Televisore, consumo
Quanto consuma una tv? È questa la domanda che in molti si saranno certamente posti, in questo periodo di forte crisi energetica e caro bollette. Questo perché il televisore è un apparecchio che rimane acceso per molte ore durante la giornata e, di conseguenza, è più che lecito chiedersi quale impatto abbia sulla bolletta.
La buona notizia è che, grazie a tecnologie sempre meno energivore, il televisore non fa più parte degli elettrodomestici che consumano di più. La cattiva è che rischiamo di spendere molto denaro con lo stand-by.
Non è semplice valutare il consumo di un televisore, anche perché molto dipende dalla tecnologia di visualizzazione delle immagini – CRT, Plasma, LCD o LED/OLED – e dalla sua dimensione, nonché dalle ore in cui la tv rimane accesa durante la giornata.
Di seguito qualche informazione utile, anche relativa a come risparmiare sul suo utilizzo.
Prima di entrare nel dettaglio del consumo energetico prodotto da un televisore, è necessario avere ben chiara la differenza fra le varie tipologie di apparecchio. Anche le meno recenti, o per meglio dire vetuste, ancora tutt’oggi presenti in molte case, ad esempio in quelle degli anziani.
Vi è un passaggio necessario, prima di analizzare quale sia il consumo di una tv, per comprendere come vengano analizzati i consumi. Ossia le false credenze, informazioni tutt’oggi disponibili in rete e rilanciate senza sosta sui social network, tuttavia smentite dalla realtà dei fatti.
È, ad esempio, credenza diffusa che le vecchie tv a tubo catodico, le CRT, consumino meno delle attuali soluzioni LCD e LED. Questa considerazione risultava vera all’apparizione sul mercato dei primi modelli LCD che, di fatto, consumavano di più per via del dispendioso sistema di retroilluminazione dello schermo.
Ma oggi sul mercato di soluzioni semplicemente LCD ce ne sono poche, perché rimpiazzate dalla più versatile alternativa LED, che garantiscono un consumo pari, se non minore, per i nuovi modelli a basso impatto energetico, rispetto al vecchio e caro televisore a tubo catodico.
Discorso diverso invece per il plasma che, per quanto di anno in anno migliori le sue performance energetiche, sembra rimanere la tecnologia a maggiore consumo.
Ma quanto consuma, nei fatti, un televisore? La risposta arriva da uno studio condotto da EcoCostSaving che, verso la fine del 2022, ha condotto una ricerca su 107 dei principali televisori presenti sul mercato.
Innanzitutto, alcuni dati riassuntivi di certo interesse:
Ma quanto consumano i televisori a seconda della loro grandezza? Certamente, maggiore è la dimensione dello schermo, maggiore è il consumo, perché l’area da illuminare è maggiore. I valori riportati fanno riferimento all’accensione in condizioni di luminosità ambientale: d’altronde, più la retroilluminazione è elevata, più elevata è la richiesta di energia:
E per i televisori di dimensioni maggiori? Quelle proposte sono le diagonali più comuni sul mercato, tuttavia sta crescendo sempre più la richiesta di apparecchi di dimensioni superiori ai 65 pollici. La differenza tra i vari modelli si fa molto meno marcata, tuttavia si può prendere come riferimento il 75 pollici: consuma in media 114.5 watt in uso e 2.6 in stand-by.
Ma come si traducono questi dati in bolletta? Considerando un consumo medio annuale di circa 106.9 kWh, alle tariffe di fine 2022 per l’Italia la spesa si aggira attorno ai 48-60 euro all’anno.
Come appare evidente dai dati, quello dello stand by è un problema purtroppo sottovalutato che, tuttavia, può avere degli effetti ben evidenti sul consumo di energia elettrica annuale. All’anno, può arrivare a pesare tra i 7 e i 20 euro in bolletta – a seconda dell’apparecchio – e, per quanto sia una cifra contenuta, è una spesa inutile. E ha anche conseguenze in termini ambientali.
Lo stand by del televisore ci permette, soprattutto per le smart tv, di richiamare velocemente le nostre funzioni preferite senza attendere il riavvio completo del sistema operativo, così come accade invece quando si stacca la presa dalla corrente o avviene un blackout. Eppure questa comodità, non sempre segnalata da LED di stato sull’apparecchio, è un vero e proprio spreco di energia.
Se si pensa che la media di consumo all’ora sia di 1.3 watt, magari per più televisori nella casa e moltiplicata per tutti i televisori presenti nel Paese, se ne ricavano dati davvero preoccupanti. In altre parole, stiamo producendo e consumando energia – una risorsa sempre più cara – per tenere “spenti” i nostri apparecchi.
È quindi decisamente più utile, sia in termini economici che ambientali, attendere quei pochi minuti di caricamento del sistema operativo e staccare l’alimentazione all’apparecchio quando non necessario. Sia scollegando direttamente il televisore dalla presa, quando agevole farlo, che installando appositi interruttori a muro che potrebbero facilitare questa operazione. Una piccola accortezza che può fare di certo la differenza.
Per risparmiare, inoltre, non dimentichiamo di regolare le impostazioni dell’immagine: i preset già memorizzati sull’apparecchio, quelli di fabbrica, tendono a essere troppo saturi e luminosi per l’uso in ambiente domestico. Oltre ad affaticare la vista, consumano energia: la retroilluminazione dovrà essere sempre al livello corretto, non invece in eccesso.
Fonti