Allergie pollini: 10 consigli utili per combatterle
Allergie da pollini, i dieci consigli del Dott. Alessandro Fiocchi del Bambino Gesù per difendersi e ridurre i disagi.
Fonte immagine: Jim Lukach
La mimosa non è solo un bellissimo fiore e un simbolo che tradizionalmente omaggia le donne nel giorno dell’8 marzo. Compare a inizio marzo, soprattutto nei climi temperati e preannuncia l’arrivo della primavera.
Purtroppo però i suoi pollini, come quelli di cipresso, ulivi, parietarie e graminacee, al loro apparire determinano l’insorgenza della pollinosi, un’allergopatia stagionale che assieme alle allergie nasali, affligge circa un milione e mezzo di bambini, mentre un milione di ragazzi sotto i 18 anni arrivano a soffrire di asma e un numero elevato di adulti accusa gli stessi sintomi.
I granuli pollinici, depositandosi all’interno delle vie respiratorie, liberano il proprio contenuto e se in presenza di attività allergenica e di allergopatia nei confronti delle stesse da parte del soggetto interessato, vengono prodotti dei mediatori chimici pro-infiammatori che fanno comparire i tipici sintomi allergici come rinite, congiuntivite, tosse fino a fenomeni di asma bronchiale.
È possibile però, con le dovute attenzioni, per lo meno attenuare gli effetti della patologia. Occorre innanzitutto eseguire delle indagini diagnostiche che permettano di individuare le specie botaniche alle quali appartiene il polline che provoca reazioni allergiche. Quindi anche i comportamenti da tenere saranno più specifici e più efficaci. Un importante punto di partenza sono quindi i cosiddetti “calendari delle fioriture”, un vero e proprio bollettino che informa sui periodi di produzione dei pollini e permette di gestire clinicamente l’allergia.
Il Dott. Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, ha redatto un decalogo di consigli che una volta diventati abitudine possono aiutare a convivere con questa fastidiosa patologia:
- In primavera evitare campi coltivati, prati o terreni incolti dove possono celarsi i pollini più fastidiosi.
- Nel periodo critico, che va da marzo ad aprile, ma può proseguire fino a luglio, in particolare in presenza di giornate calde, secche e ventose, conviene evitare la campagna, soprattutto tra le 10 e le 16, che sono gli orari di maggior concentrazione per i pollini.
- Anche le vacanze possono essere programmate in modo da dare sollievo ai sintomi: il mare aiuta per la ridotta quantità di specie con pollini ad attività allergenica, mentre in montagna (già ad altitudini tra i 600 e i 1000 m di altezza) le piante producono pollini con un mese di ritardo rispetto alla pianura.
- Anche in montagna comunque è sempre preferibile passeggiare sotto la copertura boschiva, che ha effetto protettivo, mentre è da evitare l’aperta campagna.
- Accorgimenti da tenere in auto sono, oltre a viaggiare con i finestrini chiusi, soprattutto in certe fasce orarie, tenere i filtri dell’aria puliti, cambiarli spesso e usare sistemi di condizionamento dell’aria che ne favoriscano il ricambio.
- Anche lo sport, che in primavera diventa particolarmente stimolante per la possibilità di corse e biciclettate all’aria aperta, è invece preferibile svolgerlo in locali chiusi e quindi protetti.
- È decisamente sconsigliato avvicinarsi a luoghi in cui viene tagliata l’erba, almeno nel periodo in cui il malessere è più intenso.
- Così come è meglio evitare la bici, il motorino o la moto, a meno che non ci si protegga con estrema accuratezza, con occhiali da sole, mascherina per bocca e naso e magari cappellino con visiera.
- È buona norma poi, quando si rientra a casa, fare una doccia e cambiare gli abiti, in modo che almeno in casa si possa avere sollievo.
- Evitare poi il fumo, che irrita ulteriormente le mucose, come anche la polvere, che può peggiorare la situazione, o il pelo di animali che fanno da vettori dei granuli pollinici e che, se sono abituati a frequentare il nostro letto, potrebbero renderci le notti insonni.
Ovviamente a questi comportamenti può essere associato l’uso di rimedi naturali come la Perilla (Perilla frutescens), il ribes nero (Ribes nigrum), la rosa canina (Rosa Canina), l’adatoda (Adhatoda Vasica) o fitoterapici, come la boswellia (Boswellia serrata), il noni (Morinda citrifolia), la liquirizia (Glycyrrhiza glabra) o l’associazione di manganese, zolfo e fosforo secondo i principi dell’oligoterapia.