Greenstyle Casa & Giardino Orto & giardino Giardinaggio Realizzare un divanetto da giardino con mattoni

Realizzare un divanetto da giardino con mattoni

Idee di riciclo creativo per trasformare blocchi di cemento e mattoni in un originalissimo divanetto da giardino: istruzioni per la struttura e stoffe.

Realizzare un divanetto da giardino con mattoni

Il riciclo creativo si sposa perfettamente con le esigenze del giardino: molti degli oggetti ormai dismessi in casa, come ad esempio vecchi mobili o utensili, possono trovare nuova vita all’aperto. Tra i progetti più facili di fai da te, vi è certamente il recupero di materiali per creare panche o divanetti: di seguito, le istruzioni per realizzare una seduta originale, con blocchi di cemento, mattoni e legno.

L’obiettivo di questo progetto è riutilizzare sapientemente degli strumenti che, date le dimensioni, vengono spesso abbandonati in cantina o nel giardino stesso: materiale avanzato da una recente ristrutturazione, travi eliminate da rivestimenti in legno e molto altro ancora. Il progetto in questione è semplice e, per questo, si adatta anche a utenti non particolarmente esperti.

Divanetto in blocchi di cemento o mattoni

Modello 3D del divanetto
Modello 3D del divanetto

L’idea alla base di questo arredo da esterni è recuperare dei blocchi di cemento forati, oppure dei mattoni sufficientemente resistenti, per adagiarvi orizzontalmente delle travi. Il tutto da abbellire poi con colori sgargianti e morbidi cuscini. Per la realizzazione di una panca o di un divanetto di base, occorre dotarsi di:

  • Quattro o otto blocchi di cemento forato;
  • Almeno un paio travi in legno o metallo, di lunghezza pari o superiore ai due metri;
  • Vernici colorate per pareti;
  • Cemento e un pallet, se si desidera realizzare un divanetto più complesso.

Realizzare i supporti laterali

Il primo passo è comprendere che tipo di panca si vuole realizzare: il progetto di base vede l’impiego di quattro blocchi di cemento che andranno a costituire le gambe del divano, con le travi che ne attraversano i fori. In questo caso, si avrà una seduta molto bassa, utile più come lettino prendisole. Se si volessero utilizzare otto mattoni, quindi quattro coppie l’una sopra l’altra, bisognerà necessariamente ricorrere al cemento per mantenere la struttura in posizione, così che non crolli non appena seduti.

Realizzare la seduta

Dopodiché, si analizzano le travi a propria disposizione. L’ideale è superare una lunghezza di 2 o 2,5 metri, non solo per potersi sdraiare senza difficoltà, ma anche perché parte di questi assi spunteranno all’esterno così da garantire la stabilità di quanto creato. Inoltre, va vagliata la resistenza: ne serviranno dai due ai quattro esemplari, di larghezza di circa 10-15 centimetri ciascuno e 5-10 in altezza. Questo per evitare che il legno si fletta – o peggio si rompa – sotto il peso del corpo. In alternativa, si può ricorrere a delle barre di acciaio, facilmente recuperabili da vecchie reti di divani. Si sconsiglia, invece, il recupero delle doghe dei letti: sono sottili e flessibili, poiché il peso del corpo viene distribuito su un gran numero di doghe. Usarne solo un paio non garantisce sufficiente tenuta.

Colorare la panca da giardino

Si procede quindi alla colorazione a vernice dei mattoni, da effettuare a cemento asciutto qualora si fosse scelta l’opzione a due livelli. Un’idea originale per il giardino è ricorrere a tinte molto accese e d’impatto – come l’abbinata tra fucsia e verde limetta, ma anche blu elettrico e giallo limone – da alternare per ogni mattone ricreando così un effetto color block. Il legno, invece, rimarrà al naturale. Attenzione, però: se si utilizzano assi di fresco taglio, quindi non pretrattati come quelli disponibili nei negozi di bricolage, servirà una mano di fissante e di pittura trasparente per evitare che il materiale si rovini sotto i colpi delle intemperie.

Lo schienale

A questo punto, si posizionano le due coppie di mattoni – due blocchi per lato – a distanza di circa due metri e si infilano le travi attraverso i fori, facendo in modo che le estremità fuoriescano dal perimetro di circa 15-20 centimetri. In questo modo, la seduta sarà stabile senza la necessità di alcun fissaggio. Per la larghezza della stessa, invece, la dimensione è secondo le proprie preferenze. Se il divanetto è poggiato contro una parete, non sarà necessario realizzarne uno schienale. In caso contrario, si può recuperare uno o più pallet o la vecchia testiera di un letto, da fissare alla panca secondo la modalità preferita. Attenzione, però, poiché la resistenza va adeguatamente testata: si rischia che lo schienale ceda e ci si ferisca.

Cuscini per la seduta e lo schienale

Cuscini
Decorative pillow natural Fabric via Shutterstock

Sedersi direttamente sulle travi può essere scomodo, ma basta riutilizzare un materasso o i cuscini di vecchie poltrone, magari ricoperte di stoffa lavabile sempre in stile color block, per risolvere la problematica e ravvivare al contempo l’ambiente. In caso si fosse sprovvisti di questi tessili, può essere divertente mettersi alla prova con la macchina da cucire, realizzando un sacco da 2 metri per 50 centimetri – da cucire al rovescio e risvoltare prima di sigillare completamente l’ultimo lato – da riempire di gommapiuma. In questo caso, vi è una grande occasione di riciclo: non serve acquistare della gommapiuma nelle dimensioni necessarie, si può riutilizzare quella che già si possiede, da tagliare in piccoli cubetti per poi trasferirli nel sacco fino a completo riempimento degli spazi vuoti.

Un metodo antistress per i meno pratici del taglia e cuci, invece, potrebbe essere quello di recuperare un vecchio materassino ad aria, anche quelli da spiaggia. Basterà gonfiarlo e ricoprirlo di stoffa spessa – per evitare che il legno lo buchi – per poi posizionarlo sulla panca.

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Micro cogeneneratori: cosa sono e quando convengono
Consumi

I micro cogenatori sono degli impianti sempre più diffusi a livello domestico: questi sistemi permettono infatti di produrre contemporaneamente energia elettrica e calore per il riscaldamento o l’acqua calda sanitaria. Possono essere alimentati con classici combustibili, biomasse o anche dall’energia solare: sono indicati soprattutto per quelle famiglie che si assestano su alti consumi energetici.