Prostata: curarla con l’ortica
L'ortica può essere un valido alleato per le patologie benigne della prostata: alcuni consigli per afruttarne le proprietà.
I problemi alla prostata sono molto frequenti, soprattutto fra gli uomini di mezza e tarda età. Tra i disturbi più diffusi dovuti a un ingrossamento della ghiandola prostatica, quando non derivanti da tumori, dolore e difficoltà di minzione, ma anche una lunga serie di questioni connesse alla sfera sessuale come impotenza o impossibilità di raggiungere l’orgasmo. Secondo studi recenti, un rimedio naturale per alleviare i sintomi – sempre sotto la supervisione obbligatoria del proprio medico o dell’andrologo di fiducia – arriverebbe dall’ortica.
L’ortica è una pianta ubiquitaria, nota ai più per i pomfi pruriginosi causati dal contatto della pelle con la pianta. In infusione o in impacco, però, alla pianta da sempre è riconosciuto un medio impatto urologico, grazie alla ricchezza di fitosteroli, scopoletina, tannini, sali minerali e molto altro. Ma come agisce sulla prostata?
Lo studio
Nel luglio del 2013, sono stati pubblicati i risultati di uno studio condotto dall’Università di Teheran, presso il Dipartimento di Urologia della facoltà di Scienze Mediche, con cui si certificano gli effetti benigni dell’ortica sull’ipertrofia prostatica benigna. I pazienti sono stati sottoposti per otto settimane alla somministrazione di 300 mg di ortica in compresse al giorno, i risultati sono stati incoraggianti: in tutti i casi sottoposti a test, si è ottenuta una diminuzione della ghiandola, a cui è seguito un parziale recupero delle funzioni di minzione, nonché di quelle prettamente sessuali. Il trattamento, ovviamente, non può essere sostitutivo delle cure canoniche, semmai sarebbe da utilizzare come coadiuvante.
Metodi d’assunzione
L’assunzione domestica di ortica è da sempre molto frequente, grazie anche alla facilità con cui questa pianta può essere rinvenuta in natura. Per gli scopi curativi dell’apparato sessuale e del sistema urinario, entrambe le varietà presenti in Italia – l’Urtica urens e l’Urtica diodica – possono essere ugualmente sfruttate. Le modalità di somministrazione sono fondamentalmente due, in tisana oppure in tintura madre. Per la raccolta, ovviamente, si consiglia di prestare attenzione: utilizzare sempre dei guanti, preferibilmente di plastica o di lattice, per evitare di dover gestire pomfi e prurito.
- Tisana: dopo aver raccolto l’ortica, la si lavi accuratamente – sempre con i guanti – e la si lasci a riposare all’aria fresca. Quando asciutta, si può procedere utilizzando tre foglie per ogni tazza di tisana oppure procedendo ad essicare la pianta, da conservare appesa in un luogo asciutto e buio. Per una porzione, si utilizzano tre foglie fresche oppure due cucchiai di ortica secca triturata. Data la difficoltà di maneggiare il vegetale, è consigliato rivolgersi all’erboristeria di fiducia per acquistare il prodotto già pulito e seccato, pronto per essere utilizzato;
- Tintura: sempre disponibile in erboristeria, si realizza lasciando a macerare in alcol e acqua circa 10 grammi di ortica secca, con un adeguato riposo al buio per una decina di giorni. Anche in questo caso, si troverà sicuramente la tintura pronta da acquistare, bisognerà usarne poche gocce secondo il parere del proprio medico. È comunque una soluzione che si adopera solamente a uso esterno, quindi per la prostata rimane più indicata la già illustrata tisana.