
Il tumore al seno ormonoresponsivo rappresenta la forma più comune di cancro alla mammella in Italia, colpendo annualmente circa 38.000 donne su un totale di oltre 55.000 nuovi casi. Tra i vari sottotipi, uno di particolare interesse è quello associato alla mutazione ESR1, che ha portato a significativi progressi nel trattamento delle pazienti in fase metastatica. Recenti studi hanno dimostrato che il farmaco elacestrant può aumentare in modo significativo la sopravvivenza libera dalla progressione della malattia, e attualmente sono in corso ulteriori ricerche per valutarne l’efficacia anche nelle fasi iniziali della neoplasia.
Nuove prospettive di trattamento
Alessandra Balduzzi, direttrice medica di Menarini Stemline Italia, ha fornito dettagli sui recenti sviluppi nella lotta contro il tumore al seno ormonoresponsivo (ER+). “Le cellule tumorali di questo tipo esprimono recettori ormonali e si alimentano degli estrogeni prodotti dal corpo”, ha spiegato Balduzzi. “Pertanto, il nostro obiettivo è privarle di questo nutrimento, ‘facendole morire di fame'”. Elacestrant è un trattamento anti-ormonale selettivo per il recettore degli estrogeni (SERD) indicato per pazienti con carcinoma mammario avanzato o metastatico, positivo per il recettore degli estrogeni (ER+) e negativo per il recettore HER2, che presentano mutazioni di ESR1 e hanno già ricevuto almeno un trattamento endocrino.
Negli Stati Uniti, oltre 10.000 donne sono state trattate con questo farmaco dal 2023. Durante un congresso sul tumore al seno a San Antonio, Balduzzi ha evidenziato che “i dati reali presentati mostrano una sopravvivenza mediana libera da progressione di circa 8 mesi“. Questo è un traguardo notevole, considerando che si tratta del primo e unico trattamento per questo specifico gruppo di pazienti. L’obiettivo nella gestione della malattia metastatica è, infatti, quello di cronicizzare il tumore e prolungare la vita delle pazienti.
Verso nuove cure
Oltre a ciò, sono in fase di studio ulteriori combinazioni terapeutiche per migliorare l’efficacia di elacestrant nelle pazienti metastatiche. In Italia, si attende il riconoscimento della rimborsabilità da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), ma il farmaco è già accessibile attraverso programmi di uso compassionevole, con circa 300 pazienti trattate fino ad oggi. “La ricerca continua”, ha affermato Balduzzi, “e il prossimo obiettivo è testare il farmaco anche nelle fasi iniziali della malattia”. È previsto l’avvio di uno studio di fase 3, denominato ‘Elegant’, per valutare l’efficacia di elacestrant nelle donne con tumore al seno ormonoresponsivo HER2 negativo in fase precoce, ad alto rischio di recidiva.
Questo studio globale coinvolgerà oltre 4.000 pazienti, con la partecipazione di 40 centri italiani. “La ricerca sta facendo progressi significativi”, ha concluso Balduzzi, “e il nostro obiettivo è trattare il tumore al seno ormonoresponsivo sia nelle fasi precoci, per prevenire recidive dopo l’intervento chirurgico, sia in quelle avanzate, dove non è più considerato una condanna. Vogliamo anche offrire nuove opportunità a sottotipi di pazienti con mutazioni geniche specifiche”.
Statistiche e considerazioni
Ogni anno in Europa, oltre 550.000 pazienti ricevono una diagnosi di cancro al seno, e il 70% di queste donne presenta una malattia positiva per il recettore degli estrogeni (ER). Purtroppo, più di 147.000 pazienti muoiono annualmente a causa di questa malattia. Le mutazioni ESR1 si riscontrano in fino al 40% dei tumori al seno ER+, HER2- avanzati o metastatici, costituendo un noto fattore di resistenza alla terapia endocrina standard e rendendo questi tumori più complessi da trattare.