
Sono oltre quattro milioni le persone in Italia che si trovano in difficoltà nell’accesso alle cure a causa della mancanza di una sanità di prossimità. Queste persone risiedono in aree interne, le zone più isolate e difficili da raggiungere. In questo contesto, la digitalizzazione della sanità emerge come una potenziale soluzione, in particolare nell’ambito della medicina generale. Questo è stato il tema centrale di un convegno organizzato presso il Senato, dove la Società Italiana dei Medici di Medicina Generale (Simg) ha messo in evidenza l’importanza di tali innovazioni. All’evento hanno partecipato figure chiave come Lucia Albano, sottosegretario alle Finanze, Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, e Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute.
Innovazioni e prossimità
Durante il convegno, la Simg ha evidenziato come strumenti come televisita, telemonitoraggio e teleconsulto siano già una realtà consolidata, integrando ospedali, ambulatori e centri di assistenza. Il presidente della Simg, Alessandro Rossi, ha affermato che la caratteristica della prossimità è cruciale, specialmente per le 4mila comunità delle aree interne, dove risiede circa il 20% della popolazione italiana. Queste zone, spesso dimenticate, necessitano di un approccio innovativo per garantire servizi sanitari adeguati.
La digitalizzazione non è solo un’opzione, ma un elemento essenziale per migliorare l’accesso ai servizi sanitari. I medici di famiglia, pionieri nell’introduzione di strumenti informatici, hanno già adottato la cartella clinica personalizzata decenni fa. Oggi, una varietà di app è disponibile per facilitare la prenotazione di appuntamenti, l’erogazione di ricette e la richiesta di consulenze. Tuttavia, per raggiungere un livello ottimale di efficienza, è fondamentale garantire una buona connettività e integrare il fascicolo sanitario elettronico con i dati delle cartelle cliniche.
Formazione e risorse necessarie
La Simg sottolinea che per costruire una rete efficiente è necessario che l’uso di strumenti innovativi non comprometta le prerogative professionali e culturali della Medicina Generale. È essenziale che i medici ricevano le risorse, la formazione e le infrastrutture necessarie per svolgere al meglio il loro lavoro. Solo così sarà possibile garantire un servizio sanitario che risponda alle esigenze della cittadinanza, specialmente in quelle aree più vulnerabili.
La digitalizzazione, quindi, non è solo un passo verso il futuro, ma una necessità per colmare il divario esistente tra le aree urbane e quelle interne. La Simg ribadisce l’importanza di un approccio integrato e sostenibile per garantire che tutti, indipendentemente dalla loro posizione geografica, possano accedere a cure di qualità.