Greenstyle Sostenibilità Energia Produrre energia solare nello Spazio per rimandarla sulla Terra: la missione è un successo

Produrre energia solare nello Spazio per rimandarla sulla Terra: la missione è un successo

Una serie di esperimenti condotti tra le stelle ha svelato che si può benissimo produrre energia solare nello Spazio e che questa può essere trasferita, sotto forma di microonde da poi invertire di nuovo in energia elettrica, sulla Terra. Ci vorrà un po' di tempo, ma le basi sono già state posate. Mentre diverse agenzie spaziali, compresa quella europea, hanno deciso di lanciare altre missioni e altri progetti analoghi per battere una strada molto interessante per risolvere la crisi energetica

Produrre energia solare nello Spazio per rimandarla sulla Terra: la missione è un successo

È possibile produrre energia solare nello Spazio e poi rimandarla giù sulla Terra per essere usata? La risposta a questa domanda è sì: una missione spaziale ha dimostrato che è assolutamente possibile ed efficace, utilizzando un sistema in grado di imprigionare i preziosi raggi del Sole, per trasformarli in energia da sfruttare sul nostro pianeta. In un laboratorio spaziale che si trova in orbita ormai da qualche tempo, alcuni ricercatori hanno condotto degli esperimenti per raccogliere energia solare con dei pannelli fotovoltaici. L’energia elettrica prodotta viene poi rimandata sulla Terra sotto forma di microonde.

A missione finita, il progetto Space Solar Power Demonstrator (SSPD-1), lanciato il 3 gennaio dello scorso anno, dagli scienziati del California Institute of Technology, ha ottenuto i risultati sperati. Gli studiosi hanno infatti confermato di aver raggiunto gli obiettivi prefissati in occasione del lancio del progetto. E sottolineano anche che in futuro si potrà produrre energia in questo modo, in tutta sicurezza.

Il progetto per produrre energia solare nello Spazio

Il progetto Space Solar Power Demonstrator (SSPD-1) del California Institute of Technology ha coinvolto diversi scienziati impegnati in tre diverse serie di esperimenti:

  1. Con il test chiamato “Alba: quale tipo di cella fotovoltaica scegliere?” gli studiosi hanno installato 32 tipi diversi di pannelli fotovoltaici, per comprendere le differenze per efficienza energetica, resistenza all’ambiente spaziale e le misure di dimensioni e peso utili. Così da scegliere poi la combinazione migliore per produrre energia tra le stelle.
  2. Invece, il progetto Dolce (Deployable on-Orbit ultraLight Composite Experiment) risponde ad un’altra domanda fondamentale: dove montare il pannello fotovoltaico scelto? Gli scienziati hanno individuato una struttura pieghevole, simile a quella degli origami, che può accogliere celle di circa 1.8 mq di superficie. Così da installare diversi pannelli in serie. Il tutto dovrà essere spedito e montato nello Spazio, quindi deve essere agevole da usare.
  3. Maple, invece, era il terzo test, per comprendere come inviare l’energia elettrica prodotta nello Spazio sulla Terra. Maple è il sistema che integra una serie di trasmettitori wireless che sono in grado di portare l’energia solare verso una base ricevente sul pianeta, con un raggio di microonde che poi possiamo convertire in energia elettrica. I risultati di questo test non erano scontati, visto che non è facile trasferire l’energia dallo Spazio alla Terra e bisognerà, probabilmente, lavorare ancora un po’ per mettere a punto e migliorare il sistema.

energia solare nello spazio

In futuro useremo energia solare “spaziale”?

Dai test all’effettivo utilizzo di questo tipo di energia potrebbero passare molti anni. Si ipotizzano almeno una ventina di anni di esperimenti, visto che bisogna mettere a punto un sistema efficace e sicuro. Dal canto suo, però, l’agenzia spaziale giapponese ha annunciato di voler creare entro il 2025 una vera e propria fattoria solare nello spazio. L’agenzia spaziale europea ha in mente di lanciare, invece, il progetto Solaris.

Quindi i ricercatori di tutto il mondo sono al lavoro per quella che potrebbe essere una svolta nella crisi energetica terrestre.

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