Greenstyle Ambiente Cos’è il Protocollo di Kyoto e 3 cose da sapere

Cos’è il Protocollo di Kyoto e 3 cose da sapere

Il protocollo di Kyoto è un accordo internazionale che si prefigge l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra dannosi per l'ambiente. Questo accordo, firmato nel lontano 1997, rappresenta un precursore delle future iniziative per il clima, ma quali sono gli obiettivi da raggiungere?

Cos’è il Protocollo di Kyoto e 3 cose da sapere

Fonte immagine: Pixabay

L’11 dicembre 1997 è una data importante per il clima: un giovedì di tanti anni fa, in questo preciso giorno, i delegati di 150 Paesi firmarono l’Accordo di Kyoto, un trattato internazionale sul clima volto a promuovere la riduzione delle emissioni di gas serra responsabili del riscaldamento globale e del cambiamento climatico.

Da quel giorno, molti passi in avanti sono già stati fatti, ma molti ne restano ancora da percorrere prima di poter raggiungere il più importante dei traguardi: tutelare il nostro Pianeta.

Ma esattamente cos’è il Protocollo do Kyoto? Quali Paesi hanno aderito a questo trattato e quali, invece, hanno deciso di non farne parte? Scopriamo a cosa è effettivamente servito questo accordo.

Cos’è il Protocollo di Kyoto?

Il Protocollo di Kyoto è considerato il primo vero accordo internazionale volto a limitare e ridurre la produzione di gas inquinanti da parte dei Paesi industrializzati e delle economie in transizione.

Già oltre 20 anni fa si riteneva che tra i maggiori responsabili del cambiamento climatico vi fossero sei gas serra in particolare, ovvero: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), ossido di azoto (N2O), esafluoruro di zolfo (SF6), idrofluorocarburi (HFCs) e perfluorocarburi (PFCs).

Animato dall’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra nocivi, il protocollo di Kyoto incentiva lo sviluppo e la messa in atto di strategie eco-sostenibili, in un accordo che prevedeva degli obiettivi, in termini di riduzione delle emissioni, che fossero individuali per ciascun Paese (in base alle circostanze) e concordati con gli altri Stati partecipanti.

Fra questi, non rientravano però i Paesi in via di sviluppo (inclusi Cina e India), in quanto erano considerati meno inquinanti rispetto ai Paesi maggiormente e da più tempo industrializzati.

L’accordo fu stipulato nella città giapponese di Kyoto, in occasione della “COP 3“, la Conferenza delle parti sul clima delle Nazioni Unite incentrata proprio sul tema del surriscaldamento globale e dei cambiamenti climatici.

Cosa afferma il protocollo di Kyoto?

In poche parole, l’accordo firmato nel ’97 esortava le Nazioni industrializzate aderenti al trattato a ridurre le emissioni di gas serra al di sotto di una certa soglia (ovvero una soglia base registrata nel 1990). Il che implicava una riduzione media delle emissioni del 5% negli anni che andavano dal 2008 al 2012.

In seguito, durante la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2012, la durata del Protocollo fu prorogata fino al 2020.

Per agevolare l’adempimento degli obiettivi prefissati, l’accordo di Kyoto prevedeva che ogni Paese operasse in ambito nazionale, ma prevedeva anche una serie di meccanismi volti a ridurre le emissioni, come la creazione di sistemi di mercato flessibili, basati sullo scambio dei permessi di emissione.

I Paesi con una riduzione extra rispetto al 5% delle emissioni previste, ad esempio, potevano sfruttare il cosiddetto “Emission Trading System” (ETS), attuando una sorta di scambio di emissioni con Paesi che non riuscivano a raggiungere gli obiettivi prefissati, così da favorire un generale abbattimento delle emissioni di gas serra nell’atmosfera a livello globale.

Entrata in vigore

Il Protocollo di Kyoto fu adottato nel 1997, ma bisognerà attendere il 2005 prima della sua effettiva entrata in vigore, data in cui la Russia ratificò il trattato.

In base agli accordi, infatti, il trattato poteva entrare in vigore solo se avesse ricevuto la ratifica di almeno 55 Nazioni, le quali avrebbero dovuto comportare non meno del 55% delle emissioni globali di gas serra.

Quanti sono i Paesi che hanno aderito al Protocollo di Kyoto?

industrie inquinamento
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Dal 1997, 191 Paesi hanno firmato o ratificato il protocollo di Kyoto. Tra questi manca la firma degli Stati Uniti. Il Paese non ha infatti mai effettivamente aderito al Protocollo. Per quanto riguarda l’Italia, invece, il nostro Paese ha ratificato l’accordo con la legge 120/2002.

Cosa ha fatto l’Italia per il Protocollo di Kyoto?

Per ridurre le emissioni di gas serra, in seguito alla ratifica dell’accordo l’Italia ha messo in atto una serie di interventi, come l’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato e l’incentivazione al risparmio energetico e allo sfruttamento di energie rinnovabili.

Perché gli Stati Uniti non hanno firmato il Protocollo di Kyoto?

Come anticipato, non tutti gli Stati hanno aderito all’accordo sul clima sancito a Kyoto. Ad esempio, gli Stati Uniti – che durante la presidenza Clinton avevano inizialmente firmato il protocollo – hanno fatto marcia indietro con l’inizio della presidenza Bush.

Si ritiene che gli USA non abbiano aderito al trattato di Kyoto perché non intendevano sostenere alcun tipo di accordo internazionale che non vincolasse anche i Paesi in via di sviluppo a limitare le emissioni di gas serra. Un tale accordo, infatti, era ritenuto potenzialmente controproducente per l’economia statunitense.

Va però sottolineato che proprio gli Stati Uniti sono responsabili di una consistentissima parte delle emissioni inquinanti del Pianeta.

Chi è uscito dal Protocollo di Kyoto?

Oltre alla mancata partecipazione degli Stati Uniti al protocollo, si evidenzia anche l’uscita del Canada, che ha avuto luogo nel Dicembre 2011. Il Paese è la prima Nazione ad aver abbandonato il trattato, e la ragione sarebbe legata alla mancata partecipazione degli Stati Uniti e della Cina, considerati due dei Paesi più inquinanti al mondo.

Peraltro, al momento della ratifica il Canada si era impegnato a ridurre entro il 2012 le emissioni rispetto ai livelli registrati nel 1990, ma già nel 2009 il Paese era ben lungi dal raggiungere un tale obiettivo (le emissioni erano anzi più alte del 17% rispetto al 1990).

Perché il Protocollo di Kyoto è importante per le società umane?

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Ma a conti fatti, a cosa è servito il protocollo di Kyoto? C’è chi sottolinea il fallimento degli obiettivi stabiliti dall’accordo, e chi invece ne mette in luce i traguardi raggiunti. Accordi come quello di Kyoto o quello di Parigi (di cui il protocollo di Kyoto è considerato una sorta di precursore) rappresentano un segnale importante.

Oltre a proporre degli obiettivi comuni, mettono in luce un problema da troppo tempo ignorato e sottovalutato, e forniscono strategie concrete per ridurre l’impatto dell’uomo sul Pianeta.

Nel caso specifico, l’accordo di Kyoto ha rappresentato una sorta di apripista: per la prima volta, le Nazioni del mondo si sono unite per affrontare concretamente il cambiamento climatico, dando origine a un accordo che prevedeva l’impegno vincolante dei vari Stati per raggiungere un obiettivo comune di importanza cruciale.

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