Record di consumo di carbone nel mondo nel 2023. E in futuro che succederà?
Il 2023 ha segnato un nuovo record per il consumo del carbone nel mondo, ma le previsioni per il futuro ci danno qualche speranza.
La COP28 si è appena conclusa con un accordo tutt’altro che rivoluzionario, ma con un buon punto di partenza per impegni futuri più vincolanti sull’abbandono graduale dei combustibili fossili. Per giorni si è discusso sulla formula da inserire nel testo finale dell’accordo, con quell’auspicato “phase out”, vale a dire l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, che è stato trasformato in “transitioning away”, un allontanamento graduale dagli stessi. Qualcosa di simile era accaduto due anni fa a Glasgow a proposito del carbone: nel testo finale dell’accordo della COP26 non fu utilizzato il termine “phase out” ma il meno impegnativo “phase down”, una riduzione al posto dell’eliminazione.
La buona notizia è che l’accordo raggiunto alla COP28 include anche il carbone in quei combustibili fossili dai quali ci si dovrà allontanare gradualmente, insieme a petrolio e gas, per contrastare la crisi climatica che è sempre di più sotto gli occhi di tutti. Ma a che punto siamo sulla dipendenza dal carbone?
A rivelarlo a due giorni dalla conclusione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ci pensano i dati dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), secondo i quali dal 2020 al 2023 non è mai stato consumato così tanto carbone nel mondo. Il record è stato raggiunto proprio nel 2023 che si avvia verso la sua conclusione, con una domanda globale che ha toccato 8,53 miliardi di tonnellate a causa dell’aumento del consumo di carbone in paesi come Cina, Indonesia e India.
In Cina nel 2023 il consumo del carbone è aumentato del 4,9% rispetto al 2022, che tradotto in numeri significa 220 milioni di tonnellate in più, mentre in Indonesia è aumentato dell’11% e in India dell’8%. Se in Asia il consumo di carbone è aumentato, in Europa nel 2023 è stato registrato un calo del 23% rispetto al 2022 e negli Stati Uniti il calo è stato del 21%.
Se dopo la conclusione della COP26 si è continuato a registrare un aumento globale del consumo di carbone, il futuro si preannuncia più roseo. Se complessivamente la domanda globale di carbone è aumentata dell’1,4% nel 2023, le previsioni dell’Agenzia internazionale dell’energia parlano di un calo della domanda del 2,3% nel 2026 rispetto ai livelli del 2023. Il motivo, secondo la IEA, è da ricercare nelle nuove infrastrutture per le energie rinnovabili che diventeranno operative in Cina nei prossimi tre anni.
Se il consumo di carbone in Cina è destinato a calare nei prossimi tre anni, lo stesso non si potrà dire per India e Sud-est Asiatico. Il report parla chiaro: “Fino al 2023 India e Sud-Est Asiatico saranno le uniche regioni del mondo in cui il consumo del carbone è destinato a crescere in modo significativo“. Nonostante questo, però, la previsione globale sarà positiva e, per la prima volta, non perché legata ad eventi straordinari come accaduto in passato. Ne è convinto Keisuke Sadamori, direttore della sezione Energy Markets and Security dell’IEA:
Abbiamo visto dei cali nella domanda globale di carbone in diverse occasioni, ma sono state brevi e causate da eventi straordinari come il collasso dell’Unione Sovietica o la crisi del COVID-19. Questa volta sembra essere diverso perché il calo è più strutturale e deriva dalla forte e costante espansione delle tecnologie energetiche pulite. Un punto di svolta per il carbone è chiaramente all’orizzonte, anche se il ritmo con cui le energie rinnovabili si espandono nelle principali economie asiatiche determinerà cosa accadrà dopo, e sono necessari sforzi molto maggiori per raggiungere gli obiettivi climatici internazionali.