Plastica in spiaggia
L’inquinamento da plastica è pesantemente influenzato dall’operato di solo 20 aziende, responsabili della produzione del 55% dei rifiuti mondiali. È quanto emerge dalla nuova edizione dell’indice Plastic Waste Makers, la classica delle società più coinvolte nell’immissione sul mercato di materiali in plastica.
L’indice prende in considerazione soprattutto i prodotti usa e getta, dalle bottiglie ai sacchetti di plastica, e data la pandemia quest’anno è stato rilevato anche il peso delle mascherine e di altri dispositivi di protezione individuale. Questi prodotti purtroppo finiscono frequentemente nell’ambiente, poiché non correttamente smaltiti, e una volta in mare causano danni enormi all’ecosistema, sia danneggiando la vegetazione subacquea che uccidendo animali.
L’indice nasce dalla collaborazione con Wood Mackenzie, la London School of Economics e lo Stockholm Environment Institute. Per l’edizione 2021, è emerso come sia ExxonMobil il principale produttore di plastica usa e getta al mondo, con un contributo globale di 5.9 milioni di tonnellate di rifiuti. Segue il colosso chimico Dow, con 5.5 tonnellate, e la cinese Sinopec con 5.3 tonnellate.
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Tutte queste aziende vedono corposi investimenti dalle principali banche mondiali, così come spiegano i ricercatori, e vedono una concentrazione soprattutto in Asia. Ben 11 su 20 sono asiatiche, seguono quindi quattro europee, tree statunitensi, una sudamericana e una mediorientale. Tra il 2019 e il 2020, queste società sono state responsabili dell’immissione indiretta nell’ambiente di 130 milioni di tonnellate di plastica monouso.
Nonostante si tratti di uno dei materiali inquinanti più complessi da degradare in natura – una confezione in plastica può richiedere anche 600 anni per scomparire – i ricercatori hanno notato come le aziende produttrici siano sottoposte a pochi vincoli. A livello mondiale, le leggi non sono particolarmente dure, né viene imposta una maggiore attenzione al riciclo. Tant’è che la percentuale globale di plastica riciclata è solo del 2%:
Queste compagnie sono l’origine della crisi dell’inquinamento da plastica usa e getta. La loro produzione fa ricorso a polimeri vergini estratti dal petrolio, dal gas naturale e dal carbone e continua a mantenere viva la dinamica del “prendi-produci-butta” tipica della plastic economy.