfare animale. Questo governo assicurerà qualsiasi cambiamento necessario affinché la legge britannica sia raggiunta in modo rigoroso e comprensivo, per assicurare che gli animali vengano riconosciuti come esseri senzienti dopo che avremo lasciato l’Unione Europea.
Non è però tutto poiché, forse anche data la grande polemica internazionale, Gove ha inoltre sottolineato la volontà di prevedere delle norme addirittura più dure rispetto a quelle del Vecchio Continente, ad esempio limitando l’import e l’export di animali vivi nonché pene più severe per il traffico illegale di qualsiasi specie.