Plastica in mare: uccisi 1.500 animali negli USA
La plastica in mare ha ucciso 1.500 animali negli Stati Uniti: è quanto rivela un nuovo e allarmante studio sugli effetti dell'inquinamento.
Fonte immagine: Ian Dyball via iStock
La plastica in mare ha ucciso più di 1.500 animali lungo le coste degli Stati Uniti e, senza un impegno di raccolta a livello internazionale, rischia di mietere ancora più vittime nei prossimi anni. È questo il report preoccupante pubblicato da Oceana, una delle più grandi organizzazioni mondiali per la difesa degli oceani: i dati si riferiscono a un monitoraggio dal 2009 a oggi.
La maggior parte degli esemplari finisce strangolata da cavi, lacci e sacchetti galleggiante in mare. Molti ingeriscono invece oggetti dannosi, scambiandoli per gustose prede.
Plastica e animali: un’ecatombe in mare
Sono circa 1.800 gli animali che, dal 2009 a oggi, hanno incontrato la morte lungo le coste degli Stati Uniti, a causa dei rifiuti in plastica. Di tutti gli esemplari rimasti vittima dei rifiuti, ben l’88% appartiene a specie già a rischio di estinzione: l’inquinamento da plastica non fa quindi altro che accelerare la loro scomparsa.
Più di 40 specie differenti sono state rilevate con il monitoraggio, da rari delfini fino alle megattere, passando per molti altri ancora. E sono proprio i cetacei quelli che subiscono la morte più atroce. Trattenuti in profondità da reti, sacchetti e altri rifiuti, non riescono più a risalire in superficie per respirare, morendo così di soffocamento. Non meno dolorosi sono gli effetti dell’ingestione di questi oggetti: ad esempio, una balena ha ingoiato delle scatole di DVD gettate in mare, confezioni che ne hanno irrimediabilmente forato lo stomaco.
Kimberly Warner, a capo dello studio, ha parlato dell’inquinamento della plastica come un vero e proprio disatro:
Sebbene non sarà mai possibile conteggiare il numero di animali marini colpiti dalla plastica, il nostro report scatta una fotografia davvero cupa. Il mondo è ricoperto di plastica perché l’industria continua a trovare nuovi modi per introdurre questo pericoloso inquinante nelle nostre routine quotidiane. Nel frattempo soffoca, strangola e affoga la vita marina.
Non sono solo gli oggetti di uso comune a danneggiare la vita marina, ma anche e soprattutto lacci industriali, lenze da pesca, agglomerati di filo interdentale e pellicole per imballaggio. Ancora, negli stomaci dei grandi cetacei sono anche stati rinvenuti palloncini, cannucce di plastica, spazzolini, carta a bolle da imballaggio, giocattoli per bambini, assorbenti mestruali e molto altro ancora.
Ogni anno gli Stati Uniti producono 300 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica, molti dei quali monouso. Un vero e proprio spreco, se si considera come per un singolo utilizzo si stia immettendo nell’ambiente un prodotto che virtualmente durerà per sempre. Possono servire infatti anche 500-600 anni prima che questo materiale si degradi.
Fonte: CBS