Quinto Conto Energia: il Governo risponde sul giallo delle bozze ENEL
Il Governo Monti smentisce che la bozza del Quinto Conto Energia sia stata scritta da ENEL, senza però rivendicarne la fattura.
A due giorni dalla fuga di notizie, e dalle conseguenti polemiche, riguardo la possibilità che sia stata ENEL a scrivere le due bozze del Quinto Conto Energia che stanno girando da una settimana finalmente si registrano le risposte ufficiali dell’azienda e del Ministero dello Sviluppo economico.
Due smentite, naturalmente, che però non aiutano affatto a fare chiarezza sulla vicenda. ENEL ha pubblicato la sua risposta con un commento agli articoli apparsi su alcuni giornali online, mentre il Ministero ha preferito uno stringatissimo comunicato stampa. Iniziamo da ENEL:
In merito a quanto da voi riportato, Enel afferma che non ha mai scritto né contribuito alla stesura di bozze di decreti ministeriali sul “quinto” conto energia, né ha fornito alcun commento ai testi che sono disponibili su siti internet. E’ in corso una indagine interna informatica per verificare eventuali manipolazioni che attribuirebbero a collaboratori dell’azienda l’origine del file pubblicato su alcuni quotidiani online. L’Azienda si riserva di tutelare le proprie ragioni nelle sedi più opportune.
Se è come dice ENEL, però, manca il chiarimento più importante. La famosa bozza che riportava (negli attributi del file) il nome e il cognome di una analista ENEL conteneva indicazioni, commenti e persino suggerimenti. Nel PDF che è circolato, infatti, c’erano molti paragrafi evidenziati in giallo e persino alcune aggiunte in maiuscolo evidenziate in azzurro.
Per non parlare di aria fritta, basti citare questo paragrafo aggiunto dopo il comma 2 dell’articolo 1 di quello che avrebbe dovuto essere il decreto del Quinto Conto Energia:
PER EVITARE CONTESTAZIONI (SULLA BASE DEL DM 6 MAGGIO 2011 TUTTI SI ASPETTANO CHE LO STESSO DM SI APPLICHI ALMENO FINO ALLA SOGLIA DEI 6 MLD) POTREMMO DIRE CHE QUESTO DM SI APPLICA AGLI IMPIANTI CHE ENTRANO IN ESERCIZIO SUCCESSIVAMENTE ALLA DATA IN CUI VIENE RAGGIUNTA LA SOMMA DI 6 MLD)
È assolutamente possibile che la analista dell’ENEL abbia ricevuto la bozza e l’abbia commentata personalmente. E non ci sarebbe nulla di male se non il fatto che quella bozza, fuori da ENEL, non ce l’aveva nessuno. Neanche le associazioni di categoria del fotovoltaico.
Il Ministero dello Sviluppo economico, guidato da Corrado Passera, è ancora più vago di ENEL:
Roma, 24 marzo 2012 – La notizia circolata su alcuni organi di stampa secondo cui Enel avrebbe inviato al Mise una bozza di decreto relativa agli incentivi per il fotovoltaico è, ovviamente, del tutto infondata.
Con un ulteriore giallo: come leggete il comunicato è datato 24 marzo, cioè il giorno in cui è scoppiato l'”affare bozze”, ma è stato rilasciato solo il 26, cioè ieri, nel tardo pomeriggio. Possibile che l’ufficio stampa del Ministero abbia fatto un errore così grossolano? O forse il comunicato era pronto da due giorni, ma si è aspettato che uscisse la risposta ufficiale dell’ENEL prima di pubblicarlo?
Infine: il Ministero smentisce che la bozza sia “made in ENEL” ma non dice se sia stata scritta dai propri tecnici o da qualcun altro. Parliamo di un decreto bello e pronto, con tanto di nuove soglie agli incentivi tarate in base ad esigenze specifiche e riferimenti normativi precisi e coerenti, non è un foglio di carta che chiunque potrebbe scrivere.
Se non lo ha scritto ENEL, se non lo ha scritto il Ministero, se non lo hanno scritto le associazioni di categoria del fotovoltaico, da dove spunta questo ennesimo decreto ammazza rinnovabili preconfezionato?