Quarto Conto Energia quasi pronto, stangata per le rinnovabili
Se le indiscrezioni venissero confermate, il Quarto Conto Energia avrà pesantissime conseguenze sul settore. Previsti tagli e tetti massimi.
Finalmente il Quarto Conto Energia sta per vedere la luce. Ma se le indiscrezioni saranno confermate, gli operatori di settore non avranno di che stare allegri: la normativa che regolerà gli incentivi alla rinnovabili per i prossimi 5 anni conterrà tutti gli aspetti critici messi in luce in un mese di discussioni, anzi: sembra anche più punitiva di quanto previsto.
Fermo restando che i commenti definitivi dovranno essere fatti soltanto quando il testo ufficiale verrà reso disponibile e approvato, possiamo provare a riassumere in 2 punti le regole del Quarto Conto Energia:
- Tagli del 25% a partire da giugno e del 50% a partire dal 2012;
- Tetto annuale di appena 1.500 megawatt per quest’anno e di 2.500 per il prossimo.
Insomma, le richieste delle aziende e delle associazioni di garantire per lo meno gli investimenti fatti quest’anno e di modellare un sistema che non li lasci nell’incertezza sull’effettiva reperibilità dei finanziamenti sono state quasi del tutto disattese – il sistema di “tetto annuale” legato alla produzione energetica e non ai soldi stanziati recepisce, ma solo in parte, una delle richieste.
Durissimo il commento di Angelo Bonelli dei Verdi:
Il governo Berlusconi, dietro le pressioni di un pezzo di Confindustria che è legato ai modelli energivori delle fonti fossili e che sotto banco spinge per gestire l’affare da 30 miliardi di euro del nucleare, ha deciso di condannare a morte un settore che nel solo 2010 ha dato lavoro al oltre 40 mila cittadini, quanto quattro stabilimenti di Confindustria.
Gli fanno eco Assosolare, Aper, Asso Energie future e Grid Parity, le principali associazioni legate al fotovoltaico, che <rel=’attachment wp-att-2675′>dichiarano:
Il fotovoltaico è una risorsa per il Paese e non un costo; inoltre è necessario non porre limiti alle istallazioni e non effettuare tagli eccessivi degli incentivi nei prossimi due anni.
L’impressione è che la battaglia sulle rinnovabili si sposterà quanto prima dal pubblico dibattito alle sedi dei tribunali italiani ed europei.